Ferrara - Palazzo Schifanoia – particolare affreschi della facciata
negativo,
1980/08/30 - 1980/08/30
Cavallari (notizie 1980-1987)
notizie 1980-1987
Fratelli Alinari (1854-1916)
1854-1916
Benvenuti, Pietro (notizie Dal 1458-1484)
notizie dal 1458-1484
Rossetti, Biagio (1447-1516)
1447-1516
Ambrogio Di Giacomo (notizie 1466-1471)
notizie 1466-1471
Antonio Di Gregorio (notizie 1466-1471)
notizie 1466-1471
- OGGETTO negativo
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SOGGETTO
Architetti - Italia - Sec. 15. - Benvenuti, Pietro
Architetti - Italia - Sec. 15.-16. - Rossetti, Biagio <1447-1516>
Italia - Emilia Romagna - Ferrara - Architettura - Palazzi - Palazzo Schifanoia
Scultori - Italia - Sec. 15. - Antonio di Gregorio
Scultori - Italia - Sec. 15. - Ambrogio di Giacomo [da] Milano
Affreschi - 1466-1469 - Palazzo Schifanoia- prospetto sud - motivi geometrici - particolare
Decorazioni - Rilievi - 1466-1493 - Palazzo Schifanoia- prospetto sud - arco [di] finestra - particolare
Sculture - Rilievi - 1466-1471 - portale principale [di] Palazzo Schifanoia- fastigio - particolare
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CLASSIFICAZIONE
DOCUMENTAZIONE DEL PATRIMONIO ARCHITETTONICO
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ATTRIBUZIONI
Cavallari (notizie 1980-1987): fotografo principale
Fratelli Alinari (1854-1916): altro fotografo
Benvenuti, Pietro (notizie Dal 1458-1484): architetto
Rossetti, Biagio (1447-1516): SCALPELLINO
Ambrogio Di Giacomo (notizie 1466-1471):
Antonio Di Gregorio (notizie 1466-1471):
- LOCALIZZAZIONE Ferrara (FE) - Emilia Romagna , ITALIA
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La ripresa in esame mostra un particolare della facciata quattrocentesca di Palazzo Schifanoia a Ferrara, con resti di pitture a motivi geometrici, il fastigio del portale principale e una finestra con archivolto in cotto. Fu eseguita nel 1980 dal fotografo Cavallari e il negativo è menzionato nell'inventario museale della Fototeca dei Musei d'Arte Antica di Ferrara. La fotografia riprende un particolare di un esemplare Alinari del 1900 ca., inv. 10814 (http://www.alinariarchives.it/it/search; catalogo Emilia 1927, p. 8). Il primo nucleo del Palazzo Schifanoia fu edificato nel 1385 per volontà di Alberto V d’Este. La lunghezza della fronte doveva essere di 32 metri ed è riconoscibile, se pure alterata, nel corpo basso ai civici 19 e 21 di via Scandiana. Il fabbricato si rivelò presto insufficiente per gli scopi di svago e di accoglienza degli ospiti e nel 1391 venne prolungato fino a raggiungere la lunghezza di 96 metri. Questa porzione nuova è tuttora segnata, in facciata, da archetti tamponati e rasati che probabilmente un tempo erano una parte di una cornice di coronamento più complessa, che chiudeva l’aggiunta tardo trecentesca nata anch’essa, come il primo nucleo, ad un solo piano. Sarà Borso d’Este, nel 1465, ad avviare nuovi consistenti lavori che probabilmente partirono nei primi mesi del 1466. Vennero diretti da Pietro di Benvenuto degli Ordini (notizie 1458 – m. 1484), noto come muratore ma in realtà con mansioni di vero e proprio capo cantiere, uomo di fiducia di Borso che, nel 1469, lo nominò architetto ducale. Nel 1469 una prima parte del palazzo doveva essere terminata, perché negli ultimi mesi dell’anno Borso d’Este risulta risiedere nell’edificio. I lavori proseguirono per anni e il corpo aggiunto ad est, quello edificato nel 1391, venne sopraelevato di un piano. Venne “vuotato” il loggiato inferiore, l’atrio al quale si accede per il portone principale, per dare respiro all’ingresso. Così dall’ingresso, passata la loggia, si arrivava al cortile dove una scala coperta da tetto di piombo sostenuto da colonnette di marmo portava direttamente al Salone dei Mesi. Sempre nell’ambito dei grandi lavori avviati con il 1466, il prospetto venne affrescato a motivi geometrici, ottagoni e quadrati ad imitazione di figure create con commessi di marmi antichi. Se ne può vedere un esempio in ciò che rimane nell’estrema porzione est del palazzo. La facciata est, che un tempo era esterna, fu inglobata in una ulteriore piccola aggiunta del palazzo voluta nel 1493, questo ha fatto sì che una parte della decorazione esterna, divenuta interna, si sia conservata (Atlante vol. 2 fig. 297). Il portale principale fu realizzato nel 1466-71 da Ambrogio di Giacomo da Milano e da Antonio di Gregorio. Parte integrante del prospetto, esso riprese temi e motivi presenti all’interno. L’unicorno che campeggia in alto è simbolo di Borso d’Este. I due scalpellini sono in realtà gli unici nominati nei documenti, per questo motivo Ruhmer nel 1968 ipotizzò che il portale fosse opera loro. Esistono tuttavia altre ipotesi, ma questa rimane abbastanza accreditata. La collocazione del nuovo portale si inserì all’interno di un intento ben preciso: nel 1470 venne spianato il terreno antistante il palazzo e il grande prospetto, con il suo portale dal quale entravano e uscivano gli attori, diventò fondale teatrale per i giochi, i tornei, le feste e le rappresentazioni che si tenevano nella piazza lunga e stretta che si apriva davanti al palazzo. Intorno alla "delizia" gli orti dei conventi creavano un’oasi di pace e tranquillità, appena più in là le mura assicuravano protezione. Nel 1493 si attestò un crollo, probabilmente di una porzione della merlatura dell’ala est. A riparare i danni venne chiamato Biagio Rossetti al quale si deve, con ogni probabilità, l’ideazione e la posa del cornicione in cotto. Il cornicione era anch’esso, con ogni probabilità, dipinto di chiaro ad imitazione di materiale lapideo. Rossetti lavorò nel solco del suo predecessore e non portò motivi di rinnovamento radicale nella piccola aggiunta ad est del palazzo (l’attuale Sala dei Marmi)
- TIPOLOGIA SCHEDA Fotografia
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente pubblico territoriale
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800634900
- NUMERO D'INVENTARIO 10255
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
- ENTE SCHEDATORE Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione
- DATA DI COMPILAZIONE 2014
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0