Camino con decorazioni arabe realizzato da Guglielmo Raimondi
positivo,
post 1882 - ca 1900
Arena, Giacomo (attivo 1860-1910)
attivo 1860-1910
Raimondi, Guglielmo (attivo 1882)
attivo 1882
Albumina incollata su supporto secondario di cartoncino avorio liscio di grammatura pesante. Molto probabilmente il cartoncino è stato rifilato in base alle dimensioni della stampa
- OGGETTO positivo
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SOGGETTO
Italia – Campania - Napoli - Museo Artistico Industriale
Arti decorative – Ceramica – Sec. 19
Scultura decorativa – Camini – Sec. 19
Architetti italiani – Sec. 19. – Raimondi, Guglielmo
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MATERIA E TECNICA
CARTA
albumina
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CLASSIFICAZIONE
DOCUMENTAZIONE DEL PATRIMONIO STORICO ARTISTICO
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ATTRIBUZIONI
Arena, Giacomo (attivo 1860-1910): fotografo principale
Raimondi, Guglielmo (attivo 1882): architetto
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici Etnoantropologici di Bologna Ferrara Forlì Cesena Ravenna e Rimini
- LOCALIZZAZIONE Palazzo Pepoli Campogrande
- INDIRIZZO Via Castiglione 7, Bologna (BO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il Museo Artistico Industriale venne fondato nel 1882 per affiancare le attività didattiche dell’Istituto d'Arte, intitolato a Filippo Palizzi che ne fu direttore, affinché le sue raccolte artistiche potessero fungere da modello agli allievi e testimoniare le antiche tradizioni delle manifatture napoletane. Delle “Scuole Officine” la prima a operare fu l’Officina della Ceramica, subito premiata all’Esposizione di Torino nel 1884 e di Anversa nel 1885. In seguito si aprirono le Officine di oreficeria, di lavorazioni metalliche, litografia ed a poco a poco tutte le altre, seguendo sempre il preciso intento di dare alle cosiddette "arti minori" un’applicazione industriale che unisse presupposti di utilità e di estetica. Fin dalla sua inaugurazione nel 1889 nei locali dell’ex Collegio della Marina Borbonica, il Museo contava una collezione già vastissima formata da manufatti eseguiti dalle Officine e da pezzi acquistati sul mercato antiquario e dalle fabbriche contemporanee di tutta Europa. Il camino con decorazioni in stile arabo è una opera estranea alla tradizione degli arredi di quella cultura. La versione del Museo Artistico Industriale fu inviata in dono al re Umberto I ed appartiene al museo di Capodimonte. Ne esistevano una variante in gesso ed un modello in ceramica perduti perché non più ricomponibili a causa della perdita di parti fondamentali. Opera dell’architetto Guglielmo Raimondi (allievo di Enrico Alvino), un autore di spicco tra i docenti delle Scuole Officine, nel 1886 fu valutata ben tremila lire. Le scritte in arabo recitano: Benedizione, Prosperità, Gloria, (fregio superiore); Dio solo è il vincitore (su due stemmi); Prosperità, Pace, Sanità (sugli altri scudi). La versione del positivo in esame potrebbe riferirsi alla variante del camino in gesso. L'immagine è stata realizzata dal fotografo napoletano Giacomo Arena tra il 1882 ed il 1900. Giacomo Arena risulta operante come ritrattista a Napoli a partire dal 1860 circa. Risulta collegato allo studio dei Fratelli D’Alessandri di Roma. Nel 1867 partecipa all’Esposizione Universale di Parigi. Fino al 1870 circa indica l’anno di esecuzione sul retro dei supporti dei ritratti eseguiti nel suo studio. Nel 1874 Betocchi annovera fra gli stabilimenti fotografici commerciali di primaria importanza quello Arena: «Fra le molte fotografie peró sei o sette sono molto estimate in paese; quelle del Ferretti, del Grillet, degli Arena pei ritratti; per le vedute, quelle del Sommer, del Rive, del Bernoud, al quale ultimo oggi è succeduto l’Achille Mauri» (A. Betocchi, Forze produttive a Napoli della provincia di Napoli, Napoli 1874, vol. II, p. 305). Nel 1875 la ditta Arena risulta avere sede in Strada Pace 7, Palazzo Nunziante; nel 1886 e nel 1889 in Piazza dei Martiri e Strada Pace 7. In Piazza dei Martiri si trovavano anche l’atelier fotografico di Carlo Fratacci e un punto di vendita dello stabilimento Fratelli Alinari. Nel 1877 la ditta «informa la sua numerosa clientela che, essendosi considerevolmente aumentato il numero delle negative, ha deciso di distruggere tutte quelle fatte fino al dicembre 1875. Coloro che hanno interesse di conservarle possono acquistarle a L. 1 invece di 5» (‘‘Roma’’, 12 maggio 1865). La ditta ha avuto una succursale anche a Pozzuoli, via Napoli 21, che risulta attiva ancora nel 1910. [LE NOTIZIE STORICO-CRITICHE PROSEGUONO IN OSSERVAZIONI]
- TIPOLOGIA SCHEDA Fotografia
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800635958
- NUMERO D'INVENTARIO 31875/ 469
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
- DATA DI COMPILAZIONE 2015
- ISCRIZIONI sul supporto primario: recto: in basso lato sinistro - 6 -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0