miliare (miliare cilindrico)

148 a.C. - 148 a.C.

Il miliare cilindrico presenta testo iscritto secondo un ductus irregolare e con lettere di modulo quadrato tracciate con solco cordonato. In corrispondenza delle lettere UMIU del gentilizio Postumius, alla r. 1, è stato successivamente sovraiscritto, con modulo maggiore rispetto alle restanti lettere, il numerale VIIII.

  • FONTE DEI DATI Regione Veneto
  • OGGETTO miliare miliare cilindrico
  • MATERIA E TECNICA calcare del Carso triestino a rudiste
  • MISURE Diametro: 59 cm
    Altezza: 83 cm
  • AMBITO CULTURALE Ambito Culturale Romano, Produzione Carsica
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo Lapidario Maffeiano
  • LOCALIZZAZIONE Museo Lapidario Maffeiano
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Complesse e controverse sono le questioni relative all'originaria collocazione e al materiale di produzione del miliare. Esso doveva essere collocato a XXVII miglia (km 39,6) da Cremona sulla strada per Verona, lungo la via consolare della Postumia, costruita inizialmente con finalità strategiche militari per congiungere Genova ad Aquileia, attraverso i centri maggiori di Piacenza, Cremona, Verona, Vicenza, Oderzo e Concordia. Dopo la formula onomastica del fondatore della via, S. Postumius Albinus, console nel 148 a.C., il miliare riporta la distanza (122 miglia = km. 180.5) che doveva intercorrere tra Genova e Cremona, dato confermato in seguito dall’Itinerarium Antonini (si veda CALZOLARI 1998). Gli itinerari antichi non descrivono, però, il tratto Cremona –Verona, eccezione fatta per la Tabula Peutingeriana che lo ricorda fino a Bedriacum (odierna S. Andrea in Calvatone, si veda BOSIO 1970). A Cremona, dopo aver attraversato il Po, la via Postumia entrava nella X regio dirigendosi verso Piadena, poi a Calvatone e portandosi a Goito con un rettifilo (direzione nord-est) attualmente riconoscibile su terreno. Successivamente con un altro rettifilo la via Postumia doveva giungere a Villafranca e proseguire fino a Verona lungo il percorso dell’odierna SS 62. Si ritiene che il miliare in questione fosse in origine posto lungo il tratto Calvatone-Goito, precisamente V miglia ad est dell’antica Bedriacum (si veda BASSO 1986). La presenza del numerale VIIII in seguito sovraiscritto al nome Postumius, porterebbe alla formulazione di due possibili ipotesi: 1) uno spostamento della pietra già in antico, sulla base del fatto che proseguendo per VIIII miglia da Bedriacum si giunge presso il Mincio e dunque il miliare sarebbe stato ricollocato subito prima dell’attraversamento del fiume (si veda BUCHI 1982); 2) il miliare non è stato spostato dall’originaria ubicazione e il numerale VIIII andrebbe ad indicare la distanza del cippo dal Mincio, in prossimità di un punto d’incrocio tra la Postumia e un’antica strada militare che avrebbe congiunto Brescia con Mantova (si veda BASSO 1986 e CALZOLARI 1998). Ulteriormente controversa è l’interpretazione del numerale XXVII (r. 4). L’ipotesi tradizionale e successivamente accreditata da Calzolari (si veda CALZOLARI 1998) ritiene che XXVII si riferisca alla distanza del miliare da Cremona, in direzione di Verona. Calzolari sottolinea che XXVII miglia, sia conteggiate da Cremona che da Verona, andrebbero a designare una località tra l’Oglio e il Mincio. Il calcolo da Verona andrebbe però ad ubicare il cippo in un punto anonimo della via Postumia, mentre il computo da Cremona consentirebbe di ubicare il miliare in coincidenza di un diverticolo, scoperto da recenti indagini topografiche, che dipartirebbe dalla via Postumia in corrispondenza di Rodondesco, comune che si ritiene essere posto presso un cardo Mantuanus. Se cosi fosse, poiché il miliare è contemporaneo all’apertura della strada, risulterebbe evidente che già nel progetto iniziale era previsto un raccordo con Mantova (si veda TOZZI 1972). La questione sull’originaria collocazione del miliare di S. Postumio Albino è stata risollevata a seguito dello studio litologico del cippo che ha evidenziato l’utilizzo di un calcare a rudiste proveniente dal Carso triestino. Dibattuta è la questione sul motivo per cui si sia impiegato un materiale di provenienza carsica in un’area ricca di materiali dalle buone caratteristiche litologiche quale quella del Veronese. A questo proposito si è cercato di considerare l’impiego del miliare in pietra triestina ai confini occidentali della Venetia all’interno di un progetto di sistemazione viaria non limitato ad un ambito locale. Pertanto si potrebbe pensare che un’officina possa essere stata incaricata di fornire miliari anche al di fuori dell’ambito locale di produzione e ciò si giustificherebbe all’interno di un’opera non di carattere locale ma relativa, se non a tutta la Postumia, almeno al tratto che attraversa la decima regio (si veda GROSSO-ZANCO 2003).
  • TIPOLOGIA SCHEDA Reperti archeologici
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA C023091
  • ENTE SCHEDATORE C023091
  • DATA DI COMPILAZIONE 2007
  • ISCRIZIONI fronte - S(purius) Postumius S(purii) f(ilius) S(purii) nepos / Albinus co(n)s(ul) / [CX]XII Gen[u]a C[remonam] / XXVII. - Lettere posate maiuscole - Incisione - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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