Bologna - Corpus Domini - M. A. Fraceschini - Assunzione di S. Caterina
positivo,
ca 1920 - ca 1929
Croci, Felice
1880/ 1934
Il positivo, privo di supporto secondario, è stato collocato in una busta di carta conservazione e posto orizzontalmente entro una scatola di cartone inerte, intestata “BOLOGNA/ Corpus Domini”. All'interno della scatola, i fototipi sono ordinati secondo il numero progressivo di inventario. L'immagine è stata pubblicata nel 1977 all'interno del volume "I Monumenti di Bologna" (vedi BIB) di Alfredo Barbacci, già soprintendente ai Monumenti dell'Emilia, che diresse la ricostruzione post-bellica del santuario
- OGGETTO positivo
-
SOGGETTO
Pittura - Affreschi - Chiese
Italia - Emilia Romagna - Bologna - Santuario del Corpus Domini - Interno
-
ATTRIBUZIONI
Croci, Felice: fotografo principale
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Archivio fotografico storico (ex Soprintendenza BAP)
- LOCALIZZAZIONE Palazzo Dall'Armi Marescalchi
- INDIRIZZO Via IV Novembre, 5, Bologna (BO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Nell'archivio fotografico storico SBAP sono state rintracciate 5 stampe positive dovute al fotografo Felice Croci che documentano il ciclo pittorico dedicato a Santa Caterina de' Vigri, compiuto alla fine del Seicento da Marcantonio Franceschini. La chiesa del Corpus Domini, oggetto negli Ottanta del XVII secolo di una vera e propria riedificazione tardobarocca delle strutture architettoniche, venne affrescata quasi per intero dall'artista bolognese assistito dai collaboratori Enrico Haffner e Luigi Quaini. Le presenti immagini risultano preziose per la scomparsa di numerose parti del ciclo decorativo nel corso dei bombardamenti della seconda guerra mondiale; sono andate perdute sia l'Assunzione in cielo nella vela centrale della navata, sia la Visione di Caterina che occupava la parete alta della controfacciata. Inoltre la cupola, con la Gloria della santa, è stata parzialmente ricomposta con i frammenti salvati. La datazione del gruppo di positivi risulta approssimativa, circoscrivibile indicativamente, secondo l'analisi tecnico-formale, agli anni Venti del Novecento. Felice Croci nacque a Roma nel giugno del 1880. Il nome del Croci viene per la prima volta registrato dal Comune di Bologna nel 1905, in occasione della sua immigrazione da Roma, avvenuta, secondo i documenti comunali, lo stesso anno del suo matrimonio con Amelia Bortolotti. Non conosciamo purtroppo il motivo per cui il giovane romano volle trasferirsi a Bologna anche se è probabile che la sua decisione sia dovuta alla volontà di iscriversi all’Accademia di Belle Arti, per coltivare e accrescere le sue inclinazioni artistiche. Pare comunque difficile credere che il Croci sia giunto a Bologna l’anno del suo matrimonio e non prima; è evidente infatti che l’iscrizione del nome del Croci all’anagrafe del Comune di Bologna nel 1905 possa non essersi resa necessaria prima del matrimonio e dunque non ci sia traccia degli anni trascorsi in città precedentemente. Un dato importante da precisare è che nel 1905, il Croci dichiara al Comune di essere commerciante, professione che pochi anni dopo, probabilmente nel 1911, verrà corretta, nei documenti dell’anagrafe a lui relativi, con la dicitura "fotografo”. Non sappiamo precisamente che tipo di attività commerciale abbia praticato il Croci dalla data del suo arrivo a Bologna fino all’inizio dell’attività come fotografo, si ha però la certezza che attorno al 1910 avesse un esercizio per la vendita di grammofoni, attività forse già operativa almeno dal 1905 e che continuò fino al 1911 anno della dichiarazione di fallimento. Dopo questa data è certo che il Croci abbia iniziato l’attività di "fotografo in casa", dicitura che intendeva un tipo di attività senza sede legale. È quantomeno insolito però che il Croci abbia iniziato un’attività professionale senza un periodo di praticantato presso qualche altro fotografo o comunque non siano rimaste tracce della sua formazione in questo campo. Felice Croci, a differenza dei molti fotografi attivi a Bologna fra i primi anni del Novecento, non esercitò mai l’attività di fotografo ritrattista, la vera vocazione di Croci era la Storia dell’Arte e i soggetti da lui fotografati non furono che opere d’arte. In questo campo riuscì comunque a trarre profitto dalle sue capacità manuali e dal suo senso pittorico; il ritocco delle lastre fotografiche da lui impressionate così come dei positivi, infatti era sempre personalmente eseguito in modo da garantire qualità visiva e "artistica" all’immagine. Nel 1917 circa, aveva preso in affitto un grande appartamento in un edificio di Via Farini 24, nel quale continuò ad esercitare la sua professione di fotografo, riservando un’ala dell’appartamento alla camera oscura e alle attrezzature tecniche. La maggior parte del lavoro in casa era proprio di camera oscura, visto che il Croci aveva come unico soggetto l’arte e questa selezione esclusiva lo portava più che altro ad operare le riprese fuori di casa; in camera oscura sviluppava e stampava le lastre delle fotografie da lui stesso scattate. Altre commissioni derivavano da artisti che, per ottenere materiale divulgativo della loro opera, ne richiedevano al Croci la riproduzione fotografica. L’aspetto del Croci che possiede maggiore importanza è sicuramente la costante ed esclusiva dedizione alla riproduzione delle opere d’arte, anche se l’estensione del suo sguardo non si allontanò, se non per qualche eccezione, dai dintorni dell’Emilia Romagna. Felice Croci fra gli anni ’20 e ‘30, era forse l’unico fotografo a occuparsi specificamente di riproduzione di opere d’arte e le commissioni giunsero anche fuori dal confine regionale: fra il 1924 e il 1925 realizzò per il Kunsthistorisches Institut di Firenze due campagne fotografiche importanti di circa cento fotografie ciascuna, quella del 1924 fu condotta sulle sculture del Battistero di Parma, quella del 1925 sulla pittura del Seicento a Bologna. [PROSEGUE IN OSSERVAZIONI PER MANCANZA DI SPAZIO]
- TIPOLOGIA SCHEDA Fotografia
-
CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800265306
- NUMERO D'INVENTARIO P_000404
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le province di Bologna Modena e Reggio Emilia
- DATA DI COMPILAZIONE 2015
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0