Porta Pieve a Cento

positivo, post 1873 - ante 1911
Anonimo (xix Seconda Metà)
XIX seconda metà

Albumina incollata su un primo supporto secondario di carta colore verdino. Questo è a sua volta incollato su di un secondo supporto secondario di cartoncino avorio di grammatura pesante. L'esposizione prolungata alla luce dell'oggetto dentro una cornice, ha comportato un parziale sbiadimento intorno ai lati del supporto secondario

  • OGGETTO positivo
  • SOGGETTO Italia – Emilia Romagna - Cento – Porta Pieve
    Architettura – Mura – Porte di città
    Elementi architettonici – Sec. 14
  • MATERIA E TECNICA CARTA
    albumina
  • CLASSIFICAZIONE DOCUMENTAZIONE DEL PATRIMONIO ARCHITETTONICO
  • ATTRIBUZIONI Anonimo (xix Seconda Metà): fotografo principale
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici Etnoantropologici di Bologna Ferrara Forlì Cesena Ravenna e Rimini
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Pepoli Campogrande
  • INDIRIZZO Via Castiglione 7, Bologna (BO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Cento aveva quattro accessi, quattro porte unite da altrettanti ponti ai terrapieni difensivi: porta Pieve edificata tra la fine del 1200 e i primissimi anni del 1300 con uscita in direzione Pieve di Cento e Bologna; porta Rocca o del Giglio presso la Rocca; porta Mulina che chiudeva a est la via di Mezzo; porta Chiusa, dalla chiusa sul Reno che scorreva a occidente dell’abitato. Nel maggio 1873 iniziarono i lavori per l’abbattimento delle mura di cinta – compreso il residuo tratto con i merli “alla ghibellina” – e nel contempo si tolsero le tracce del cimitero che esisteva tra il mulino e l’ex chiesa di San Zenone. Agli inizi del Novecento, nuovi lavori cambiarono il volto alla città, che cresceva e si rinnovava, con interventi effettuati sia in vista dell’apertura della ferrovia, inaugurata il 27 luglio 1909, sia per lavori di bonifica. Fuori Porta Mulina fu aperto l’ippodromo “delle Muline” (1905) e trovò posto il lavatoio pubblico (1912); furono demolite la porta Chiusa (1909) e due tratti delle controfosse ai lati della porta Pieve (1909), l’unica porta sopravvissuta. Il restauro dell'architetto Giuseppe Costa vide nel 1911, l'eliminazione del portale settecentesco, collocato sul frontale medioevale di Porta Pieve. Secondo questa analisi storica, il positivo in esame può essere datato 1873-1911. Il fondo fotografico Faccioli è costituito da stampe sciolte o incollate su supporto, raccolte nel corso della sua attività di ingegnere-architetto da Raffaele Faccioli (Bologna, 1836-1914). Dopo la sua morte, il geometra Luigi Mattioli, amministratore dei beni degli eredi, propose a Francesco Malaguzzi Valeri allora Direttore della Pinacoteca di Bologna, l'acquisto di questa raccolta grafica comprendente disegni, taccuini e materiale fotografico. L'acquisizione avvenne in due fasi, tra il 1917 e il 1918. Nei precisi elenchi che testimoniano la transazione si citano: "597 fotografie di diversi formati e soggetti montate su cartone, 624 fotografie di diversi formati e soggetti senza cartone, 31 fotografie su cartone di diverse misure, di soggetti architettonici e 9 fotografie senza cartone, di diverse misure, di soggetti architettonici" (9 maggio 1917) e "576 fotografie di diversi formati e soggetti" (9 aprile 1918). Documentazione circa il fondo è reperibile presso l'Archivio Storico della Pinacoteca, pratiche n. 31, foglio 43, n. 9
  • TIPOLOGIA SCHEDA Fotografia
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800635936
  • NUMERO D'INVENTARIO 31875/ 454
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • DATA DI COMPILAZIONE 2015
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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