Palazzo Schifanoia - facciata - particolare

negativo, 1977 - 1977

La ripresa in esame mostra un particolare della facciata della porzione quattrocentesca di Palazzo Schifanoia con il portale monumentale in marmo e, a sinistra, una piccola porzione dell'ala trecentesca del palazzo

  • OGGETTO negativo
  • SOGGETTO Italia - Emilia Romagna - Ferrara - Architetture - Palazzi - Palazzo Schifanoia
    Architetti - Italia - Sec. 15. - Benvenuti, Pietro
    Architetti - Italia - Sec. 15.-16. - Rossetti, Biagio <1447-1516>
    Scultori - Italia - Sec. 15. - Antonio di Gregorio
    Ambrogio di Giacomo da Milano [e] Antonio di Gregorio. Sec. 15. - Portale di Palazzo Schifanoia
    Palazzo Schifanoia 1466-1493 - facciata - particolare
    Scultori - Italia - Sec. 15. - Ambrogio di Giacomo [da] Milano
  • CLASSIFICAZIONE DOCUMENTAZIONE DEL PATRIMONIO ARCHITETTONICO
  • ATTRIBUZIONI Gessi, Aldo (notizie Dal 1976-): fotografo principale
    Benvenuti, Pietro (notizie Dal 1458-1484): architetto
    Rossetti, Biagio (1447-1516):
  • LOCALIZZAZIONE Ferrara (FE) - Emilia Romagna , ITALIA
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La ripresa in esame fa parte di una serie di foto che illustrano la facciata del palazzo nella sua sistemazione tardo quattrocentesca e include, a sinistra, una piccola porzione dell’ala trecentesca del palazzo e, a destra, il portale marmoreo oggi al numero civico 23 di via Scandiana. Il primo nucleo del palazzo fu edificato nel 1385 per volontà di Alberto V d’Este, come luogo di svago all’interno delle mura cittadine. La lunghezza della fonte doveva essere di 32 metri ed è ancora riconoscibile, se pure alterata, nel corpo basso del palazzo oggi ai civici 19 e 21 di via Scandiana. Il primo edificio si rivelò presto insufficiente per gli scopi di svago e di accoglienza degli ospiti per i quali era stato pensato e nacque così l’addizione verso est, divenuta poi il corpo principale del palazzo. Quest’ultimo fu costruito a partire dal 1391, era in origine ad un solo piano ed era concluso, in alto, da un cornicione in cotto sostenuto da archetti e probabilmente sormontato da merli. A partire dal 1466 Borso d'Este volle alzare di un piano l'intera porzione di palazzo e affidò l'incarico a Pietro di Benvenuto degli Ordini. Questi, conosciuto nei documenti come muratore, divenne di fatto capocantiere e nel giro di pochi anni fu nominato dallo stesso Borso d'Este architetto ducale. Egli intervenne significativamente anche sulla distribuzione degli spazi del piano terra, allargando l'atrio d'ingresso fino a fargli raggiungere lo stesso respiro monumentale che guidò la realizzazione del piano nobile. Nell’ambito di questo intervento fu commissionato il portale principale, opera attribuita ad Ambrogio di Giacomo da Milano. I due scalpellini sono in realtà gli unici nominati nei documenti; per questo motivo, e considerando la scarsa quantità del materiale “da scalpellino” nell’ambito dell’intero intervento, ovvero essendo poco il marmo da trattare, Ruhmer nel 1968 ipotizzò che il portale fosse opera loro. Esistono tuttavia altre ipotesi, ma questa rimane abbastanza accreditata. La decorazione del portale riprende temi e motivi presenti all’interno ed è da considerare parte integrante del prospetto, non aggiunta ad esso, compreso il grande stemma, un tempo policromo, che lo sovrasta mentre l’unicorno che campeggia in alto è simbolo di Borso d’Este, a suggello di un’impresa e di una presenza dominante. La collocazione del nuovo portale si colloca all’interno di un intento ben preciso: nel 1470 viene spianato il terreno antistante il palazzo e il grande prospetto, con il suo portale dal quale entravano e uscivano gli attori, diventa fondale teatrale per i giochi, i tornei, le feste e le rappresentazioni che si tenevano nella piazza lunga e stretta che si apre davanti al palazzo. Intorno ad esso gli orti dei conventi consentivano alla “delizia” un’oasi di pace e tranquillità garantita anche dalla sua posizione protetta, entro mura. L’aspetto attuale del palazzo fu compiuto pochi anni più tardi. La facciata, intonacata e dipinta a commesso di marmi colorati, era in origine sormontata da una merlatura che nel 1493, per opera di Biagio Rossetti, fu sostituita dall'attuale cornicione in cotto. Le finestre del piano nobile sono coronate da un fregio, anch'esso in cotto. Nella porzione di facciata compresa in questo scatto è ancora visibile, sotto il cornicione, una labile traccia di intonaco, mentre sono evidenti alcune chiavi dei tiranti che, a partire dal Cinquecento, si resero necessari per consolidare la struttura muraria. La foto fu scattata nel 1977 dal fotografo Aldo Gessi. E' presente nel Registro Inventariale della Fototeca dei Musei d'Arte Antica di Ferrara
  • TIPOLOGIA SCHEDA Fotografia
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800634536
  • NUMERO D'INVENTARIO 10268
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • ENTE SCHEDATORE Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione
  • DATA DI COMPILAZIONE 2014
  • STEMMI sopra al portale - gentilizio - Stemma - [abraso]
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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