Guiglia (Modena)/ Pieve di Trebbio - parte/ absidale col campanile
negativo,
post 1891 - ca 1897
Anonimo (xix Fine/ Xx Inizio)
XIX fine/ XX inizio
La lastra era originariamente contenuta in una busta pergamina; tale custodia si conserva separatamente in una scatola
- OGGETTO negativo
-
SOGGETTO
Architettura - Chiese - Sec. XII (?)
Italia - Emilia Romagna - Guiglia - Pieve di Trebbio - Prospetto posteriore
-
MATERIA E TECNICA
VETRO
-
CLASSIFICAZIONE
DOCUMENTAZIONE DEL PATRIMONIO ARCHITETTONICO
-
ATTRIBUZIONI
Anonimo (xix Fine/ Xx Inizio): fotografo principale
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le province di Bologna, Modena e Reggio Emilia
- LOCALIZZAZIONE Palazzo Dall'Armi Marescalchi
- INDIRIZZO Via IV Novembre, 5, Bologna (BO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Vicende complesse e talvolta difficilmente dipanabili si intrecciano nella storia conservativa della pieve di San Giovanni Battista in località Trebbio, presso il comune modenese di Guiglia. Le dibattute origini dell’edificio, oscillanti tra l’VIII e il XII secolo, sono ancora oggetto di studio, nonostante le prime attestazioni documentarie della pieve risalgano alla metà del XII secolo e significativamente depongano verso l’ipotesi, “pur non probante”, di una tarda fondazione del luogo di culto (Insediamento storico e beni culturali: Alta valle del Panaro, p. 23, vedi BIB). Il materiale documentario di lastre fotografiche conservato nell’archivio SBAP presenta le articolate vicende di restauro principiate negli ultimi anni dell’Ottocento, dal 1897 in avanti, con “saggi esplorativi all’interno e all’esterno della chiesa che avevano l’intento di scoprire la struttura romanica [originaria]” (Serchia-Monari, p. 86, vedi BIB). Le superfetazioni introdotte a partire dalle ristrutturazioni settecentesche subirono, col procedere dei lavori, delle riduzioni sino alla completa scomparsa, oltre all’inserimento di nuove arbitrarie forme architettoniche. Attore principale di queste operazioni fu il discusso monsignor Ferdinando Manzini, arciprete della pieve dal 1896, appassionato e intraprendente fautore del neo-medievalismo di fine secolo, ben inserito nel contesto culturale dell’epoca (poté godere dell’appoggio di Francesco Malaguzzi Valeri, Arsenio Crespellani, Vincenzo Maestri), il quale, dopo i lavori a Trebbio, fu inviato dall’arcivescovo Natale Bruni ad occuparsi del restauro dell’abbazia di Nonantola (dal 1913). Le immagini N_000633 e N_000476 mostrano rispettivamente l’aspetto settecentesco della facciata intonacata e del fianco destro volto a meridione, prima degli interventi manziniani, probabilmente proprio al principio dei lavori di scrostamento dell’intonaco conclusi nel 1899 (datazione dei due fototipi si estende tra il 1891, istituzione dell’Ufficio Regionale per la conservazione dei monumenti dell’Emilia e lo stesso 1899). N_000633 documenta la finestra polilobata aperta sopra il portale principale in sostituzione della bifora accecata - e degli oculi che la inquadravano - nel corso dei lavori del 1726-1729; intuibile oltre l’alberello in primo piano sulla sinistra della lastra N_000476, è la finestra quadrata in angolo con la canonica, ugualmente costruita durante i citati interventi settecenteschi (al posto di monofore obliterate), mentre l’ingresso secondario fu aperto entro la prima campata tra il 1877 ed il 1882, quando era parroco Pietro Zeni, il quale avviò l’opera di liberazione delle strutture interne (venne ripristinato parzialmente il paramento lapideo originario, eliminando la muratura del rivestimento settecentesco dei pilastri). N_000639 (lastra pubblicata in Tempo sospeso, p. 102, fig. 21, vedi BIB) mostra due capitelli di piccolo formato “divenuti erratici dopo le trasformazioni dello Zeni” operate nella cripta, luogo nel quale furono ricondotti successivamente, quando vennero collocati sulle due colonnette libere dello stesso ipogeo (la datazione del fototipo al 1897 si ricava dalla didascalia dell’immagine pubblicata). Con l’arrivo di Manzini, come precedentemente indicato, nel 1897 iniziarono i saggi esplorativi (furono rintracciati: le monofore strombate su di un fianco, la bifora e gli oculi di facciata), come pure l’azione di scrostamento dall’intonaco effettuata sia sull’esterno e sia sull’interno - ad eccezione della zona presbiteriale - terminata già nel maggio del 1899 (anche se i restauri veri e propri vennero attuati tra il 1900 ed il 1910). Del mese successivo è la perizia che valuta i lavori di rifacimento di due archi della campata prossima al presbiterio, con la messa in opera di una sottomuratura provvisoria a sostegno dei pilastri, per sostituirne i conci deteriorati. Le immagini N_000642 e N_000648 (particolare del precedente) riprendono gli interventi provvisori che vennero eseguiti d’urgenza alla fine del 1899 e dei quali diede notizia Raffaele Faccioli, direttore dell’Ufficio Regionale per la conservazione dei monumenti dell’Emilia, nella seconda relazione dedicata ai lavori svolti dall’istituzione tra il 1898 ed il 1901 (vedi BIB). [LE NOTIZIE STORICO-CRITICHE PROSEGUONO IN OSSERVAZIONI, PER MANCANZA DI SPAZIO]
- TIPOLOGIA SCHEDA Fotografia
-
CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800634195
- NUMERO D'INVENTARIO N_000631
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
- DATA DI COMPILAZIONE 2015
- ISCRIZIONI sul pergamino: recto - R. SOPRAINTENDENZA/ ALL'ARTE MEDIOEVALE E MODERNA/ DELL'EMILIA E DELLA ROMAGNA/ MOBILE B SCAF. VI N. 7 [153 cancellato]/ INVENTARIO N. 10431 [79 cancellato]/ LUOGO Guiglia (Modena)/ MONUMENTO Pieve di Trebbio - parte/ absidale col campanile/ STAMPE N./ FOTOGRAFO/ OSSERVAZIONI -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0