III ESPOSIZIONE INTERNAZIONALE D'ARTE DELLA CITTA' DI VENEZIA/ Sala P. N. 5 - Bressanin Vittorio La modestia e la vanità (ripr. iterd.) C. NAYA fotografo
Dipinto "La modestia e la vanità" di Vittorio Emanuele Bressanin esposto alla III Esposizione Internazionale d'Arte della Città di Venezia nel 1899

positivo, post 1899 - ca 1900
Naya, Carlo
1816-1882

L'albumina è priva di supporto secondario

  • OGGETTO positivo
  • SOGGETTO Donne – Allegorie - Pudore - Vanità
    Italia – Veneto - Venezia
    Arte – Pittura italiana – Sec. 19
    Esposizioni internazionali – Sec. 19
    Opere d'arte – Dipinti – Sec. 19
    Pittori italiani – Sec. 19.-20. – Bressanin, Vittorio Emanuele
  • MATERIA E TECNICA CARTA
    albumina
  • CLASSIFICAZIONE DOCUMENTAZIONE DEL PATRIMONIO STORICO ARTISTICO
  • ATTRIBUZIONI Naya, Carlo: fotografo principale
    Bressanin, Vittorio Emanuele (1860-1941): pittore
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici Etnoantropologici di Bologna Ferrara Forlì Cesena Ravenna e Rimini
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Pepoli Campogrande
  • INDIRIZZO Via Castiglione 7, Bologna (BO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il positivo in esame riproduce il dipinto “La modestia e la vanità” prodotto dall'artista veneto Vittorio Emanuele Bressanin (1860-1941) ed esposto alla III Esposizione Internazionale d'Arte della Città di Venezia nel 1899. Bressanin esordì all'Esposizione veneziana del 1887 con l'opera dal titolo L'Ultimo Senato (Venezia, Museo Correr). Si dedicò poi a soggetti storici, a composizioni sacre, a figure allegoriche e commemorative. Quest'opera, collocata nella Sala P del padiglione della Biennale del 1899, è attualmente conservata presso la Galleria d'arte moderna di Venezia. Le note “lumeggiare, l'albero più chiaro, schiarire” scritte sul verso della fotografia, fanno supporre che il presente positivo sia stato utilizzato dal fotografo Naya come prova di stampa. La datazione è stata attribuita considerando l'anno della Esposizione Internazionale e la diffusione della stampa all'albume (1855-1900). Carlo Naya nasce a Tronzano Vercellese il 2 agosto 1816. Viene avviato dal padre agli studi presso l'Università di Pisa dove si laurea in giurisprudenza nel 1840. Alla morte del padre eredita insieme al fratello Giovanni (che morirà a Costantinopoli nel 1856), un ingente patrimonio e intraprende con lui numerosi viaggi nel bacino del Mediterraneo dove comincerà la sua passione amatoriale per la fotografia. Rimasto solo rientra in Piemonte. Nel 1857, ormai fotografo professionista, si trasferisce a Venezia aprendo negozio e laboratorio prima in Riva degli Schiavoni, poi in Campo San Maurizio 2785 con vetrine in Piazza San Marco, (Piazza San Marco, 77-77 bis). Il suo atelier diventa in breve uno dei più emblematici della città, con decine di operatori e un flusso considerevole di turisti. Fornisce di stampe fotografiche il negozio di Carlo Ponti e pubblica insieme a lui album con raccolte di vedute (1866). Negli anni successivi (1868) si interrompe il sodalizio con Ponti a causa di controversie legali. Si dedica soprattutto alle riprese di carattere architettonico e d'ambiente e alle riproduzioni d'arte, eseguendo alcune famose campagne fotografiche come quella, precedente agli interventi di restauro, sugli affreschi di Giotto a Padova nel 1864-1865. Il suo lavoro è apprezzato anche all'estero dove si distingue nelle Esposizioni internazionali ricevendo premi e menzioni. Dal 1876 entra a far parte della Societè Francaise de Photographie e ne resterà membro fino alla morte (1882). Dopo la scopmparsa di Naya, la moglie Ida Lessiak assume la direzione della ditta e del negozio. Affida la direzione dello stabilimento a Tommado Filippi, collaboratore della ditta da lunga data, insieme ad Antonio Bacchetto. Nel 1893 muore Ida Lessiak, lasciando erede dell'attività il secondo marito, lo scultore veneziano Antonio Dal Zotto (sposato nel 1889). Tommaso Filippi lascia la direzione dello stabilimento che passa a Bacchetto. Dal Zotto continuerà l'attività fino al 1918, anno della sua morte. Oggi l'archivio è composto da ca. 15.000 lastre alla gelatina e ca. 500 lastre al collodio, ca. 30.000 stampe e 21 album. Conservato, catalogato e gestito dagli eredi di Osvaldo Böhm che acquistò la ditta Naya nel 1918, e va considerato uno dei più ricchi e integrali archivi fotografici dell'Ottocento. [LE NOTIZIE STORICO-CRITICHE PROSEGUONO IN OSSERVAZIONI]
  • TIPOLOGIA SCHEDA Fotografia
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800635929
  • NUMERO D'INVENTARIO 31875/ 525
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • DATA DI COMPILAZIONE 2015
  • ISCRIZIONI sul supporto primario: recto: in alto al centro - III ESPOSIZIONE INTERNAZIONALE D'ARTE DELLA CITTA' DI VENEZIA - corsivo -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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