mirino a traguardo
ca 1900 - ca 1949
Mirino piano-concavo con traguardo.||Su due lati contrapposti di un telaio in metallo sono montate due parti ripiegabili: una lente piano concava rettangolare e un traguardo.||La lente è montata su una cornice in metallo e presenta una croce incisa sul vetro, il traguardo è costituito da una piccola astina in metallo
- OGGETTO mirino a traguardo
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MATERIA E TECNICA
METALLO
VETRO
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MISURE
Altezza: 2,5 cm
Lunghezza: 3 cm
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CLASSIFICAZIONE
fotografia
industria, manifattura, artigianato
Fotografia
- AMBITO CULTURALE Manifattura
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Padiglione Aeronavale
- INDIRIZZO via San Vittore, 21, Milano (MI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il mirino è una delle parti essenziali degli apparecchi fotografici, permette infatti di scegliere e comporre l'inquadratura ovvero di inquadrare quale potrebbe essere l'immagine dopo l'esposizione.||I grandi apparecchi da studio o da terrazza non erano di solito provvisti di mirino e l'immagine veniva visualizzata su un vetro smerigliato, invertita lateralmente e ribaltata.||I primi apparecchi fotografici a cassetta erano invece provvisti di uno o più mirini a riflessione costituiti da un parallelelpipedo in legno o metallo, inserito su una superficie dell'apparecchio, con due vetri alle estremità e uno specchio inclinato a 45° posto al centro. L'inquadratura era buona, non altrettanto la qualità della visione.||Gli apparecchi pieghevoli, a soffietto, per tutta la prima metà del XX secolo vennero invece equipaggiati con mirino a riflessione orientabile per riprese in orizzontale o verticale, oppure con mirino a traguardo richiudibile costituito da un telaio in metallo di forma triangolare sul quale sono montate due parti ripiegabili: una lente piano concava rettangolare con incisa una croce al centro e un traguardo costituito da un'astina in metallo o da una piccola lente. Questo mirino veniva anche detto Newtoniano. Poteva anche essere costituito semplicemente da una cornice in metallo e un anello. L'inquadratura con questi mirini restituiva immagini dritte e delle stesse dimensioni della realtà.||Sempre in questi anni, gli apparecchi pieghevoli, a soffietto, disponevano anche di mirini a pozzetto ovvero costituiti da un vetro smerigliato posto sopra l'apparecchio fotografico sul quale veniva riflessa l'immagine proveniente dall'obiettivo mediante uno specchio a 45°. Il nome proviene dalla posizione orizzontale in cui è ricostruita l'immagine che obbliga ad osservarla dall'alto (come in un pozzo), invertita lateralmente e ribaltata. Questo tipo di mirino era utilizzato anche nelle macchine biottiche (reflex binoculari).||Un altro tipo di mirino molto semplice è quello ottico Galileiano, a visione diretta, costituito da due lenti poste all'interno di una finestrella posta vicino all'obiettivo. Nitido, luminoso ed economico era però soggetto all'errore di parallasse. Utilizzato all'incirca dagli anni '30, fino all'avvento dei mirini a pentaprisma per le fotocamere reflex. Utilizzato un po' più a lungo nelle fotocamere compatte economiche.||I mirini a pentaprisma ricevono l'immagine direttamente dall'obiettivo di ripresa, l'immagine è riflessa da uno specchio a 45° verso il pentaprisma che riflette e orienta correttamente l'immagine verso il mirino sul dorso della fotocamera. Durante lo scatto, lo specchio si alza verso il pentaprisma permettendo il passaggio della luce, oscurando al contempo il mirino.||A partire dagli anni '50 il mirino galileiano cominciò ad essere accoppiato ad un telemetro per il controllo dell'esposizione. Nel mirino a pentaprisma o a pozzetto iniziò invece ad essere inserito un telemetro, sempre per il controllo dell'esposizione. ||Nelle moderne fotocamere digitali non reflex, il mirino è sostituito da un un display LCD che visualizza in tempo reale l'immagine acquisita e può essere accompagnato da un piccolo mirino ottico di tipo galileano
- TIPOLOGIA SCHEDA Patrimonio scientifico e tecnologico
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà privata
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0301970086
- NUMERO D'INVENTARIO 13092
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i beni storici artistici ed etnoantropologici per le province di Milano Bergamo Como Lecco Lodi Monza Pavia Sondrio Varese
- ENTE SCHEDATORE Regione Lombardia
- DATA DI COMPILAZIONE 2008
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2011
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0