spettroscopio a prisma

XX secolo prima metà

Lo spettroscopio è uno strumento che consente la semplice osservazione, senza la contemporanea registrazione, dello spettro puro della radiazione incidente, con le relative rilevazioni metriche delle lunghezze d'onda coinvolte. La luce entra attraverso una fenditura simmetrica, delimitata da due lastrine mobili rispetto al "centro", per cui la riga spettrale si allarga da entrambe le parti. La larghezza della fenditura, regolabile tramite una vite, permette una più esatta determinazione della lunghezza d'onda delle righe spettrali. La parte ottica dello strumento è costituita da un sistema di lenti convergenti e da un prisma a base triangolare; la lunghezza del prisma ne migliora il potere risolutivo. L'osservazione può essere effettuata per mezzo di un cannocchiale, il cui oculare presenta una vite per la regolazione della messa a fuoco. Un'altra vite, sul lato sinistro, serve per spostare il cannocchiale su un piano orizzontale. Sul lato opposto si trova un sistema di due lenti, tra le quali è situato un vetrino con una scala di riferimento a divisioni equidistanti, la quale una volta illuminata viene proiettata su una faccia del prisma e riflessa successivamente dentro il cannocchiale. Tale sistema è mobile orizzontalmente ed è dotato di una vite che funge da dispositivo di blocco. Lo strumento ha trovato riscontro nell'inventario ma con la dicitura di "Goniometro di Babinet completo di noni e cannocchiale", mentre la didascalia di sala lo riporta come spettroscopio, per questo si è seguita questa denominazione

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