lastra (rilievo)
Rilievo con quadro centrale decorato da una scena di thiasos marino, in cui un Tritone, ritratto con il torso in posizione frontale e la lunga coda di profilo, regge sulla groppa una Nereide. Il mostro marino, col dorso ricoperto da squame simili a foglie stilizzate, presenta, all'altezza della vita, un gonnellino costituito da foglie d'acqua a margine frastagliato; lo stesso tipo di foglia orna anche la base della pinna caudale. Esso regge un timone con la mano sinistra, mentre con la destra, tesa all'indietro, una conchiglia. La Nereide, di cui si conservano solo le gambe, coperte da un drappo panneggiato, e la parte inferiore del torso, presenta una mano sul grembo e l'altra abbassata a reggere il velo; a destra, si distingue un lembo del mantello svolazzante. Ai lati della sezione figurata, due lesene sono decorate da un tralcio vegetale continuo ad andamento serpenteggiante, sorgente da un cespo d'acanto e arricchito da una serie di fiori a rosetta alternati ad altri con petali acantacei; nella lesena destra, una lucertola si nasconde tra il fogliame. La resa del tessuto vegetale si traduce in una visione per lo più chiaroscurale, in cui la superficie si risolve in larghe zone di luce delimitate da profondi canali di trapano corrente, con un forte gioco di luci e ombre, accentuato dal profondo sottosquadro del rilievo. L'intera composizione, infine, è profilata sui tre lati rimasti da una ricca cornice architettonica costituita da un astragalo, con perline ovoidali e fusarole di forma lenticolare, e da un kyma ionico, composto da ovuli ben staccati dai gusci e freccette con cuspide sottile e appuntita. Entrambi sono scolpiti con maggiore cura a i lati, mentre lungo la base l'esecuzione dei singoli elementi è piuttosto sommaria, come indicano i profili angolosi delle perline, la mancanza del lavorio di sottosquadro, la resa liscia del nastro dei gusci invece che a sezione angolare, gli ovuli appena sgusciati e le freccette sbozzate. L'angolo formato dalle due modanature è ornato da una foglietta a lobi sottili.
- FONTE DEI DATI Regione Veneto
- OGGETTO lastra rilievo
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MATERIA E TECNICA
marmo/ a trapano corrente
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MISURE
Altezza: 78 cm
Spessore: bordo: 12 cm
Larghezza: 225 cm
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CLASSIFICAZIONE
scultura/ rilievo
- AMBITO CULTURALE Periodo Romano/ Età Imperiale
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo Archeologico Nazionale di Venezia
- LOCALIZZAZIONE Museo Archeologico Nazionale di Venezia
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il rilievo faceva parte della collezione settecentesca di Girolamo Zulian, donata alla sua morte al Museo Marciano. E' stato merito di L. Beschi avere individuato una lettera spedita nel 1794 dallo scultore Antonio Canova all'architetto veneziano A. Selva, in cui si apprende che il rilievo fu acquistato a Roma per conto dello Zulian dalla collezione Piranesi che, com'è noto, iniziò a disperdersi poco dopo la morte del Piranesi padre (Giovan Battista), avvenuta nel 1778. L'analisi stilistica consente di attribuire con sicurezza il rilievo all'epoca severiana: in particolare, il motivo del tralcio ondulato con fiori acantizzanti che decora le lesene laterali, interpretato secondo un gusto accentuatamente chiaroscurale e un disegno più semplificato reso con maggiori effetti luministici, rinvia alla tipica concezione stilistica di età severiana; a confermare questa datazione è anche la forma del kyma ionico, con ovuli appuntiti dentro larghi gusci e freccette dalla cuspide eccessivamente sottile. Un utile termine post quem è dato anche dalla linea di contorno fortemente incisa dal trapano che isola le figure dal piano di fondo, tecnica che non compare prima dell'età antoniniana; infine, il rilievo in negativo del drappeggio della Nereide, reso con poche incisioni lineari, trova un confronto nelle vesti dei prigionieri barbari raffigurati sui piedistalli dell'Arco di Settimio Severo. Più complessa è l'identificazione del monumento cui apparteneva la lastra, anche perché il tema del thiasos marino è utilizzato nell'architettura monumentale per lo più in fregi, essendo un tema particolarmente adatto per riempire spazi di forma allungata. Tra gli esempi noti, soprattutto a partire dall'Ellenismo, si ricordano il fregio frammentario con Nereide, Tritone (?) e altre creature marine del "Monumento dei Tori" a Delo (prima metà del III sec. a.C.), i due rilievi provenienti dal teatro di Pergamo, con raffigurazione di lotta tra esseri marini e cavalcata di eroti su mostri marini, e infine un piccolo fregio tardo-ellenistico da Volos, con Tritoni, Nereidi ed Eroti. Il tema persiste anche in età romana, con esempi provenienti da Roma, da Villa Adriana a Tivoli e anche dall'ambito provinciale. Raro, inoltre, è il suo impiego in rilievi di dimensioni monumentali che non abbiano funzioni propriamente strutturali, come basi di statue, plutei o parapetti. Le celebri lastre della cosiddetta Ara di Domizio Enobarbo o le lastre dei due grandi bacini nella corte antistante il tempio di Giove a Baalbek rimangono esempi isolati. Secondo l'ipotesi più accreditata, avanzata da Luigi Sperti, la lastra conservata al Museo Archeologico di Venezia, di notevoli dimensioni, doveva essere inserita nell'alzato di un edificio monumentale, sia per il carattere architettonico della partitura decorativa che lo inquadra, sia perché l'esecuzione sommaria del kyma ionico e dell'astragalo lungo il bordo inferiore indica un impiego a una certa altezza. E' probabile che il rilievo appartenesse a un ninfeo monumentale o a un edificio termale, come sembra suggerire il tema rappresentato, poco adatto per monumenti di tipo sia politico-ideologico, come per esempio gli archi trionfali, sia religioso. Sulla base di queste considerazioni e della datazione severiana del rilievo, Sperti non esclude che il monumento di appartenenza del rilievo possa identificarsi con le Terme di Caracalla o le Terme alessandrine.
- TIPOLOGIA SCHEDA Reperti archeologici
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA S162
- ENTE SCHEDATORE Regione Veneto
- DATA DI COMPILAZIONE 2011
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0