Bologna/ Chiesa del Corpus Domini

positivo, (?) 1963 - (?) 1963
Anonimo
1878

Il positivo, incollato ad un supporto di cartoncino grigio-azzurro a media grammatura, è stato collocato in una busta di carta conservazione e posto orizzontalmente entro una scatola di cartone inerte, intestata “BOLOGNA/ Corpus Domini”. All'interno della scatola, i fototipi sono ordinati secondo il numero progressivo di inventario. Si segnala una seconda stampa positiva uguale a quella in esame (inv. P_000417, NCT 0800265319, vedi ROZ)

  • OGGETTO positivo
  • SOGGETTO Chiese - Cripte - Tombe
    Italia - Emilia Romagna - Bologna - Santuario del Corpus Domini - Sepolture ipogee
  • ATTRIBUZIONI Anonimo: fotografo principale
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Archivio fotografico storico (ex Soprintendenza BAP)
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Dall'Armi Marescalchi
  • INDIRIZZO Via IV Novembre, 5, Bologna (BO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE All’interno dell’archivio fotografico storico SBAP è stato rintracciato un nucleo di 28 positivi (da inventario P_000413 a P_000440, gelatine di formato 18x24, solo 5 dovute alla ditta Fotofast, tra le restanti anonime) che documenta la realizzazione del pavimento della grande aula del santuario del Corpus Domini di Bologna. Nel corso di tali lavori vennero fotografate anche diverse sepolture ipogee ubicate sotto il livello della chiesa, entro piccole stanze con ambienti voltati, parzialmente decorate con pitture (riconoscibile una Crocifissione con Cristo tra San Francesco (?) e Santa Chiara, oltre numerose a croci). L’insieme delle stampe è riconducibile ad un medesimo intervento: si appresta il pavimento, riempendo con l’acciottolato i vuoti tra gli estradossi, coincidenti con le volte sotterranee, in modo da pareggiare e livellare per la successiva posa del piano di calpestio. I gravi danneggiamenti causati da un duplice bombardamento durante la seconda guerra mondiale vennero ripristinati nel corso di due decenni di intervento a partire dal primo dopoguerra (la messa in sicurezza ed il reperimento delle parti da salvaguardare furono operazioni compiute sin all’indomani delle devastazioni), nonostante un ultimo lotto di lavoro sia stato eseguito entro il dicembre del 1973. Il restauro fu diretto da due soprintendenti ai Monumenti dell’Emilia che si avvicendarono: Alfredo Barbacci (1896 -1989, in carica a Bologna dal 1943 al 1952 e dal 1960 al 1963) e Raffaello Niccoli (1897-1977, in carica dal 1952 al 1960), con la collaborazione del professore Vincenzo Gabelli, funzionario interno dell’ufficio. Dal riscontro fatto con i documenti dell’archivio storico (faldone BO M 91, storico I e II) è emerso che la pavimentazione della chiesa ancora non era stata approntata nel febbraio del 1958, quando il rettore del convento richiese alla soprintendenza la messa in opera del piano di calpestio in marmo, oltre al restauro dell’altare con la relativa predisposizione del pavimento presbiteriale e la collocazione di un nuovo organo. In merito alla pavimentazione dell’aula non è stata rintracciata ulteriore documentazione, ma soltanto la notizia dell’aprile 1963, quando ancora attendevano compimento l’altare marmoreo della cappella maggiore e la pavimentazione di tre cappelle; tale riferimento induce a presumere che i lavori del piano di calpestio siano da ricondursi tra la fine del 1962 ed il 1963, dato che il cantiere presso il Corpus Domini fu fermo tra il 1961 e l’anno seguente. Inoltre è lo stesso Barbacci a raccontare di avere realizzato tale intervento, senza dubbio effettuato nel corso del suo secondo mandato bolognese (1960-1963): “Il pavimento della chiesa, semplice scacchiera di marmo ottocentesca, venne quasi interamente distrutto dalle bombe e dalle grosse masse murarie piombategli sopra. Venne rifatto, in marmo e policromo, con semplice disegno di gusto seicentesco, intonato all'ambiente; si lasciò al suo posto la lapide terragna di Laura Bassi” (I monumenti di Bologna, 1977, p. 65, vedi BIB). Le 28 immagini parrebbero dunque potersi ricondurre alla ricostruzione di Barbacci, nonostante l’analisi tecnico-formale collochi i fototipi in un periodo successivo ai primi anni Sessanta; in realtà esistono alcune incongruenze nelle fotografie: in particolare l’immagine P_000243 mostra una veduta verso il presbiterio dove il pavimento (con doppio scalino di accesso) appare già ripristinato, come pure l’altare maggiore, seppure fotografato parzialmente nella sola parte inferiore, sembra pienamente ricostruito. Nell’aprile del 1963, se gran parte del pavimento giaceva posto in opera, la cappella maggiore non doveva presentare ancora un altare marmoreo, stando alle fonti documentarie. Alcune riprese posteriori ai bombardamenti, ugualmente conservate nell’archivio fotografico (P_000455 e P_000456) mostrano invece che il presbiterio e l’altare maggiore non subirono gravi danni: il doppio gradino sagomato di accesso pare assimilabile, per quanto possibile, a quello del gruppo di immagini. Pur non avendo reperito documentazione in merito, una proposta alternativa al 1963 potrebbe essere rappresentata dall’ipotesi che l’intervento sia da collocarsi in quel lotto di lavori dei primi anni Settanta, conclusi nel dicembre del 1973 (questa datazione pare inoltre più convincente secondo l’analisi formale dei fototipi). Nel faldone BO M 91 - storico II è presente inoltre un promemoria con le immagini richieste dalla soprintendenza a Fotofast, studio che si trova impegnato nella realizzazione di 5 positivi del presente gruppo (P_000425, P_000426, da P_000428 a P_000430), anche se nell’elenco manoscritto non figurano i soggetti in esame. Non comporta un discrimine decisivo nemmeno la ditta impiegata dalla soprintendenza per restauri che fu sempre la S.A.L.E., sia nella ricostruzione post bellica, sia negli interventi più recenti degli anni Settanta (un manifesto dell’impresa appare infatti nella stampa P_000245). Pur propendendo
  • TIPOLOGIA SCHEDA Fotografia
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800265315
  • NUMERO D'INVENTARIO P_000413
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le province di Bologna Modena e Reggio Emilia
  • DATA DI COMPILAZIONE 2015
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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