N.D Ritratto della marchesa Aurelia Dalla Valle di Pomaro
positivo,
post 1859 - ca 1863
Ritratto fotografico ritoccato a olio, originariamente inserito in cornice dorata, raffigurante figura femminile in piedi, di tre quarti a mani conserte, con capelli raccolti, abito scuro, gioielli e collarino con fiocco
- OGGETTO positivo
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SOGGETTO
Marchesa Aurelia Dalla Valle di Pomaro
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MATERIA E TECNICA
albumina/ carta
- LOCALIZZAZIONE Casale Monferrato (AL) - Piemonte , ITALIA
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il ritratto fotografico su cartone, probabilmente eseguito all’albumina e ripreso a olio, raffigura la marchesa Aurelia Dalla Valle di Pomaro. Insieme a quello del fratello Ferdinando (cfr. 0100408573) e ad altri ritratti di iconografia dinastica era conservato nel castello di Pomaro Monferrato, nell’appartamento riservato al padre, il senatore e sindaco di Casale Giuseppe Rolando, come attesta la sommaria descrizione degli ambienti della dimora lasciata da Giuseppe Niccolini nel volume del 1877 “A zonzo per il circondario di Casale Monferrato” (cfr. p. 76). Se questo ritratto fosse stato eseguito durante la medesima seduta di posa di quello del fratello, dovrebbe essere anteriore al 9 giugno 1857, data di morte del marchesino. Potrebbe doversi datare un poco più tardi, forse intorno alla data del matrimonio di Aurelia con Luigi Cacherano di Bricherasio, nel 1861, e certamente entro il 1 ottobre 1863, quando morì anche la giovane (notizie biografiche rilevate da R. Tardito Amerio in A. Manno, Il patriziato subalpino). In ogni caso i due ritratti fotografici rappresentano precocissimi esempi del lavoro dell’apprezzato fotografo francese, nato a Nantes nel 1831 e presente a Torino dal 1856, che nel 1861 inaugurò uno studio presto frequentato dalla casa regnante e dall’aristocrazia piemontese presso il Giardino Pubblico Vecchio, nel padiglione del Caffè della Rotonda, e che dal 1861 al 1863 lavorò in società con la denominazione "Le Lieure e Comp.”, per trasferirsi a Roma dopo l’Unità (M. Falzone del Bernabò, Le Lieure Henri in Fotografia italiana dell'Ottocento, catalogo della mostra (Firenze, Palazzo Pitti, ottobre-dicembre 1979; Venezia, Ala Napoleonica, gennaio-marzo 1980) a cura di M. Miraglia, D. Palazzoli, I. Zannier, Milano e Firenze 1979, p. 160). Fra il 2 e il 5 ottobre 1980 i beni del castello di Pomaro appartenuti fino a quel momento a Pier Francesco Calvi di Bergolo furono alienati attraverso un’asta gestita in loco dal Palazzo Internazionale delle Aste e Esposizioni di Firenze. In quell’occasione l’antiquario casalese Giuseppe Cesare Negri si aggiudicò tre opere già oggetto di vincolo, ovvero i due i ritratti fotografici e una veduta del castello realizzata da Giuseppe Pietro Bagetti. Mentre quest’ultimo fu certamente acquistato su commissione e per conto di Gregorio Calvi di Bergolo, a cui fu consegnato, una specifica ricognizione a cura della Soprintendenza torinese nel corso del 1993 portò a verificare la dispersione dei due ritratti. L’ultimo proprietario dichiarava di non conservare documenti né memorie riguardo la loro alienazione. La segnalazione del caso fu contestualmente trasmessa al Nucleo Tutela Patrimonio Artistico di Roma, non risulta che le opere siano state rintracciate
- TIPOLOGIA SCHEDA Fotografia
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà privata
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100408572
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Alessandria, Asti e Cuneo
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Alessandria, Asti e Cuneo
- DATA DI COMPILAZIONE 2020
- ISCRIZIONI fronte, in basso a sinistra - H. Le Lieure - francese
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0