visore stereoscopico portatile, per vedute su carta e su lastra
ca 1870 - ca 1870
J. Fleury - Hermagis (ante1863/ Post 1908)
ante1863/ post 1908
Questo visore è costituito da una scatola trapezoidale in legno e da una coppia di oculari posizionati sulla base minore. Le lenti sono acromatiche.||La regolazione simultanea della distanza lenti-stereoscopia, e quindi la messa a fuoco dell'immagine, avviene mediante una rotella posizionata lateralmente che trasferisce il moto rotatorio ad una vite solidale alle ottiche.||Sulla parte superiore del visore è presente una ribalta insernierata nella parte bassa, al cui interno è collocato uno specchio.||La parte posteriore dovrebbe essere chiusa da uno sportello scorrevole con vetro smerigliato, che però è mancante.||Attraverso due fessure longitudinali, inserite tra visore e vetro smerigliato, si poteva inserire la stereoscopia
- OGGETTO visore stereoscopico portatile, per vedute su carta e su lastra
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MATERIA E TECNICA
LEGNO
METALLO
VETRO
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MISURE
Altezza: 11 cm
Lunghezza: 16 cm
Larghezza: 19 cm
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CLASSIFICAZIONE
stereoscopia
fotografia
industria, manifattura, artigianato
Fotografia
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ATTRIBUZIONI
J. Fleury - Hermagis (ante1863/ Post 1908): costruttore
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Padiglione Aeronavale
- INDIRIZZO via San Vittore, 21, Milano (MI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La stereoscopia è una tecnica utilizzata soprattutto nel XIX secolo per ottenere l'illusione di un'immagine tridimensionale.||I primi studi moderni sulla visione stereoscopica si devono a Wheatstone il quale si accorse che due immagini dello stesso soggetto riprese da due punti di vista leggermente differenti, guardate attraverso un dispositivo che permetteva a ciascun occhio di vederne una sola delle due, venivano poi ricomposte dal cervello come se fosse una sola immagine ma come se fosse in tre dimensioni.||Nel 1849, David Brewster creò il primo visore stereoscopico: era costituito da una scatola con forma rastremata con due lenti dalla parte più stretta e l'immagine stereoscopica da quella opposta. All'interno un separatore permetteva ad ogni occhio di vedere una sola delle due immagini.||Una delle prime presentazioni in pubblico di questa tecnica (utilizzando dagherrotipi stereoscopici) si ebbe alla Great Exhibition nel 1851.||Inizialmente, per ottenere le stereoscopie, venivano fatte due riprese dello stesso oggetto con un apparecchio che veniva spostato di qualche centimetro lungo una guida.||Successivamente vennero prodotti i primi apparecchi fotografici bioculari ovvero apparecchi con due obiettivi uguali montati affiancati che permettevano la ripresa simultanea delle due immagini (obiettivi stereo). Con l'introduzione delle macchine a soffietto anche gli apparecchi stereoscopici divennero portatili.||Le stereoscopie venivano poi guardate con appositi visori le cui lenti aiutavano gli occhi a sovrapporre le due immagini e a percepirle come una sola (non si avevano più scatole con separatore in mezzo).||Tra il 1850 e il 1870 vennero venduti migliaia di visori stereoscopici, anche economici, e milioni di stereoscopie, soprattutto di paesaggi, monumenti e ritratti.||Le riprese stereoscopiche furono soprattutto appannaggio di fotografi professionisti e meno di amatori.||Il commercio di immagini stereoscopiche di luoghi vicini e lontani e la moda dilagante fra le classi abbienti di collezionarne in grande quantità possono essere spiegati riconducendosi al desiderio di scoperta del mondo che caratterizza la seconda metà dell' '800.||Il successo della fotografia stereoscopica proseguì fino al 1930 per riprendere brevemente negli anni '50 e '60. In quegli anni il View Master fu l'ultimo sistema stereoscopico largamente diffuso.||Gli stereoscopi Hermagis venivano venduti in Italia da ditte quali la Ditta Ganzini, Namias & C. di M. Ganzini e da Lamperti & Garbagnati entrambe di Milano
- TIPOLOGIA SCHEDA Patrimonio scientifico e tecnologico
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà privata
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0300634082
- NUMERO D'INVENTARIO 6055
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i beni storici artistici ed etnoantropologici per le province di Milano Bergamo Como Lecco Lodi Monza Pavia Sondrio Varese
- ENTE SCHEDATORE Regione Lombardia
- DATA DI COMPILAZIONE 2008
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2011
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0