Parma. Coro nella Chiesa di S.Giovanni
positivo album,
(?) 1883 - (?) 1890
Fotografia Dell'emilia (ditta)
1869-1940
Zucchi, Marcantonio (1469-1531)
1469-1531
Testa, Gianfrancesco (1506-1590)
1506-1590
Testa, Pasquale (1524-1587)
1524-1587
Stampa sciolta inserita con i quattro angoli nei tagli predisposti alla carta 10, recto (attualmente estrapolata)
- OGGETTO positivo album
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SOGGETTO
Arti decorative - Cori
- Tarsie - Intagli - Stalli
Intarsiatori - Italia - Sec. XVI - Testa, Gianfranco - Testa, Pasquale - Zucchi, Marco Antonio
Italia - Emilia Romagna - Parma - Chiesa di San Giovanni Evangelista - Coro
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CLASSIFICAZIONE
DOCUMENTAZIONE DEL PATRIMONIO STORICO ARTISTICO
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ATTRIBUZIONI
Fotografia Dell'emilia (ditta): fotografo principale
Zucchi, Marcantonio (1469-1531): intarsiatore
Testa, Gianfrancesco (1506-1590):
Testa, Pasquale (1524-1587):
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici Etnoantropologici di Bologna Ferrara Forlì Cesena Ravenna e Rimini
- LOCALIZZAZIONE Palazzo Pepoli Campogrande
- INDIRIZZO Via Castiglione 7, Bologna (BO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La ripresa mostra un dettaglio del coro, realizzato con tarsie e intagli lignei, per la chiesa abbaziale di San Giovanni Evangelista a Parma. Sono in particolare evidenziati quattro stalli dell’ordine superiore del braccio sinistro, in prossimità dell’accordo con l’elemento centrale. I lavori vennero affidati nel 1512 dai monaci benedettini al maestro di tarsia Marco Antonio Zucchi, il quale vi attese fino alla morte nel 1531. L’opera venne quindi completata dai fratelli Gianfrancesco e Pasquale Testa, entro il 1538. Dal positivo è possibile apprezzare la struttura del coro, composta da alti stalli i cui postergali recano tarsie quadrangolari incorniciate da paraste e cornici superiori con intagli lignei a bassorilievo. Sulla base orizzontale dei piccoli braccioli si impostano i divisori, resi con intagli che raffigurano mostri marini, la cui elaborata lavorazione parzialmente a traforo non viene risaltata dalla ripresa frontale. La parte superiore con le arcate e il fregio della trabeazione mostra la decorazione dell’intaglio, raffigurante un bassorilievo continuo con tralci vegetali e valve di conchiglie. Dal raffronto con i cataloghi di Fotografia dell’Emilia di Pietro Poppi, risulta che l’inventario 1069 compare per la prima volta nell’edizione a stampa del 1883; è necessario segnalare che tra i negativi tutt’ora esistenti del fondo Poppi, esiste una lastra recante lo stesso inventario, che mostra però una diversa ripresa del coro, rispetto al positivo in esame. Risultano effettivamente due campagne fotografiche eseguite dal titolare della ditta: la prima testimoniata dalla pubblicazione del catalogo 1883, mentre la seconda appare documentata nella prima appendice al Catalogo Generale del 1890. Poppi ha perciò sostituito l’inventario 1069 con una nuova ripresa. Si ritiene probabile che il presente positivo sia riferibile all'originaria ripresa (il negativo è perduto) e se ne presume quindi una data di stampa successiva al 1883 e compresa entro la sostituzione della lastra originaria, dunque prima del 1890. Nel 1863 il pittore Pietro Poppi (Cento, 1833 - Bologna, 1914) aprì un negozio di cartoleria in via Mercato di Mezzo 56 in società con Adriano Lodi. Nell'edificio aveva sede anche lo studio fotografico di Roberto Peli (ex collaboratore di Emilio Anriot), il quale probabilmente avviò Poppi alla professione di fotografo. Nel 1866 Poppi e Peli si associarono aprendo uno studio in via San Mamolo 102 (la ditta Peli, Poppi & C.), che rimase attivo fino al 1867, anno in cui Poppi si mise in proprio, ritornando nella precedente sede del Mercato di Mezzo. Solo nel 1869 Poppi rilevò ufficialmente La Fotografia dell'Emilia, operando anche uno spostamento di sede da via Mercato di Mezzo 56, dove venne fondata la ditta nel 1865, a via San Mamolo 101 (oggi via d’Azeglio) in Palazzo Rodriguez (edificio in cui dal ’65 al ’69 avevano operato i coniugi Ferrara, Fotografia Milanese), ma lo stesso pittore-fotografo vi lavorò sin dal 1866. Effettivamente il 17 aprile del 1866 il quotidiano “Monitore di Bologna” menziona Poppi quale direttore dello Stabilimento Fotografico dell’Emilia di via Mercato di Mezzo 56 (si segnala la tesi di Massimo Cova che vede in Poppi il fondatore della Fotografia dell’Emilia – cfr. Fotografia e Fotografi a Bologna 1839-1900, Bologna 1992, p. 277). Nel marzo del 1907 Poppi si ritirò, cedendo lo studio a Luigi Monari ed Armando Bacchelli; la Fotografia dell’Emilia passò in seguito, nel 1909, sotto la proprietà unica di Alfonso Zagnoli (chiusura definitiva della ditta nel 1921), il quale nel 1940 vendette quanto restava del fondo di lastre e positivi originali di Pietro Poppi alla Cassa di Risparmio di Bologna. Il fondo fotografico Faccioli è costituito da stampe sciolte o incollate su supporto, raccolte nel corso della sua attività di ingegnere-architetto da Raffaele Faccioli (Bologna, 1836-1914). Dopo la sua morte, il geometra Luigi Mattioli, amministratore dei beni degli eredi, propose a Francesco Malaguzzi Valeri, allora Direttore della Pinacoteca di Bologna, l'acquisto di questa raccolta grafica comprendente disegni, taccuini e materiale fotografico. Documentazione circa il fondo è reperibile presso l'Archivio Storico della Pinacoteca, pratiche n. 31, foglio 43, n. 9
- TIPOLOGIA SCHEDA Fotografia
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800635803-30
- NUMERO D'INVENTARIO 31875/ 660
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
- DATA DI COMPILAZIONE 2015
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0