stereoscopio

ca 1900 - ca 1940

Contenitore: composto da due contenitori in legno sovrapposti. La scatola inferiore è quadrata e ha uno sportello incernierato sul fronte e due maniglie in metallo ai lati; contiene tre cassetti con appositi raccoglitori per le lastre stereoscopiche; quella superiore rettangolare, contiene l'ingranaggio per la rotazione delle lastre e il visore. Dallo sportello superiore incernierato si ha accesso agli scomparti dove vanno inserite le lastre. Sul lato frontale sono presenti due oculi, attraverso cui si osservano le immagini, e una levetta per la regolazione della messa a fuoco. Nella parte posteriore vi è un vano coperto da un pannello opaco che permette il passaggio della luce, fondamentale per illuminare le lastre fotografiche. Ai lati della scatola si trovano due pomelli, mentre sul lato sinistro è posizionata una piccola levetta, e sul lato destro una levetta più grande, che serve per cambiare la lastra in visione. Sempre sul lato sinistro è presente una scala graduata rotonda, con un indicatore che segna il numero della lastra in uso. Il dispositivo è dotato di una collezione di 197 lastre fotografiche (vedi inv. 900009332). Motore: manuale a vite/rotazione. Modalità d’uso: le lastre di vetro vanno inserite negli appositi scomparti del carrello rotante. Dopo aver chiuso gli sportelli del coperchio, la macchina deve essere posizionata vicino a una fonte di luce naturale o artificiale, affinché le immagini vengano correttamente illuminate. Guardando attraverso le lenti frontali, si può utilizzare le manopole laterali per cambiare le immagini. La particolarità dello stereoscopio risiede nella capacità di creare un effetto tridimensionale. Questo si basa sul principio che gli occhi umani, le cui pupille sono distanziate mediamente di 6,5 cm, trasmettono al cervello due immagini leggermente diverse, da cui deriva la percezione della profondità. Il principio stereoscopico cerca di replicare questa illusione di tridimensionalità catturando due immagini parallele dello stesso soggetto, con l'uso di fotocamere a doppio obiettivo che riprendono la scena dalla stessa distanza degli occhi umani. Le immagini risultanti (in forma di diapositive o stampe stereoscopiche) possono poi essere osservate con uno strumento come lo stereoscopio, che permette di percepire la profondità e simulare la visione tridimensionale

  • OGGETTO stereoscopio
  • MISURE Misura del bene culturale 1201354561: 49x27x28 cm
    Misura del bene culturale 1201354561: 49x47x48 cm
  • ATTRIBUZIONI Jules Richard Company
  • LOCALIZZAZIONE ICBSA (Istituto Centrale per i Beni Sonori e Audiovisivi)
  • INDIRIZZO Via Michelangelo Caetani, 32, Roma (RM)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il primo prototipo di stereoscopio fu ideato nel 1832 da Sir Charles Wheatstone, il quale utilizzava coppie di disegni simili per ricreare l’effetto tridimensionale. Con l’avvento della fotografia, il dispositivo fu ulteriormente perfezionato, portando allo sviluppo dello stereoscopio a specchi. Successivamente, Sir David Brewster semplificò il design introducendo lo stereoscopio a lenti, che risultava più leggero, pratico e maneggevole. Nel corso del tempo, altri scienziati, ottici e inventori contribuirono a migliorare ulteriormente il dispositivo. Il Taxiphote è stato uno dei più famosi visori stereoscopici francesi, creato da Jules Richard nel 1893. Questo dispositivo, utilizzato principalmente tra il XIX e il XX secolo, permetteva di visualizzare fotografie stereoscopiche, ovvero immagini scattate con una doppia lente per creare un effetto tridimensionale. Il Taxiphote veniva usato per proiezioni di diapositive su lastra di vetro e aveva meccanismi avanzati per cambiare facilmente le immagini e migliorare la messa a fuoco. Il sistema usava lastre fotografiche speciali, conosciute come "stereo-placche," che consentivano di visualizzare scene in tre dimensioni e potevano essere caricate in un supporto per la visione sequenziale. Il taxiphote venne prodotto in quattro formati e quello presentato in questa scheda dovrebbe essere il modello Taxiphote n.1. Durante il XIX secolo, lo stereoscopio veniva utilizzato principalmente per la visione di stereogrammi su carta o vetro. Nel XX secolo, con l’evoluzione della tecnologia fotografica, furono sviluppati nuovi sistemi come il Tru-Vue e il celebre View-Master, che sfruttavano diapositive su pellicola per creare l'effetto tridimensionale. Con l’avvento del XXI secolo, sono stati introdotti anche dispositivi digitali capaci di visualizzare immagini stereoscopiche generate da software informatici. Lo stereoscopio ha trovato applicazioni in vari settori, tra cui intrattenimento, gioco, diagnostica medica, ricerca scientifica e rilevamento fotogrammetrico
  • TIPOLOGIA SCHEDA Patrimonio scientifico e tecnologico
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1201354561
  • NUMERO D'INVENTARIO 274155
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Istituto Centrale per i Beni Sonori e Audiovisivi
  • ENTE SCHEDATORE Istituto Centrale per i Beni Sonori e Audiovisivi
  • DATA DI COMPILAZIONE 2024
  • ISCRIZIONI lato frontale - LE TAXIPHOTE / STÉRÉO-CLASSEUR / DISTRIBUTEUR AUTOMATIQUE / BREVETÉ S.G.D.G - maiuscolo - francese
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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