Stabilimento Orsi Mangelli (Forlì)

1926 - 1977
  • FONTE DEI DATI Regione Emilia-Romagna
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Gli impianti della fabbrica Orsi Mangelli, specializzata nella produzione di seta viscosa, entrarono in funzione alla fine del 1926 per iniziativa del conte Paolo Orsi Mangelli, amministratore unico della società omonima. Nei primi anni di attività della fabbrica era rilevante la presenza di maestranze femminili, poiché nel 1927 le filande forlivesi avevano licenziato buona parte delle loro dipendenti. Nell’ottobre 1929 nacque la SIDAC Società Italiana di Applicazione Cellulosa, una società per azioni il cui capitale sociale fu sottoscritto dal gruppo belga della Compagnie Internationale des Industries Chimiques e dalla Orsi Mangelli. Per lo svolgimento dell'attività produttiva veniva importata cellulosa da Norvegia, Svezia, Finlandia e America. Nel 1934 la Società Anonima Orsi Mangelli cambiò la propria denominazione in quella di SAOM Società Azionaria Orsi Mangelli. All'inizio degli anni Quaranta, la fabbrica dovette ridurre il proprio ritmo produttivo poiché non riusciva ad ottenere le materie prime indispensabili per la propria attività, interrotta durante il conflitto mondiale. Nel dopoguerra la produzione riprese rapidamente, poiché gli impianti erano sfuggiti ai bombardamenti e alle rappresaglie delle truppe tedesche in ritirata. Il 1949 vide le maggiori industrie forlivesi e cesenati colpite da scioperi ed agitazioni che per la Orsi Mangelli furono assai pesanti a causa della vulnerabilità degli impianti a ciclo continuo. Nel 1967 la SAOM Società Azionaria Orsi Mangelli incorporò la SIDAC Società Italiana di Applicazione Cellulosa. Negli anni Settanta la crisi del mercato nazionale ed estero fece registrare un andamento negativo. La Società presentava una situazione finanziaria difficile, dal momento che le banche avevano ristretto drasticamente i prestiti e risultava complesso gestire l'azienda senza l'apporto di nuovi capitali. La situazione del mercato e quella finanziaria peggiorarono al punto che, alla fine del 1972, si arrivò alla cessazione della produzione del rayon, con conseguente chiusura di questo reparto e il licenziamento di tutti gli addetti. Continuarono invece le produzioni di nylon e di cellophane fino ai primi mesi del 1976, quando la proprietà passò dalla famiglia Orsi Mangelli ad altra società, il cui presidente, Carlo Gotti Porcinari, non riuscì ad evitare il fallimento, che fu dichiarato nell’agosto del 1977. Nei primi mesi del 1978 il curatore vendette il comparto nylon all'imprenditore biellese Emilio Falco che affittò il comparto cellophane ad una cooperativa formata da dipendenti della fabbrica; quest'ultima fu poi acquisita dallo stesso Falco. Questa nuova azienda proseguì l'attività di produzione del cellophane fino al 1984 e quella del nylon sino al 1993. Intanto, nel 1992, Falco aveva ceduto la società ad un gruppo di imprenditori forlivesi e ravennati. Nel 1999 il complesso è stato inserito in un programma di riqualificazione urbana che ha previsto la demolizione della fabbrica e la conservazione della palazzina uffici, di alcuni fabbricati e della ciminiera, e la creazione di un nuovo quartiere con destinazioni miste, integrate tra loro, che comprende: un nuovo viale, una piazza circolare con al centro la vecchia ciminiera, un parco urbano, un parcheggio pubblico, un complesso direzionale, un centro commerciale, le residenze, gli uffici pubblici, la nuova questura ed un albergo.
  • TIPOLOGIA SCHEDA Architettura
  • ENTE SCHEDATORE Settore Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna
  • PUBLISHER Servizio Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0