Documentazione fotografica dell'intervento di ripristino del loggiato del Chiostro dei Morti di San Francesco a Bologna, 1936
negativo documentazione di restauro,
1936 - 1936
Vettori, Giuseppe (notizie Anni Venti-trenta Xx Secolo)
notizie anni Venti-Trenta XX secolo
I negativi erano originariamente contenuti in buste pergamine, che includevano anche le relative schedine inventariali sulle quali è spesso indicato sia l'anno di ripresa, sia l'autore
- OGGETTO negativo documentazione di restauro
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SOGGETTO
Architettura - Conventi - Chiostri - Loggiati - Restauro
Italia - Emilia Romagna - Bologna - Convento di San Francesco - Chiostro dei Morti
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MATERIA E TECNICA
VETRO
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CLASSIFICAZIONE
DOCUMENTAZIONE DEL PATRIMONIO ARCHITETTONICO
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ATTRIBUZIONI
Vettori, Giuseppe (notizie Anni Venti-trenta Xx Secolo): fotografo principale
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
- LOCALIZZAZIONE Palazzo Dall'Armi Marescalchi
- INDIRIZZO Via IV Novembre, 5, Bologna (BO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Con l’arrivo nel 1933 di Carlo Calzecchi Onesti (1886-1943) alla direzione della Soprintendenza all'Arte Medioevale e Moderna dell'Emilia-Romagna, il complesso di San Francesco a Bologna conobbe una nuova fase di interventi. Dopo i discussi restauri di Alfonso Rubbiani condotti tra Otto e Novecento sulla parte absidale e sul fianco settentrionale della chiesa, il prospetto laterale verso la collina e la porzione conventuale attendevano ancora una sistemazione. Dalla metà degli anni Trenta, Calzecchi imbastì un vasto programma di lavori che prevedeva come principali opere la realizzazione dell’intero loggiato sui 4 lati del Chiostro dei Morti (recupero della sagoma esterna della Cappella Muzzarelli, affacciata sul fronte orientale del quadriportico), la nuova ridefinizione dello spazio della piazza antistante la basilica con la riconnessione della facciata della chiesa a quella del Refettorio Vecchio, oltre alla costruzione del nuovo edificio per la Guardia di Finanza che tuttora chiude a meridione l’ampio sagrato; si cercò effettivamente di risolvere la problematica legata all’isolamento della facciata basilicale con la demolizione del fabbricato seicentesco, già sede della caserma della Regia Finanza, che tamponava parte del fronte principale del Refettorio Vecchio affacciato sulla piazza. La scoperta, nell’estate del 1934, delle tracce del quarto lato del loggiato addossato al fianco destro della chiesa (furono rintracciati anche i resti del sepolcro degli Albiroli, si veda in merito N_001890), durante lavori intrapresi dall’Intendenza di Finanza, gettò le basi per il ripristino del quadriportico. I lavori per il recupero del convento vennero diretti dall’architetto Corrado Capezzuoli, dipendente della soprintendenza (in seguito soprintendente a Ravenna), mentre il consulente dei padri minori conventuali fu l’architetto Bruno Parolini (impegnato anche nel secondo dopoguerra nelle opere di ricostruzione del complesso francescano, largamente danneggiato dai bombardamenti). Nel 1935 durante gli interventi al chiostro, venne scoperto nel Refettorio Nuovo un importantissimo dipinto ad affresco raffigurante l’Ultima Cena di Vitale da Bologna (Cesare Brandi ne diede notizia in Bollettino d’Arte nell’aprile dell’anno seguente). Riguardo all’altro celebre ciclo affrescato, quello di Francesco da Rimini, all’epoca conservato ancora in parte presso il Refettorio Vecchio (ex Salara), si operò il completo distacco di ciò che restava soltanto nel 1937 ad opera di Enrico Podio (si veda da da N_001787 a N_001796 e N_001858, ovvero la scheda servizio fotografico NCT 08 00640581). Il recupero del complesso conventuale principiato attorno alla metà degli anni Trenta da Calzecchi, venne sostanzialmente concluso nel 1942 con il nuovo soprintendente Armando Vené, appena un anno prima degli sventurati bombardamenti che colpirono la basilica (Baldini-Monari-Virelli 2014, pp. 46-49). Il gruppo di 9 lastre del 1936, dovuto a Giuseppe Vettori, documenta la fase iniziale dei lavori al Chiostro dei Morti nel fianco addossato alla basilica francescana, fotografando anche lo stato conservativo dei restanti lati del cortile. La ricostruzione del loggiato nel prospetto nord del chiostro è testimoniata in maniera piuttosto stringente dalla serie di immagini che partono da N_001769, proseguendo in ordine con N_001780, N_001764 e N_001753, per concludersi con N_001755, che fotografa l'intera messa in opera del portico. La lapide ripresa in N_001768 è attualmente murata nel loggiato settentrionale del chiostro, accanto al secolcro Albiroli
- TIPOLOGIA SCHEDA Fotografia
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800640583
- NUMERO D'INVENTARIO N_001753, N_001755, N_001756, N_001764, da N_001768 a N_001771, N_001780
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
- DATA DI COMPILAZIONE 2017
- ISCRIZIONI sulla busta pergamina di N_001753: recto - R. SOPRAINTENDENZA/ ALL'ARTE MEDIOEVALE E MODERNA/ DELL'EMILIA E DELLA ROMAGNA/ MOBILE C SCAF. IV N. 15/ INVENT. N. 7967/ LUOGO Bologna/ MONUMENTO Ex Convento di S. Francesco/ Chiostro dei Morti: ricostruzioni/ delle arcate verso la Chiesa/ STAMPE N./ OSSERVAZIONI fot. Vettori. 1936. 18x24 -
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DOCUMENTAZIONE ALLEGATA
faldone documentario (1)
faldone documentario (2)
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0