Veduta del vestibolo che immette al chiostro benedettino di Santo Stefano a Bologna
positivo,
(?) 1955 - (?) 1955
Il positivo, privo di supporto secondario, è stato collocato in una busta di carta conservazione e posto orizzontalmente entro una scatola di cartone inerte, intestata “BOLOGNA/ Santo Stefano/ da P_000295 a P_000384”. All'interno della scatola, i fototipi sono ordinati secondo il numero progressivo di inventario
- OGGETTO positivo
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SOGGETTO
Architettura - Chiese
Italia - Emilia Romagna - Bologna - Complesso di Santo Stefano - Accesso da via Santo Stefano al chiostro benedettino
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Archivio fotografico storico (ex Soprintendenza BAP)
- LOCALIZZAZIONE Palazzo Dall'Armi Marescalchi
- INDIRIZZO Via IV Novembre, 5, Bologna (BO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Già all'indomani dell'armistizio dell'8 settembre del 1943, si delineò la proposta di utilizzare il loggiato superiore del chiostro benedettino di Santo Stefano, come lapidario per i caduti della seconda guerra mondiale, in analogia con quello inferiore (ai caduti della Grande Guerra), inaugurato il 12 giugno del 1925. Fortemente contrario alla soluzione, il soprintendente ai Monumenti dell'Emilia Alfredo Barbacci riuscì ad ottenere - in seguito ad una diversa soluzione proposta dall'ufficio, bocciata dall'Associazione Caduti, di riordino del primo lapidario per fare posto nel loggiato del pianterreno agli elenchi dei caduti dell'ultimo conflitto - la sistemazione delle lapidi nell'atrio di accesso allo stesso chiostro, che si affacciava su via Santo Stefano. Il progetto definitivo, eseguito dal professor Vincenzo Gabelli della Soprintendenza, venne approvato dal Ministero il 17 maggio 1955, per essere inaugurato il 4 novembre del 1956 (per tutta la vicenda si veda Serchia 1987, p. 369, segnalato in BIB). I fototipi P_000373 e P_00376 mostrano rispettivamente il suddetto vestibolo ripreso dalla parte interna del chiostro e dal giardinetto esterno che delimita il complesso stefaniano. E' plausibile che entrambe le riprese Villani siano state eseguite in una medesima occasione, probabilmente in stretta prossimità all'inizio dei lavori di realizzazione del secondo lapidario, nei primi mesi del 1955. La lapide che s'intravede nella presente immagine, affissa come sovraporta sull'apertura architravata che immette direttamente al chiostro, venne spostata in seguito alla realizzazione del lapidario nell'atrio, sul fronte esterno di accesso (vedi fototipo P_000377). Achille Villani (1870-1945) aprì nel 1914 a Bologna un atelier fotografico in via S. Stefano 24, all'interno della sua abitazione. In precedenza attorno al 1910, dopo aver intrapreso l'attività di decoratore e pittore, iniziò a collaborare con lo studio Camera di via Indipendenza, soprattutto con Giuseppe Camera, figlio del fondatore Giovan Battista. Soltanto nel 1921 la sua ditta "A. Villani" venne registrata alla Camera di Commercio, iniziando così l'attività concorrenziale verso Felice Croci (1880-1934), nella riproduzione di opere d’arte e di architetture cittadine. Nel 1923 l'atelier fu spostato dall'abitazione privata di Achille allo stabile di via Piave 22 (oggi via Clavature). Qualche anno più tardi (1932) venne inoltre mutata la ragione sociale in A. Villani & Figli, dato che oltre al primogenito Vittorio (1905-1970), vi collaborava anche il secondo figlio Corrado. Lo studio si trasferì nuovamente nel 1935 in un locale più grande al civico 17 di via S. Stefano (nel complesso delle case Bovi-Beccadelli-Tacconi, restaurate qualche decennio prima da Alfonso Rubbiani), in quella che diverrà la sede definitiva. Dopo la morte del padre Achille, avvenuta il 6 aprile 1945, i tre figli Vittorio, Corrado e Aldo rifondarono nel novembre del 1949 in una società in nome collettivo la ditta A. Villani & Figli (poi dal 1953 mutata in S.r.L.). Vittorio ricoprì sempre il ruolo di addetto alla produzione fotografica, mentre i suoi fratelli si occuparono di curare l'amministrazione aziendale. Nel maggio del 1970, una settimana prima della morte di Vittorio, l'attività venne ceduta ad un gruppo di azionisti al cui vertice era il geometra Danilo Calzolari. Negli anni del boom economico l’azienda aveva visto infatti un consolidamento e un ampliamento dell’esercizio, con l’apertura di un laboratorio in Strada Maggiore 19 per lo sviluppo e la stampa delle immagini a colori (Villani ebbe l’esclusiva da Kodak per l’Emilia Romagna e la Toscana), oltre alla fondazione della Villani Decorazioni S.p.A. (ditta con una differente ragione sociale specializzata in gigantografie per arredamento)
- TIPOLOGIA SCHEDA Fotografia
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800265594
- NUMERO D'INVENTARIO P_000376
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le province di Bologna Modena e Reggio Emilia
- DATA DI COMPILAZIONE 2015
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0