Ravenna. Museo Arcivescovile, mosaico staccato dall'abside della Basilica Ursiana, frammento con testa di San Barbaziano
negativo,
post 1895 - ante 1914
Ricci, Luigi (1823-1896)
1823-1896
Ditta Luigi Ricci (1896-1930)
1896-1930
- OGGETTO negativo
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SOGGETTO
Architetti - Italia - Sec. V - Maestranze ravennati
Emilia Romagna - Ravenna - Complessi museali - Palazzo Arcivescovile - Museo Arcivescovile - Sala dei mosaici e della Vergine orante
Mosaici - Mosaici staccati - Decorazione musiva absidale - Catino absidale, primo registro - Frammento - Testa di San Barbaziano
Architettura religiosa - Chiese - Cattedrali - Basilica Ursiana - Abside
Mosaicisti - Italia - 1112 - Maestranze veneziane di S. Apollinare in Classe
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MATERIA E TECNICA
VETRO
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MISURE
Misura del bene culturale 0800649465: 23,8x18 cm
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CLASSIFICAZIONE
DOCUMENTAZIONE DEL PATRIMONIO ARCHITETTONICO E STORICO ARTISTICO
- AMBITO CULTURALE Maestranze Veneziane Di S. Apollinare In Classe
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ATTRIBUZIONI
Ricci, Luigi (1823-1896): fotografo principale
Ditta Luigi Ricci (1896-1930): altro fotografo
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini
- LOCALIZZAZIONE Basilica ed ex Monastero benedettino di San Vitale
- INDIRIZZO Via San Vitale, 17, Ravenna (RA)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Nel 1734, a causa delle pessime condizioni conservative in cui si trova, si intraprende l'abbattimento della basilica Ursiana, al fine di costruire una rinnovata basilica metropolitana. Negli anni tra il 1741 e il 1743 avviene lo smantellamento del catino absidale, con conseguente distruzione della decorazione musiva, risalente al 1112, e costituita da tre registri differenziati iconograficamente, di cui l'architetto Gianfrancesco Buonamici realizza un accurato disegno per conservarne memoria. Dalla distruzione si salvano sei frammenti musivi, cinque dei quali vengono murati, dall'architetto Buonamici, nei locali della vicina Cappella Arcivescovile e del museo lapidario Arcivescovile di cui le lastre oggetto di studio rappresentano un esempio. Alla luce del disegno in questione, sappiamo che nel catino absidale erano rappresentate scene tratte da episodi relativi alla Resurrezione di Cristo, mentre nei due registri inferiori erano rappresentate immagini a carattere celebrativo della chiesa ravennate delle origini: nel primo registro, includente cinque finestroni, erano raffigurati alcuni momenti della vita del protovescovo Apollinare, nonché le immagini dei santi Barbaziano, Ursicino, Giovanni Battista e della Vergine; alla base della tribuna era invece una teoria di vescovi e santi ravennati che comprendeva i primi undici presuli, i cosiddetti “vescovi colombini”, con al centro Apollinare in atteggiamento orante, e all'estremità sinistra, il martire Vitale. Dei sei frammenti conservatisi e raffigurati tutti nelle lastre oggetto di studio (si veda le scheda che hanno come oggetto la Vergine orante), è compresa anche una figura maschile colta nell'atto di appoggiare il capo ad una lastra rettangolare, ed è probabile che sia da individuare come parte della figura rappresentata nel secondo registro musivo, all'estremità destra nella scena relativa alla sepoltura di Apollinare, nell'atto di sollevare la lastra da porre sul sarcofago del protovescovo. Già nel 1903, Corrado Ricci commissiona ad Alessandro Azzaroni e Giuseppe Zampiga di redigere una relazione sullo stato dei mosaici della Cappella e di quelli staccati dall'antico abside metropolitano. I restauratori mettono chiaramente in evidenza lo stato precario del primo monumento, argomento già evidente al Ricci. Finalmente, tra il 1910 e il 1919 venne messo in atto l'intervento del Gerola che, indagate le varie tracce dell'antico impianto, ne ripristinò l'articolazione planimetrica, comprendendo che la cella era preceduta da un vestibolo di forma rettangolare allungata e terminava dalla parte opposta con un abside; sia l'uno che l'altra vennero riportati in essere completandone il rivestimento parietale in lastre di marmo greco e quello musivo in gran parte perduto. Del ripristino e del restauro del patrimonio musivo, dell'intero complesso, si occuperà Giuseppe Zampiga a partire dal 1911. Nella prima edizione del catalogo di Luigi Ricci del 1869 non compaiono titolazioni che raffigurino i soggetti rappresentati nelle lastre. Per la prima volta nel catalogo del 1877, compaiono due negativi, con numero di inventario 221 e 222 le cui titolazioni li descrivono come raffiguranti “Due circoli con ritratto di S. Apollinare e S. Vitale” e “Due teste a mosaico nella sala lapidaria annessa alla cappella”, mentre l'unica lastra oggetto d'esame, che riporta la consueta etichetta in basso a sinistra, è riconducibile al numero di inventario 218. Tale numero, compare per la prima volta nel 1882 e non cambierà nelle edizioni successive dei cataloghi del 1895, 1900 e 1914. Nel gruppo è presente la raffigurazione della testa di San Ursicino (erroneamente riconosciuto come San Vitale), ma compare isolata, non insieme a quella di S. Apollinare cosi come descritto nel catalogo a stampa del 1877; inoltre, nell'Archivio fotografico della Soprintendenza sono presenti due positivi (neg.n. 151062) raffiguranti le teste dei santi Barbaziano e Vitale con lo stesso numero di inventario 218 presente sul negativo oggetto di studio che invece rappresenta San Pietro. Le lastre oggetto di studio, raffigurano i mosaici staccati entro delle cornici, evidentemente esposte nel Museo Arcivescovile. La lastra raffigurante San Pietro, l'unica con il numero di inventario apposto su etichetta, è stata ricondotta al catalogo a stampa del 1882; le altre quattro lastre, per affinità tecnico formali e stilistiche e vista l'impossibilità di ricondurle ad una pubblicazione certa, sono state circoscritte tra il 1895 e il 1914, attribuendo loro quindi una doppia paternità, a Luigi Ricci e alla generica Ditta Ricci che, dopo la morte del fotografo, continuò il suo operato
- TIPOLOGIA SCHEDA Fotografia
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800649465
- NUMERO D'INVENTARIO 14675
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini
- DATA DI COMPILAZIONE 2017
- ISCRIZIONI pergamino: recto: in alto e al centro - 6-G-22// 14575/ RA/ Mosaico - capitale -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0