Bottega di Maurice Dubout (?), su disegno di Henri Lerambert (?), I santi Celestino I papa, Pietro, Francesco d'Assisi e Antonio da Padova, Parigi, 1598. Mantova, Museo Diocesano "Francesco Gonzaga"
negativo,
ca 1904 - ca 1904
Giuseppe Lanzoni
attivo prima metà sec. XX
- OGGETTO negativo
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SOGGETTO
Mantova - Arazzi
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ATTRIBUZIONI
Giuseppe Lanzoni: fotografo principale
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Archivio fotografico SBAP BS
- LOCALIZZAZIONE Palazzo Chizzola Porro Schiaffinati
- INDIRIZZO via Gezio Calini 26, Brescia (BS)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Pubblicata nel 1904 con la didascalia "San Celestino, San Pietro, San Francesco d'Assisi e Sant'Antonio da Padova" in un intervento di A. Patricolo sulla "Rassegna d'Arte", la lastra, eseguita dallo storico mantovano Giuseppe Lanzoni (sino al 1923 presidente della Società per il Palazzo Ducale) e ancora scontornata con carta gommata nera sul lato vetro, presenta uno dei sei arazzi che il venerabile Francesco Gonzaga, vescovo di Mantova dal 1593, donò alla Cattedrale il 18 marzo 1599, nella solennità di Sant'Anselmo (Achille Patricolo, Gli arazzi del Duomo di Mantova, "Rassegna d'Arte", a. 4, n. 8 (agosto), 1904, pp. 119-122: p. 122). I sei arazzi, che Stefano L'Occaso ha recentemente ricondotto sulla base di alcuni disegni preparatori, all'invenzione del parigino Henri Lerambert (pittore di corte di Enrico IV negli anni in cui frate Francesco visse a Parigi, come nunzio apostolico, tra 1596 e 1598), dovettero essere tessuti entro il 1598, poiché nell'Ascensione compare un ritratto del Venerabile con la scritta "AETA LII" (ovvero "aetatis suae 52"; Renato Berzaghi, Stefano L'Occaso, Dipinti e arazzi. 1430 - 1630, Mantova, Publi Paolini, 2011, nn. 67-72, pp. 94-105). Furono, sempre secondo L'Occaso, probabilmente realizzati nel laboratorio di Maurice Dubout, uno dei principali arazzieri attivi a Parigi alla fine del Cinquecento (Stefano L'Occaso, Gli arazzi del duomo di Mantova, in Guy Delmarcel, Clifford M. Brown, Gli arazzi dei Gonzaga nel Rinascimento, Milano, Skira, 2010, pp. 170-181). Le lastre con invv. 1831, 1846, 1856, 1857 e 1858 (NCTN 03230380, 03230382 e 03230372-4), fra le quali è la nostra, presentano tutte la medesima riquadratura con carta nera gommata, applicata sul lato vetro sino a schermare tutta la parte lasciata libera dall'impressione dell'arazzo. Nonostante la schermatura finalizzata alla stampa è possibile scorgere chiaramente sul lato dell'emulsione la presenza di due personaggi maschili, seduti su sgabelli, posti ai lati dell'arazzo che, insieme a quello con inv. 1831 (con i santi Anselmo, Paolo, Bernardino da Siena e Diego d'Alcalà), è di ampiezza inferiore agli altri quattro commissionati dal Venerabile e occupa quindi solo in parte la larghezza della lastra. Ad un'analisi attenta delle increspature dei tessuti, della direzione della luce, dell'andamento assunto dai bordi, pare indubbio che questa lastra, come le altre, sia fra quelle pubblicate nel 1904 sulla rivista milanese "Rassegna d'Arte" e realizzate in occasione della campagna fotografica cui fa riferimento Patricolo nello stesso contesto, ovvero quando gli arazzi furono, a tale scopo, trasportati in Palazzo Ducale. Al 1904 circa vanno quindi fatte risalire (Patricolo 1904, p. 121-122). Gli arazzi dovettero probabilmente far ritorno nel duomo di Mantova fra 1904-1917, non prima di aver subito il restauro auspicato da Patricolo (ibidem). Nel 1917-1918, insieme ad altri manufatti tessili provenienti dalla basilica di S. Barbara e dalla Parrocchiale di Pozzolo e insieme a molti dipinti, sculture e arredi di Palazzo Ducale, furono inviati a Firenze per preservarli dai bombardamenti (Giuseppe Gerola, Relazione del R. Sovraintendente dei monumenti della Romagna incaricato delle operazioni di sgombero di oggetti d'arte compiute nella provincia di Mantova, "Bollettino d'arte del Ministero della pubblica istruzione", a. 12, nn. 9-12 (settembre-dicembre), 1918, pp. 270-272). Un restauro è attestato nel 1924 (forse all'indomani della riapertura delle casse provenienti da Firenze) e ne riferisce L'Occaso (L'Occaso 2011, p. 98). Nel 1927 risultano collocati nel Salone degli Arcieri (Clinio Cottafavi, R. Palazzo Ducale di Mantova. Il Salone degli Arcieri, "Bollettino d'arte del Ministero della pubblica istruzione", serie II, vol. VII, n. 4 (ottobre), 1927, pp. 235-240, dove ancora si trovano nel 1929 (Nino Giannantoni, Il Palazzo Ducale di Mantova, Roma, La Libreria dello Stato, 1929, pp. 53-54) e dove rimangono sino alla seconda guerra mondiale. I sei arazzi del venerabile Francesco Gonzaga si trovano oggi tutti nel Museo Diocesano "Francesco Gonzaga" di Mantova, dove sono pervenuti tra il 1987 e il 2008
- TIPOLOGIA SCHEDA Fotografia
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0303230373
- NUMERO D'INVENTARIO 1857
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Bergamo e Brescia
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le province di Brescia Cremona e Mantova
- DATA DI COMPILAZIONE 2012
- ISCRIZIONI lato vetro: sulla scontornatura con carta gommata nera, lungo il bordo destro, in basso - 1857 - a matita -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0