BOLOGNA/ CHIESA DEL CORPUS DOMINI/ PARTICOLARE CAPPELLA 2a (adiacente tomba Galvani)/ DURANTE I LAVORI DI RESTAURO

negativo, post 1954 - ante 1973/12/27
Anonimo (xx Terzo Quarto)
XX terzo quarto

La lastra era originariamente contenuta in una busta pergamina; tale custodia si conserva separatamente in una scatola. Il negativo presenta sul lato emulsione, una mascheratura in carta nera lungo tutto il perimetro

  • OGGETTO negativo
  • SOGGETTO Ricostruzione postbellica - Guerra mondiale 1939-1945
    Scultori italiani - Sec. 17.-18. - Piò, Angelo Gabriello
    Profeta Isaia e Profeta Geremia - Sculture - Stucco - Sec. 18
    Italia - Emilia Romagna - Bologna - Chiesa del Corpus Domini - Cappella Zambeccari
    Cristo che dà la Comunione agli Apostoli - Sec. 17. - Dipinti - Pale d'altare
    Edifici di culto - Chiese - Interni - Cappelle
    Pittori italiani - Franceschini, Marcantonio - Sec. 17.-18
  • MATERIA E TECNICA VETRO
  • CLASSIFICAZIONE DOCUMENTAZIONE DEL PATRIMONIO ARCHITETTONICO E STORICO ARTISTICO
  • ATTRIBUZIONI Anonimo (xx Terzo Quarto): fotografo principale
    Piò, Angelo Gabriello (1690-1770): scultore
    Franceschini, Marcantonio (1648-1729): pittore
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Dall'Armi Marescalchi
  • INDIRIZZO Via IV Novembre, 5, Bologna (BO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Costruito fra il 1477 e il 1480 da Nicolò di Marchionne da Firenze e Francesco Fucci da Dozza, il Corpus Domini è uno dei santuari più cari alla devozione popolare. L'edificio è conosciuto anche con il nome di “Chiesa della Santa” in quanto in esso è conservato il corpo di Santa Caterina de' Vigri, fondatrice nel 1456 del primo convento di suore Clarisse a Bologna. Conservando la facciata rinascimentale, Giovan Giacomo Monti rimaneggiò l’edificio nella seconda metà del Seicento, in forma barocca. L’interno è a una navata, con cappelle affrescate da Marcantonio Franceschini e arricchito da sculture di Giuseppe Mazza. La chiesa deve però la sua notorietà all'esuberante portale in terracotta attribuito a Sperandio di Bartolomeo de' Savelli. Il santuario venne per la maggior parte distrutto dall’incursione aerea del 5 ottobre del 1943, che abbatté la facciata, il tetto, le volte della nave, alcune cappelle e la parte superiore dei muri di perimetro; inoltre distrusse e mutilò l’interna decorazione ad affresco e a stucco. I negativi in esame (N_003417 e N_003561) corrispondono a due inquadrature differenti della seconda cappella sul lato settentrionale del santuario, di giuspatronato della famiglia Zambeccari, prima del restauro postbellico. Nello specifico, l’immagine N_003417 mostra ciò che è rimasto della decorazione monocroma rappresentante una figura allegorica dipinta da Vittorio Maria Bigari posta sul lato destro (purtroppo non è più visibile l’allegoria della parete di fronte), mentre la fotografia N_003561 presenta il dipinto “Cristo che dà la Comunione agli Apostoli” di Marcantonio Franceschini appoggiato contro la facciata della cappella Zambeccari. Il recupero in corso dell'archivio fotografico SABAP, offre l'interessante opportunità di osservare l'evoluzione degli edifici e dei beni tutelati e restaurati dalla Soprintendenza. Nel caso della Chiesa del Corpus Domini il restauro architettonico dell’edificio religioso iniziò già nel 1946: diversa sorte invece toccò alle decorazioni scultoree e pittoriche delle cappelle del santuario, i cui ripristini subirono diverse battute d’arresto. Dall’attenta osservazione della matrice N_003417 si possono trarre diverse informazioni utili alla datazione: sul lato sinistro dell’immagine si scorge una porzione della parete frontale della cappella maggiore, in cui il restauro dell’angelo musicante appartenente al complesso scultoreo “Padre Eterno in gloria e angeli musicanti” realizzato all’inizio degli anni Novanta del Seicento da Giuseppe Maria Mazza, è terminato (il ripristino si concluse intorno al 1954-1955). Sul lato destro della medesima immagine si riconosce la tela di Franceschini presente nel fototipo N_003561. In considerazione a ciò, si può definire che le due lastre realizzate da autore ignoto, sono state eseguite contemporaneamente, nell’arco cronologico compreso tra il 1954 e la fine del 1973 (data desunta da una relazione della Soprintendenza ai Monumenti dell’Emilia, redatta da Sergio Piconi, in cui viene precisato che i restauri furono ultimati il 27 dicembre di quell’anno)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Fotografia
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800641930
  • NUMERO D'INVENTARIO N_003561
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • DATA DI COMPILAZIONE 2017
  • ISCRIZIONI sul pergamino: recto - BOLOGNA/ CHIESA DEL CORPUS DOMINI/ PARTICOLARE CAPPELLA 2a (adiacente tomba Galvani)/ DURANTE I LAVORI DI RESTAURO -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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