Significato e valore attribuito alla gondola come simbolo di tradizione - (letteratura orale non formalizzata, saperi)

Memorie,

G.L. sintetizza la sua esperienza di artigiana veneziana interessata alla salvaguardia di saperi e tradizioni locali riconosciuti di valore e per i quali ha senso impegnarsi anche come forma di riconoscimento verso una città, unica nel suo genere, in grado di offrire dei privilegi a chi ci vive e ci lavora. Dunque il compito di preservare spetta a chi ha gli strumenti per portare avanti un impegno che richiede sapere tecnico, sensibilità e conoscenze storiche. In questo senso la gondola, come simbolo di cultura veneziana, è riconosciuta bene condiviso, che non può essere lasciato solo in mano alla categoria dei gondolieri. «Tra gli anni Trenta e gli anni Quaranta quasi perdevamo la gondola, perché la crisi era talmente devastante che in città non venivano più turisti e quindi i gondolieri facevano la fame. Avevano impegnato tutto, quindi non potevano nemmeno fare aggiustare le barche. Chi faceva rimessaggio delle barche aveva impegnato tutti gli attrezzi e ormai nelle famiglie dei gondolieri ci si scaldava con i pezzi di gondola che bruciavano. Questa è la fine dei felzi e tutto. Un grande veneziano, di cui dopo mi verrà in mente il nome, è stato lui che un Natale ha dato i soldi agli squerarioli per riscattare gli attrezzi. Da lì si è girata un’altra volta la ruota dell’economia, nel frattempo, poi, è finita la guerra, insomma, ma... dagli anni Trenta agli anni Quaranta stavamo perdendo la gondola. Ha ragione il mio amico Lana Toppi quando dice che la gondola non serve più a nessuno. Per cui o la produciamo mantenendo in maniera ferrea, colta e seria le tecniche e quindi si va a preservare un patrimonio storico, culturale e produttivo, o, altrimenti, le facciamo in plastica, abbiamo fatto più presto, perché ormai è solo un carretto per turisti inconsapevoli, usiamo questo termine. Ecco, per cui il mio orgoglio era poter contribuire al recupero di una storia. È un mio vezzo, perché, naturalmente, il prezzo a cui vendo il cappello da gondoliere non è un prezzo rapportato al lavoro, alla qualità, a queste cose qua. È, così, una simpatia, un omaggio che io faccio a questa città. Lo possiamo definire l’omaggio che io faccio a questa città in cambio del fatto che io posso continuare a lavorare. Perché con il mio comparto commerciale, con il mio comparto artigiano, se non fossi qui avrei già chiuso. Questo è il mio ricambio. Solo attraverso incontro con Saverio [Pastor] ci siamo dati coraggio tutti e abbiamo detto: la gondola è nostra, non è dei gondolieri. Perché se non ci siamo noi non c’è la gondola. Entrambi abbiamo partecipato a una mostra all’Arsenale nel 2000. È stata la prima volta che veniva aperto completamente l’Arsenale alla città [per una esposizione di] tutta la produzione artigianale veneziana, una bella fiera. Allora il primo anno siamo andati, ci siamo “annusati”, ci siamo salutati, “Ciao, buondì”. Il secondo anno Saverio ha detto: “#Senti, femo El felze?#”. [Quindi mettersi assieme] per salvare la città e la sua gondola, perché la gondola è degli artigiani, [non dei gondolieri]. Loro sono gli utilizzatori finali: chi pensa, chi lavora, chi crea siamo noi. Chi ha il sapere antico, chi ha la cultura, chi ricerca di fare una cosa invece che l’altra, siamo noi. Ma la gondola è della città, non è dei gondolieri. È degli artigiani,se no la facciamo di plastica e siamo a posto. Il mestiere di Saverio si è ripreso grazie alla Vogalonga, perché con la Vogalonga è ritornato in auge il vogare. La Vogalonga è una manifestazione non competitiva che dura da quarant’anni; fanno 42 km [in laguna]. Invece per il mio mestiere [è stato fondamentale] il carnevale. Con il 1975 e l’arrivo del carnevale finalmente non ho più avuto limiti nel fare le mie cose. Mi sono riappropriata a fondo del mio mestiere perché non c’è più il problema del troppo grande, troppo piccolo, troppo basso, troppo colorato, troppo scuro, troppo giallo, troppo verde... Con il carnevale il mio lavoro proprio ha ripreso...».

  • FONTE DEI DATI Regione Veneto
  • SOGGETTO Memorie
    Concezioni
  • TIPOLOGIA SCHEDA Beni demoetnoantropologici immateriali
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA S119
  • ENTE SCHEDATORE Regione Veneto
  • DATA DI COMPILAZIONE 2014
  • DOCUMENTAZIONE SONORA file digitale (1)


  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0