Villa romana di Quacchio
I lacerti di pavimento tessellato bianco con strisce nere, emersi nel 1896, in occasione dello scavo del canale di Burana, potrebbero essere messi in relazione con quelli scoperti un secolo prima durante lavori sul letto del Po di Volano, di fronte alla casa e fondo della famiglia Perinelli, e andati distrutti nel 1789 a causa della necessità di approfondire il letto del fiume. Si trattava di tre grandi frammenti musivi, di cui quello centrale si segnalava come il più notevole per le dimensioni. La decorazione semplice faceva prevalere lo sfondo bianco, intercalato da fasce quadrate concentriche nere e interrotto al centro da un quadrato nero di circa 3m di lato. Il pavimento era inclinato al centro per permettere lo scolo delle acque piovane. In base ai rinvenimenti è stata ipotizzata la presenza di un vicus o di una villa, ma si è anche pensato a un luogo pubblico all’aperto: un mercato oppure un porto, come testimonierebbero l'estensione del mosaico per oltre 400 m., lungo un fronte parallelo al corso fluviale, e la pendenza dei piani per facilitare il deflusso dell'acqua piovana attraverso fri centrali in comunicazione con le sottostanti fognature. Nello stesso anno, sempre in occasione dei lavori al canale, si rinvenne - a poca distanza dai pavimenti - anche un cippo funerario marmoreo, incastrato in una base a dado (II d.C.). Qualche anno dopo, nel 1906, nella stessa frazione di Quacchio, furono individuati vari frammenti di tegole con bollo PANSIANA e una tomba con stele iscritta più tarda, datata al III sec. d.C.
- FONTE DEI DATI Regione Emilia-Romagna
- OGGETTO struttura abitativa
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Dei frammenti di pavimenti, il più interessante era quello centrale, formato da un quadrato di tessere nere (lato di m. 2,93), perimetrato da una zona bianca di opera tessellata, larga m. 3 all’incirca. Su questa zona spiccavano tre strisce nere, ricorrenti in quadrato: due esterne appaiate ed una interna. Il pavimento posava sopra un semplice e sottile strato di calce, mista a frammenti di mattone; una specie di calcestruzzo. Il secondo tratto pavimentale, rinvenuto distante dal primo circa 25 metri, era costituito da cubetti bianchi con strisce di tessere nere ccorrenti nella stessa direzione dei due lati del primo pavimento; il che ne testimonia la probabile appartenenza ad unico piano. Il terzo frammento distava dal primo m. 30, e le tessere risultavano disposte diagonalmente ed avevano uno spessore di 5 o 6 millimetri. Posava sopra un fondo di calcestruzzo e di grossi mattoni manubriati (m. 0,28 x 0,41 x 0,66). Vicino a questo frammento si sono scoperti: «molti coltelli e un teschio umano sovrapposto ad una lunga lama, a manico di legno, o di osso, incrostato di borchie metalliche». Erano stati reperiti anche «ossa di animali, pezzi di legno fossilizzati, oggetti in ferro lavorato, tra i quali un badile, un falcione, una specie di piccola ancora, una serratura con catena, una palla di marmo e due anfore in terracotta, di forma assai rozza».
- TIPOLOGIA SCHEDA Siti archeologici
- ENTE SCHEDATORE Settore Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna
- PUBLISHER Servizio Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0