Veduta panoramica del centro storico di Bologna dalla torre della Specola

negativo, post 1904 - ante 1906

I negativi su lastra sono stati collocati in buste a quattro falde realizzate con carta di qualità conservazione di grammatura 170 g/ m e posti, a piccoli gruppi, in scatole orizzontali di cartone conservazione rivestito in tela

  • OGGETTO negativo
  • SOGGETTO Bologna - Vedute - Restauri XX secolo
    Bologna - Vedute - Veduta dalla Torre della Specola del centro storico
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Archivio Fotografico SBSAE BO
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Pepoli Campogrande
  • INDIRIZZO Via Castiglione 7, Bologna (BO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La storia della ditta fotografica di Luigi Lanzoni(1845-1914),iniziò con la Fotografia Felsinea prima del 1887,quando l'atelier di via Indipendenza 23,venne ceduto a Raffaele Borghi.Evidentemente l'inizio dell'attività non garantì a Luigi un reddito sufficiente per registrarsi alla Camera di Commercio,dove risulta essere iscritto solo a partire dal 1888,quando si trasferì in Piazza di Porta Ravegnana 2,cambiando nome:"Fotografia Luigi Lanzoni, Dalle due Torri n.2 - Bologna".Tre anni più tardi,nel 1891,venne mutata nuovamente l'intestazione in"Premiata fotografia L.Lanzoni e Figlio",quando subentrò,accanto al padre,il figlio Giovanni(1875-1926).Nel 1911 Giovanni rimase l'unico titolare dell'atelier,che nel frattempo venne trasferito nella sede di via dei Giudei1,dove restò sino alla cessazione nell'agosto del 1918.Fra i primi lavori di Luigi,è celebre l'immagine compiuta in occasione dell'Ottavo Centenario dell'Università durante l'orazione di Giosuè Carducci davanti alla presenza della Casa Reale e dell'intero corpo accademico,avvenuta il 12 giugno 1888.Una decina d'anni dopo,i Lanzoni iniziarono a collaborare con il Comitato per Bologna Storica e Artistica,attraverso un rapporto lavorativo piuttosto duraturo,che andò a coprire un arco di undici anni.La "riunione di colti cittadini" ebbe il suo primo consiglio direttivo nel 1901,quando venne nominato consulente artistico Alfonso Rubbiani,personalità di spicco dell'ambiente bolognese,nel quale era conosciuto e stimato per gli interventi di ripristino della chiesa di San Francesco. Il connubio tra il Comitato e l'architetto si concluse solo alla morte dello stesso Rubbiani,avvenuta nel settembre del 1913,quando venne sostituito da Achille Casanova e Guido Zucchini.Nel corso della sua lunga attività fece regolarmente ricorso alla fotografia,sia al fine di verificare i dati delle sue ricerche archivistiche,sia soprattutto per documentare lo stato del monumento,magari anche a cantiere aperto.Qui si intersecarono le storie dei Lanzoni e di Rubbiani,quando i primi divennero i fotografi degli interventi da eseguire o di quelli già compiuti dall'architetto,tra il 1904 ed il dicembre del 1915(stando alle date delle ricevute conservate presso l'Archivio del Comitato).Le lastre negative dell'Archivo fotografico della Soprintendenza sono 33(oltre ad un positivo senza lastra)e,assieme alle 97 depositate presso il Comitato,formano il nucleo più cospicuo sopravvissuto dell'opera dei Lanzoni.La loro situazione conservativa è piuttosto precaria sia per gli avvicendamenti che dovettero subire nel dopoguerra,come racconta dettagliatamente Zucchini nell'articolo del 1957,sia per i materiali utilizzati dai Lanzoni,che,con buona probabilità,non dovettero essere di prima scelta. Il lavoro svolto dai fotografi si pose come fondamentale sussidio dell'opera progettuale di restauro,documentando in maniera molto dettagliata il cantiere del Podestà e di Re Enzo, oltre agli interventi in San Domenico, San Martino, Collegio di Spagna, Palazzo dei Notai ed in molte altre fabbriche bolognesi.La veduta panoramica del centro storico di Bologna verso le colline a sud della città venne scattata dalla torre della Specola di Palazzo Poggi in via Zamboni,l'osservatorio dell'Università degli Studi.L'immagine mostra in primo piano la porticata via Zamboni con l'aprirsi dell'odierna Piazza Verdi davanti al Teatro Comunale-nella struttura originale del Bibiena prima dell'incendio negli anni Trenta-e l'abside ed il campanile della chiesa di San Giacomo Maggiore.Inoltre la ripresa permette di fissare le grandi moli delle chiese e gli svettanti campanili di San Petronio,San Bartolomeo e San Pietro,che si stagliano assieme alle numerose torri al di sopra delle linee dei tetti.Il panorama arriva ad inquadrare i profili delle colline che chiudono la città a sud nel tratto compreso fra il colle dell'Osservanza e quello della Guardia.La torre della Specola fu un punto di vista privilegiato per le riprese dall'alto della città,utilizzato anche da Pietro Poppi,titolare della Fotografia dell'Emilia,e dagli stessi Fratelli Alinari.La lastra è sicuramente antecedente al 1906,anno in cui vennero atterrate le quattro arcate addossate al tratto di mura dei Mille in Piazza Verdi,dietro l'Oratorio di Santa Cecilia,per restaurare la piccola porzione muraria superstite.Il progetto di Rubbiani prevedeva il ripristino della merlatura e della testata del portico di San Giacomo con i fregi in cotto rifatti su modello di quelli esistenti dello Sperandio da Mantova
  • TIPOLOGIA SCHEDA Fotografia
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800378654
  • NUMERO D'INVENTARIO F R 21
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Bologna Ferrara Forli'-Cesena Ravenna e Rimini
  • DATA DI COMPILAZIONE 2010
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2010
  • ISCRIZIONI sul supporto primario: recto: in alto al centro: su etichetta adesiva - 21 - a penna -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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