Casa natale di Guglielmo Marconi

negativo insieme, 1944/02 - 1944/02

Le lastre erano originariamente contenute in una busta pergamina; tale custodia. completa di iscrizioni, si conserva separatamente in una scatola. Ad entrambi i fototipi era allegata in fotocopia una schedina inventariale descrittiva dell'insieme, ora conservata all'interno del relativo pergamino. Visibili le tracce del portalastra agli angoli

  • OGGETTO negativo insieme
  • SOGGETTO Bombardamenti aerei - Danni di guerra - Guerra mondiale 1939-1945
    Architettura civile - Palazzi - Facciate
    Italia - Emilia-Romagna - Bologna - Casa Natale di Guglielmo Marconi
  • MATERIA E TECNICA VETRO
  • CLASSIFICAZIONE DOCUMENTAZIONE DEL PATRIMONIO ARCHITETTONICO
  • ATTRIBUZIONI A. Villani & Figli (1932-1970): fotografo principale
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Dall'Armi Marescalchi
  • INDIRIZZO Via IV Novembre, 5, Bologna (BO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Confinante col palazzo senatorio Dall’Armi, la Casa natale di Guglielmo Marconi sorse sulle preesistenze degli Argeli, che nel 1568 passarono di proprietà alla famiglia Chiari a cui si deve l’accorpamento degli edifici anteriori e la costruzione del palazzo cinquecentesco. Al 1683 risale la cessione di casa e annessi al banchiere modenese Sora la cui famiglia ne deterrà la proprietà fino al 1766 quando, scomparso il conte Cristoforo di Camillo Sora, l’eredità passerà al giovanissimo Camillo Munarini con l’esclusivo vincolo di mantenere arme e cognome dei Sora. Nel 1811 Camillo Munarini Sora vendette il palazzo a Ferdinando Marescalchi, unificando i due stabili al numero 5 e 7 in un’unica proprietà. I beni passeranno poi alla famiglia Orlandini, detentrice dell’immobile fino agli anni ’60 del ‘900. In una delle sale in affaccio sul cortile interno al civico 7 nacque nel 1874 Guglielmo Marconi, così come certifica una lapide posta a ricordo nel 1901 sull’architrave del portico antistante via IV novembre (si veda relativa scheda di Catalogo delle opere d’arte immobili di Giuseppe Rivani (17 febbraio 1960) di cui si conserva copia presso l’Archivio Storico dell’ex Soprintendenza BAP - faldone 783 (1904-1987)). I fototipi in questione descrivono il palazzo a seguito dei bombardamenti del 24 luglio 1943 e del 29 gennaio 1944. Così il soprintendente ai Monumenti Alfredo Barbacci descrive i danni subiti dallo stabile: “Cadde una parte del muro di facciata all’estremità sinistra, corrispondente a una finestra del penultimo piano e due dell’ultimo, nonché il relativo cornicione. Una vasta distruzione si ebbe anche all’interno e venne danneggiata da schegge anche la facciata” (Barbacci 1977, p. 77). Le negative in questione, realizzate da Villani, parte di una più vasta ricognizione sui monumenti colpiti dai bombardamenti commissionatagli dalla Soprintendenza ai Monumenti dell’Emilia (Bersani 1995, p. 157), mostrano i crolli in facciata con una doppia ripresa di scorcio da lato sinistro e lato destro, così come era stato per Palazzo Scagliarini-Gnudi (NCT 0800641511 ) che presentava simili devastazioni su uno degli angoli superiori dell’edificio. Le riprese vengono fatte risalire, da scheda inventariale allegata, al febbraio del 1944, così come tutta la serie eseguita dalla ditta a documentazione del bombardamento del 29 gennaio, forse il più terribile per le sorti del patrimonio monumentale felsineo. Notiamo che il tratto di portico sottostante all’area dell’edificio colpito è stato puntellato per contenere i rischi di successivi crolli e sono in corso le operazioni di recupero dei beni di appartenenza degli inquilini che abitavano il palazzo. Si intravede inoltre sul muro, uno dei segnali distintivi della protezione antiaerea: “US” per l’uscita di sicurezza con freccia dipinta che conduce al cortile interno all’edificio. Come ci avverte Barbacci, il restauro dell’edificio trovò completezza nel 1974 ad opera della Soprintendenza dei Monumenti dell’Emilia con finanziamento del Ministero della Pubblica Istruzione (Barbacci 1977, pp. 76-77). Da documentazione archivistica (ex Soprintendenza BAP - Archivio Storico (1904-1987) – faldone 783) la ricostruzione sembra essere stata avviata su iniziativa e a spese della famiglia Orlandini già dall’ottobre del 1950 come risulta da richiesta di nulla osta avvio lavori “dovendosi ripristinare degli appartamenti danneggiati dagli eventi bellici nello stabile di via 4 novembre n. 7” (richiesta del 2 ottobre 1950). I lavori proseguiranno ancora nel 1957 sul portico e con il restauro dei soffitti (lettere 12 aprile e 24 maggio 1957). Nel già citato Catalogo delle opere d’arte Immobili redatto da Giuseppe Rivani del 1960 si specifica che il palazzo “Ora risulta restaurato e lasciato al grezzo. Tutto il complesso risulta qua e là bisognoso di un restauro conservativo”. Si puntualizza in questa occasione che il palazzo non è stato ancora oggetto di notifica (si veda Archivio Storico, faldone 783 – relazione del 17 febbraio 1960). [prosegue in OSS]
  • TIPOLOGIA SCHEDA Fotografia
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800641513
  • NUMERO D'INVENTARIO N_001169-N_001170
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • DATA DI COMPILAZIONE 2017
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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