Bologna - Palazzo Scagliarini - Affreschi di Gaetano Gandolfi dopo l'incursione aerea del 29 gennaio 1944

negativo servizio, 1945 - 1945

Le lastre erano originariamente contenute in una busta pergamina; tale custodia si conserva separatamente in una scatola. Alla lastra N_001052 era allegata una schedina inventariale ora conservata all'interno del relativo pergamino. Scarsamente visibili le tracce del portalastra agli angoli

  • OGGETTO negativo servizio
  • SOGGETTO Pittori italiani - Sec. 18.-19. - Gandolfi, Gaetano
    Pitture murali - Affreschi - Soffitti affrescati
    Italia - Emilia-Romagna - Bologna - Palazzo Scagliarini già Gnudi
    Architettura civile - Palazzi - Elementi architettonici - Porte
  • MATERIA E TECNICA VETRO
  • CLASSIFICAZIONE DOCUMENTAZIONE DEL PATRIMONIO STORICO ARTISTICO
  • ATTRIBUZIONI Bacchelli, Armando (xix Prima Metà): fotografo principale
    Gandolfi, Gaetano (1734-1802): pittore
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Dall'Armi Marescalchi
  • INDIRIZZO Via IV Novembre, 5, Bologna (BO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Le lastre in esame documentano le decorazioni ad affresco del salone situato tra i due cortili interni di Palazzo Gnudi-Scagliarini in via Riva Reno al civico 77. Si tratta di tre negativi, due dei quali mostrano il soffitto affrescato con “Il Sacrificio di Ifigenia” di Gaetano Gandolfi (N_001052 e N_001196), mentre la terza riproduce una delle pareti con ingresso alla sala adiacente (lastra N_001053). Le lastre N_001052 e N_001053 sono descritte tramite medesima schedina inventariale (allegata alla prima) mentre attribuiamo per confronto allo stesso insieme la lastra N_001196 che presenta la stessa inquadratura del Sacrificio di Ifigenia così come descritto dalla negativa N_001052. La prima sembrerebbe essere stata scattata a luce diurna con evidenti problemi di messa a fuoco e conseguente scarsa nitidezza, nella seconda il probabile ausilio di luce artificiale conferisce maggiore qualità e chiarezza di dettaglio al fototipo. Dalla schedina inventariale le riprese risultano essere opera “di Bacchelli” eseguite nel 1945. Ipotizziamo con una certa sicurezza che il Bacchelli indicato possa riconoscersi in Armando Bacchelli, lo stesso che rileverà nel 1907, assieme a Luigi Monari, la ditta Fotografia dell’Emilia di Pietro Poppi per poi cederla l’anno successivo al padre Pio Bacchelli e ad Alfonso Zagnoli. Le notizie su questo fotografo sono piuttosto rare ed il dubbio se nel nostro caso si possa trattare di Pio o Armando è fugato dalla datazione di queste lastre troppo avanzata per poter riferirsi al Bacchelli padre. Anche questo maestoso palazzo subì notevoli danni a seguito dell’incursione aerea del 29 gennaio 1944, come documentato dai servizi Villani del 1944 con NCT 0800641510 e 0800641511. In questa sede preme ribadire il lungo stato di incuria in cui versò l’edificio prima degli interventi strutturali di recupero realizzati tra il luglio del 1957 ed il luglio del 1958 (cfr. Archivio ex Soprintendenza BAP, Storico I, BO M 206, lettera del 30 luglio del 1958 e lettera 12 luglio 1957). Con rogito del 27 gennaio del 1944, esattamente un mese prima del fatale bombardamento, il palazzo passò di proprietà al Ricovero di mendicità di Bologna, erede universale degli averi dell’avvocato Arturo Scagliarini detentore dello stabile fino al 1943, anno della sua scomparsa (lettera 31 febbraio 1944). Sarà proprio l’istituzione proprietaria, sul finire degli anni ’50, a sostenere quasi completamente le spese di restauro del monumento. Anteriori a queste date sono piccoli interventi conservativi, tesi a tutelare in particolare il patrimonio artistico ivi custodito. Al 1949 risale il preventivo spesa del pittore Dante De Carolis per il restauro della sala del Gandolfi, oggetto delle riprese di cui si sta trattando. Il maestro descrive in questi termini lo stato di conservazione degli affreschi della volta: “lesioni in senso longitudinale con distacco dell’intonaco dalla superficie d’intradosso con minaccia di caduta dell’intonaco affrescato” (lettera 11 gennaio 1949). Si specifica in questa occasione la necessità di un intervento di recupero anche delle pareti. La situazione, verbalmente descritta nel 1949, non appare troppo dissimile da quanto iconograficamente testimoniato da queste negative del 1945, tanto che le due testimonianze sembrerebbero quasi coeve. Ricordiamo che questo fu uno dei pochi ambienti del palazzo ad essere stato risparmiato dalle devastazioni delle esplosioni, così come possiamo vedere ben documentato dalle due riprese Villani del 1944 con inventario N_001142 e N_001143 (si veda la scheda NCT 0800641510). A tal proposito risulta particolarmente interessante il confronto tra il negativo Bacchelli N_001053 e quello Villani con inventario N_001142. Il soggetto è il medesimo, differente il punto di ripresa e l’inquadratura, prospettica nel secondo caso ed ortogonale nel primo. Notiamo, a distanza di un anno, un generale deperimento degli intonaci con lacune non ravvisabili nelle riprese anteriori. Evidentemente la sala, essendo una delle poche superstiti, iniziò ad essere utilizzata dai nuovi proprietari, come certificato dalla presenza di un calorifero assente nella fotografia Villani
  • TIPOLOGIA SCHEDA Fotografia
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800641509
  • NUMERO D'INVENTARIO N_001052-N_001053; N_001196
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • DATA DI COMPILAZIONE 2017
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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