scatola per puntine fonografiche

ca 1900 - ca 1950

Scatolina tonda in bachelite con coperchio di colore bianco e base di colore nero di produzione italiana per puntine fonografiche. Modalità d’uso:scelta una puntina dalla sua confezione, montarla sul diaframma di un grammofono; attivare la rotazione del piatto del disco di un grammofono e portare la puntina all’interno del solco a spirale inciso sul disco. La puntina, all’interno del solco, oscilla trasmettendo delle vibrazioni alla membrana del diaframma che riproduce il suono e che viene poi amplificato da una tromba interna o esterna alla macchina

  • OGGETTO scatola per puntine fonografiche
  • MISURE Misura del bene culturale 1201354446: 1,7x4,5x4,5 cm
  • ATTRIBUZIONI Ruma
  • LOCALIZZAZIONE ICBSA (Istituto Centrale per i Beni Sonori e Audiovisivi)
  • INDIRIZZO Via Michelangelo Caetani, 32, Roma (RM)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L’industria del suono riprodotto iniziò nel 1877 negli Stati Uniti quando Thomas Edison inventò una maniera di registrare il suono su un foglio di alluminio e di riprodurlo tramite una macchina che chiamò fonografo. Nel corso di una decina di anni, questo sistema venne notevolmente migliorato, prima con l’invenzione nel 1886 dei cilindri di cera Bell-Tainter e poi nel 1887 con l’invenzione del disco e l’adozione dell’incisione orizzontale fatta da Emile Berliner che non solo riproduceva il suono con molta più facilità ma rendeva anche la duplicazione molto più agevole. All’invenzione del disco Berliner accompagnò l’invenzione di una macchina per riprodurlo ovvero il grammofono che venne perfezionata nel 1896 da Eldridge R. Johnson con l’aggiunta del motore a molla. Le puntine fonografiche erano un accessorio fondamentale per il buon funzionamento di un grammofono. Era necessario cambiarle regolarmente per evitare di rovinare il solco dei dischi e venivano vendute in scatole da 100, 200 o anche più pezzi. Prodotte in acciaio, ne esistono di varie tipologie a seconda di come ne veniva modellata la punta. La differenza tra una puntina e l’altra veniva individuata nel “tono” o meglio nel volume della riproduzione: a seconda della forma della testa di una puntina che poteva essere più o meno affilata, era possibile ottenere una resa del suono dal tono più o meno “morbido” o più o meno “forte”. Le puntine, quindi, venivano vendute e pubblicizzate a seconda della loro qualità di riproduzione e venivano spesso prodotte dalle stesse aziende produttrici di dischi. Venivano vendute principalmente in scatoline di latta di varie dimensioni ma esistevano anche diverse tipologie di confezioni in carta. Le scatoline nelle quali venivano confezionate le puntine sono un soggetto di grande interesse per i collezionisti. In questa scheda viene descritta una scatolina tonda da 200 pezzi prodotta da un marchio italiano: Ruma
  • TIPOLOGIA SCHEDA Patrimonio scientifico e tecnologico
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1201354446
  • NUMERO D'INVENTARIO 345238
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Istituto Centrale per i Beni Sonori e Audiovisivi
  • ENTE SCHEDATORE Istituto Centrale per i Beni Sonori e Audiovisivi
  • DATA DI COMPILAZIONE 2024
  • ISCRIZIONI coperchio - 200 / PUNTINE / RUMA / RADIOFONOGRAFO / FORTISSIMO - maiuscolo - italiano
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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