San Francesco d'Assisi (dipinto) (1400-1449)
dipinto,
1400-1449
Il santo è raffigurato di tre quarti con messale nella destra e croce nella sinistra; fondo oro.
- FONTE DEI DATI Regione Emilia-Romagna
- OGGETTO dipinto
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MATERIA E TECNICA
tavola/ pittura a olio
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MISURE
Altezza: 42
Larghezza: 27
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Pinacoteca Comunale di Faenza - Faenza
- LOCALIZZAZIONE Pinacoteca Comunale di Faenza - Faenza
- INDIRIZZO Via S. Maria dell'Angelo, 9
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La tavola fa da pendant ad altre due analoghe, dello stesso autore, che raffigurano San Giorgio e San Rocco. Per questi tre pannelli si è concordemente suggerita la provenienza da un unico polittico. Sono le medesime misure delle tavole a suggerirlo, per il S. Francesco l’ipotesi è che fosse in una cuspide o che sia stato decurtato in seguito. Identiche sono anche le aureole, mentre la differenza tra la resa pittorica del S. Francesco rispetto agli altri due santi può essere spiegata con un diverso trattamento durante i restauri. Nel descrivere queste opere Anna Tambini ha sottolineato il grafismo insistito del volto di San Francesco, l’eleganza di linee e ritmi presenti soprattutto nel San Giorgio disegnato con una corazza metallica di gusto nordico e una forte aderenza al vero e al quotidiano, evidente ad esempio nella resa delle borchie della maglia ferrata. L’autore delle opere è visto da Anna Tambini in un artista sul punto di svincolarsi dall’eredità tardogotica alla ricerca di una nuova naturalezza. La datazione proposta dalla studiosa è il 1460 circa. “Se ancora il san Giorgio si taglia sul fondo oro in una posa ancheggiante e con un’incisiva linea di contorno tipica del gotico, ha scritto Anna Tambini, la foggia della sua armatura presenta una inedita accuratezza di dettagli. Ginocchiere, gambali, la maglia ferrea e le cinghie di cuoio per allacciare la spada sono descritte con una nuova evidenza realistica e con una pittura che sembra emulare i diversi materiali, sia l’acciaio chiaro della corazza, sia il ferro rugginoso della maglia”: Ma per Anna Tambini “l’operazione di sfrondamento dal decorativismo gotico ha il culmine nel San Rocco, visto come un giovane pellegrino del tempo che si è appena abbigliato per il viaggio, con un corto mantello e il cappello a larghe falde messo sulle spalle con la cordellina allentata; calza ai piedi gli stivali flosci di cuoio. Spra la veste ha allacciato una grossa cinghia trasversale a cui appendere la borraccia; in una mano ha il bordone e nell’altra la corona dai grossi grani per la preghiera.
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
- ENTE SCHEDATORE CRC srl Bologna
- PUBLISHER Servizio Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0