Mensole nel Cortile del Palazzo Fava

positivo album, ca 1879 - ca 1899

Stampa sciolta inserita con i quattro angoli nei tagli predisposti alla carta 16, verso (attualmente estrapolata)

  • OGGETTO positivo album
  • SOGGETTO Architettura - Palazzi - Cortili - Sporti
    Sculture - Mensole - Bassorilievi - Ornati - Grottesche
    Italia - Emilia Romagna - Bologna - Palazzo Ghisilardi Fava
    Architetti - Italia - Sec. XV - Montanari, Zilio
  • CLASSIFICAZIONE DOCUMENTAZIONE DEL PATRIMONIO ARCHITETTONICO E STORICO ARTISTICO
  • ATTRIBUZIONI Fotografia Dell'emilia (ditta): fotografo principale
    Montanari, Zilio (notizie 1479-1491): architetto
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici Etnoantropologici di Bologna Ferrara Forlì Cesena Ravenna e Rimini
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Pepoli Campogrande
  • INDIRIZZO Via Castiglione 7, Bologna (BO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La ripresa mostra una veduta del cortile interno di Palazzo Ghisilardi Fava, riferita al dettaglio dei quattro grandi mensoloni o sporti di sostegno del ballatoio superiore. L’edificio venne realizzato tra il 1484 e il 1491, per iniziativa di Bartolomeo Ghisilardi, nobile e notaio bolognese, con incarico conferito a Zilio di Battista ‘Montanari quale magister fabricatorum palatii’, in quegli stessi anni attivo anche per il prospiciente cantiere della Madonna di Galliera. Il cortile del palazzo, che incorpora nella propria struttura la duecentesca Torre dei Conoscenti, così come resti della antica rocca imperiale (XI-XII secolo), mostra nei propri quattro monumentali sporti alcuni tra i più raffinati lavori di scultura a bassorilievo dell’epoca, riproducenti girali e festoni vegetali, oltre allo stemma araldico dei Ghisilardi e le iniziali di Bartolomeo, alla base del secondo mensolone da destra. L’edificio fu interessato da lavori di ripristino delle finestre rinascimentali in facciata tra il 1914 e il 1915, mentre il cortile venne restaurato dall’architetto Giulio Ulisse Arata tra il 1924 e il 1925 per la realizzazione, all’interno degli ambienti di Palazzo Ghisilardi Fava, della Casa del Fascio. Dal raffronto con i cataloghi della Fotografia dell'Emilia di Pietro Poppi, risulta che la lastra del positivo in esame (n° 216) compare la prima volta nell'edizione a stampa del 1879, mentre nel catalogo precedente del '71 è presente una veduta descritta in modo analogo, ma con inventario differente (n° 28). Tra i negativi superstiti del fotografo, conservati presso la Cassa di Risparmio in Bologna, figura una lastra con lo stesso inventario 216 (vedi http://collezioni.genusbononiae.it/products/dettaglio/12851), ma che riprende il cortile dal pianterreno e non dal mezzanino, come nel presente positivo. Il fototipo in esame, quindi, dovrebbe quasi certamente corrispondere alla stampa del primo negativo scattato da Poppi con numero di inventario 216, documentato dal catalogo 1879, poi in seguito sostituito (per danneggiamento o per altre cause) dal negativo tuttora presente nel fondo Poppi. La stampa del positivo può essere circoscritta entro la fine del secolo. Nel 1863 il pittore Pietro Poppi (Cento, 1833 - Bologna, 1914) aprì un negozio di cartoleria in via Mercato di Mezzo 56 in società con Adriano Lodi. Nell'edificio aveva sede anche lo studio fotografico di Roberto Peli (ex collaboratore di Emilio Anriot), il quale probabilmente avviò Poppi alla professione di fotografo. Nel 1866 Poppi e Peli si associarono aprendo uno studio in via San Mamolo 102 (la ditta Peli, Poppi & C.), che rimase attivo fino al 1867, anno in cui Poppi si mise in proprio, ritornando nella precedente sede del Mercato di Mezzo. Solo nel 1869 Poppi rilevò ufficialmente La Fotografia dell'Emilia, operando anche uno spostamento di sede da via Mercato di Mezzo 56, dove venne fondata la ditta nel 1865, a via San Mamolo 101 (oggi via d’Azeglio) in Palazzo Rodriguez (edificio in cui dal ’65 al ’69 avevano operato i coniugi Ferrara, Fotografia Milanese), ma lo stesso pittore-fotografo vi lavorò sin dal 1866. Effettivamente il 17 aprile del 1866 il quotidiano “Monitore di Bologna” menziona Poppi quale direttore dello Stabilimento Fotografico dell’Emilia di via Mercato di Mezzo 56 (si segnala la tesi di Massimo Cova che vede in Poppi il fondatore della Fotografia dell’Emilia – cfr. Fotografia e Fotografi a Bologna 1839-1900, Bologna 1992, p. 277). Nel marzo del 1907 Poppi si ritirò, cedendo lo studio a Luigi Monari ed Armando Bacchelli; la Fotografia dell’Emilia passò in seguito, nel 1909, sotto la proprietà unica di Alfonso Zagnoli (chiusura definitiva della ditta nel 1921), il quale nel 1940 vendette quanto restava del fondo di lastre e positivi originali di Pietro Poppi alla Cassa di Risparmio di Bologna. Il fondo fotografico Faccioli è costituito da stampe sciolte o incollate su supporto, raccolte nel corso della sua attività di ingegnere-architetto da Raffaele Faccioli (Bologna, 1836-1914). Dopo la sua morte, il geometra Luigi Mattioli, amministratore dei beni degli eredi, propose a Francesco Malaguzzi Valeri, allora Direttore della Pinacoteca di Bologna, l'acquisto di questa raccolta grafica comprendente disegni, taccuini e materiale fotografico. L'acquisizione avvenne in due fasi, tra il 1917 e il 1918. [SI PROSEGUE IN OSSERVAZIONI]
  • TIPOLOGIA SCHEDA Fotografia
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800635803-53
  • NUMERO D'INVENTARIO 31875/ 683
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • DATA DI COMPILAZIONE 2015
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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