Insediamento e sepolcreto romani a Portomaggiore, Ponte Ebbi
Nel 1935, in seguito a lavori per l'apertura del nuovo canale Gambulaga e alla segnalazione del ritrovamento fortuito di alcune tombe, gli esami condotti dall'assistente della Soprintendenza Collina permisero di identificare, ad 1 m circa di profondità, due muri in laterizio, che formavano fra loro un angolo retto, lunghi circa 6 m. A 20 m di distanza dal muro vennero alla luce le fondazioni di un pilastro. Si trattava, evidentemente, dei resti di un edificio d'abitazione, con annesse tettoie, forse legate ad attività produttive. Nel 1978 una ricognizione di G. Uggeri portò alla raccolta di alcuni frammenti di vasi in ceramica aretina, in terra sigillata nord-italica, in ceramica acroma, in ceramica da fuoco e in vetro trasparente. Dal "Ponte degli Ebi" erano nota la provenienza, sin dal 1700, di anfore, considerate urne cinerarie.
- FONTE DEI DATI Regione Emilia-Romagna
- OGGETTO insediamento
- TIPOLOGIA SCHEDA Siti archeologici
- ENTE SCHEDATORE Settore Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna
- PUBLISHER Servizio Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0