Occupazione romana del territorio di Calderara di Reno

189 a.C. ca.-499 d.C. ca.

In seguito al processo di colonizzazione attuato dai Romani il territorio di Calderara si è trovato inserito nella circoscrizione territoriale di Bononia. All'interno dell'ager bononiensis, in un settore a nord-ovest del capoluogo interessato dalla centuriazione che mostra ancora oggi segni leggibili sul terreno, l'area era racchiusa tra due corsi d’acqua, il Reno e il torrente Lavino, la cui vicinanza ha causato, in età post antica, straripamenti, con conseguente accumulo di depositi alluvionali, che hanno nascosto nel tempo gli antichi suoli romani, rendendo più difficile il recupero delle evidenze archeologiche. Approfondite prospezioni territoriali e scavi promossi dagli anni Ottanta, vi hanno portato alla luce numerosi reperti a partire dall'Età del Bronzo, ma specialmente una consistente documentazione storica di epoca romana, con una fitta rete di insediamenti per lo più corrispondenti ad edifici rustici di piccole dimensioni o talora anche a villae di campagna con un settore residenziale arricchito da complementi d'arredo e rifiniture di pregio. Il territorio di Calderara ha in età romana anche un particolare interesse itinerario in relazione al tracciato stradale, dai più ritenuto coincidente con la cosiddetta via Emilia Altinate, che provenendo dalla Venetia, scavalcava il Po all’altezza di Vicus Varianus (Vigarano Pieve) e guadagnava la zona di Crevalcore (Vicus Serninus) donde poi si ramificava in direzione di Modena e in direzione di Bologna, raggiunta grazie ad un transito viario che toccava Calderara.

  • FONTE DEI DATI Regione Emilia-Romagna
  • OGGETTO insediamento
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Uno dei complessi archeologici più significativi, soprattutto per completezza dei dati forniti, è l’edificio rustico indagato presso le Cave Nord di Lippo di Calderara di Reno. Nonostante le precarie condizioni di conservazione è stato possibile osservare la struttura nella sua interezza con le relative dotazioni accessorie. Originariamente di dimensioni medio-piccole, il nucleo iniziale risale al I secolo a.C., ma in epoca augustea l'impianto fu ampliato fino a comprendere cinque ambienti destinati sia a funzioni residenziali, sia ad attività legate all'agricoltura. Nelle vicinanze si sono rinvenuti anche due pozzi: il più antico, in uso tra la fine del I sec. a.C. e il I sec. d.C., conteneva brocche per l’acqua e vasellame da cucina. Completano il quadro del popolamento di epoca romana i resti strutturali di due insediamenti rurali frequentati tra il I sec. a.C. e il IV sec. d.C. in località S. Girolamo e S. Vitalino e due piccoli nuclei di tombe, databili intorno al I-II sec. d.C., che presentano la caratteristica copertura “alla cappuccina”, formata da tegole accostate a doppio spiovente e sormontate da coppi lungo la congiuntura, a protezione di defunti inumati accompagnati dal consueto corredo funerario.
  • TIPOLOGIA SCHEDA Siti archeologici
  • ENTE SCHEDATORE Settore Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna
  • PUBLISHER Servizio Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0