Progetto per il centro di Imola/ Facciata su via Emilia
negativo,
1932 - ante 1932/12/20
A. Villani & Figli (1932-1970)
1932-1970
Capezzuoli, Corrado (1885-1952)
1885-1952
La lastra era originariamente contenuta in una busta pergamina e corredata da una schedina inventariale (in fotocopia); custodia e schedina si conservano ora in una apposita scatola. Sul fototipo sono visibili le tracce del portalastra agli angoli
- OGGETTO negativo
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SOGGETTO
Architettura civile - Palazzi - Facciate - Disegni architettonici
Architetti italiani - Sec. 20. - Capezzuoli, Corrado
Italia - Emilia-Romagna - Bologna- Imola - Palazzo del Centro
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MATERIA E TECNICA
VETRO
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CLASSIFICAZIONE
DOCUMENTAZIONE DEL PATRIMONIO ARCHITETTONICO
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ATTRIBUZIONI
A. Villani & Figli (1932-1970): fotografo principale
Capezzuoli, Corrado (1885-1952): architetto progettista
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
- LOCALIZZAZIONE Palazzo Dall'Armi Marescalchi
- INDIRIZZO Via IV Novembre, 5, Bologna (BO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il negativo riproduce il disegno dell’architetto Corrado Capezzuoli presentato nel 1932 al concorso per la realizzazione del Centro di Imola. La ripresa, eseguita dalla ditta Villani, stando alle indicazioni della busta pergamina, è stata realizzata presumibilmente durante la presentazione dei disegni concorrenti presso le sale della sede municipale di Imola, così come farebbe pensare l’esposizione del progetto su cavalletto. L’esigenza di dotare la città di un moderno e ampio spazio pubblico per facilitare il flusso cittadino, nei giorni di maggiore traffico costretto in vie troppo strette, nacque già agli inizi degli anni ’20 per avviarsi intorno al ’29, in parallelo ad una serie di altri rilevanti interventi urbanistici, con l’iniziale coinvolgimento dell’architetto imolese Remigio Mirri e dell’architetto Pontoni a seguire. Al primo si devono i progetti di sistemazione del centro che prevedevano l’abbattimento di edifici preesistenti per concedere spazio ad un’ampia galleria di collegamento tra la via Emilia, su cui si dava l’affaccio principale e la retrostante piazza Alberghetti (oggi piazza Gramsci), inserita tra il palazzo Vacchi e le proprietà della Cassa di Risparmio. Quantunque apprezzato e sostenuto l’intervento dell’architetto Mirri, proseguito per circa due anni con continue modifiche, il Comune decise nel 1932 di procedere all’assegnazione dell’incarico tramite bando di concorso per “un proporzionato spazio coperto centrale da adibirsi ad uso pubblico”. Il Mirri denunciò questo cambio di rotta nei suoi confronti con un libello (Mirri 1932) in cui offre puntuale spiegazione dell’iter che ha visto protagonista la sua professionalità, scalzata da un’avvenuta preferenza politica da legittimare tramite procedura concorsuale. Ci informa dell’esito del concorso un articolo di Giuseppe Rivani apparso su “L’Avvenire d’italia” del 20 dicembre 1932. Sarà decretato vincitore l’architetto G. B. Milani, mentre a Corrado Capezzuoli, presente con il progetto documentato dal negativo in trattazione, spetterà il secondo posto ex-aequo con l’elaborato degli architetti Pontoni-Poggiali. Terzo posto ex aequo agli ingegneri Padovani-Rabbi e all’architetto Marabini con l’ingegnere Graziani. Dopo aver dissertato su ognuno dei progetti presentati, Rivani, pur nella condivisione della terna costituita dalla commissione, non manca di specificare: “il progetto premiato col primo grado, nel suo insieme di massima, richiesto dal bando di concorso non denota una netta superiorità sui progetti giudicati ex-aequo meritevoli del secondo premio”. Sarebbe infatti l’architetto Milani, almeno secondo quanto dichiarato dal Mirri nelle sue pubbliche invettive, il vincitore designato a priori dall’autorità comunale. Ritornando al progetto di Capezzuoli, il professor Rivani ce ne restituisce una puntuale descrizione degli ambienti e delle funzionalità interne, tralasciando le qualità più meramente estetiche del prospetto di cui possediamo documentazione in questa ripresa: “un progetto che si distacca come impostazione caratteristica della galleria è quella dell’architetto Capezzuoli che ha sviluppato grandiosamente lo spazio centrale a base ottagonale sormontandolo da una cupola a grande monta con nervatura in cemento armato ad ampi spazi vetrati su tamburo con occhi circolari di areazione”. Questo fototipo risulta essere l’unico in possesso della locale Soprintendenza a documentazione dei progetti presentati. A tal proposito ricordiamo la presenza di Corrado Capezzuoli nell’organico della Soprintendenza, assunto in qualità di architetto tramite concorso nel 1926 (Cavani 2011, p. 147)
- TIPOLOGIA SCHEDA Fotografia
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800641518
- NUMERO D'INVENTARIO N_001530
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
- DATA DI COMPILAZIONE 2017
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0