reperti antropologici pertinenti a un unico individuo reperti ossei

Nel 1993, nell’area delle Murge di Altamura, gli speleologi del Centro Altamurano Ricerche Speleologiche (C.A.R.S.) individuarono la Grotta di Lamalunga, che si apre a nord-est della città di Altamura, a 508 metri sul livello del mare. Al suo interno, in una piccola abside naturale, fu rinvenuto il corpo di un Homo Neanderthalensis noto col nome di “Uomo di Altamura”. La grotta, che si sviluppa in due rami principali, fa parte di un più ampio complesso carsico - di cui occupa la porzione superiore - ed è interessata da processi geologici e morfologici che ne documentano l’evoluzione nel tempo, con la formazione graduale di formazioni calcaree di vario tipo tra cui stalattiti, stalagmiti e colate calcitiche. Il rinvenimento fu effettuato nella galleria principale, che si sviluppa a poca profondità dalla superficie ed è intercettata da pozzi verticali che in origine dovevano aprirsi verso l’esterno e che in seguito furono interessati da diversi episodi di crollo e colmati da detriti. I resti dell’Uomo di Altamura sono stati rinvenuti in particolare nella porzione terminale del corridoio in seguito denominato “ramo dell’Uomo”, incorporati all’interno di concrezioni calcaree così fittamente disposte da costituire una sorta di nicchia protettiva, la cosiddetta “abside dell’Uomo”; tali concrezioni, secondo gli studiosi, si sarebbero formate in un ambiente inizialmente sommerso dall’acqua e poi a causa dello stillicidio, fino a ricoprire interamente le ossa. Alcune di queste sono inglobate, inoltre, in formazioni calcaree dall’aspetto simile a quello di un corallo, formatesi per effetto della precipitazione di calcite per evaporazione dell’acqua. Lo scheletro è quasi completo, con le ossa in buono stato di conservazione, anche se non in connessione anatomica: il cranio, non particolarmente voluminoso, è rovesciato e ricoperto da formazioni coralliformi specialmente sulle zone contraddistinte da una più accentuata curvatura, come l’arcata sopraorbitale, il margine alveolare del mascellare e i denti. La mandibola non si trova nella sua posizione anatomica originaria ma al di sotto del femore destro, davanti alla porzione prossimale del quale appare il femore sinistro. Al di sotto del primo è visibile l’epifisi inferiore dell’omero sinistro, mentre nella stessa zona sono riconoscibili la tibia destra e la relativa fibula, disposte quasi parallelamente a tibia e fibula sinistra, messe in luce al di sopra del femore destro. Sono inoltre distinguibili, all’altezza della mandibola, l’epifisi distale di un’ulna e il radio destro, mentre più in basso, più o meno al di sotto del femore sinistro, emerge il bacino, all’interno del quale è stato possibile riconoscere una scapola, un elemento costale e altri elementi vertebrali. Altri resti dello scheletro sono stati rinvenuti nella zona retrostante rispetto all’accumulo principale di ossa, dove nel 2009 si eseguì il campionamento di una scapola accuratamente prelevata e sottoposta ad analisi. Lo stato di conservazione dello scheletro fossilizzato e la sua parziale completezza farebbero escludere che l’individuo sia morto dopo essere stato travolto da un imponente flusso idrico che lo avrebbe imprigionato per sempre all’interno della cavità; al contrario, è più probabile ritenere che egli sia caduto all’interno della grotta da un’apertura poco visibile in superficie e che non sia più riuscito a uscirne, morendo di stenti. Dalla documentazione fotografica e dalle osservazioni dirette eseguite in grotta, dove attualmente giace lo scheletro, si è appurato che si tratta di un maschio adulto, dalla statura media, come confermerebbero l’usura dentaria e la robustezza dei femori. L’uomo di Altamura presenta una combinazione tra tratti morfologici tipici dell’Homo neanderthalensis e altri più arcaici, riconducibili alla varietà morfologica dei resti umani tipici del Pleistocene Medio-Superiore. Indagini recenti eseguite nella grotta hanno portato al campionamento di materiale calcitico da sottoporre a datazioni e soprattutto al prelievo di un primo frammento isolato dello scheletro (scapola), sottoposto ad un attento studio morfometrico e molecolare condotto mediante l’estrazione del DNA. Altri frammenti ossei appartenenti alla scapola sono stati prelevati all’interno della cavità nel 2015. I dati ottenuti dallo studio morfologico e da quello genetico concordano nel collocare l’Uomo della Grotta di Lamalunga all’interno della specie di Homo neanderthalensis, anche se con alcune peculiarità di tipo filogenetico più affini ai Neanderthal “arcaici”. Questi risultati sono coerenti con le datazioni ottenute dai campioni di calcite che collocano lo scheletro tra 172±15 e 130,1 ±1,9 mila anni fa, ovvero nel Pleistocene Medio

  • OGGETTO reperti antropologici pertinenti a un unico individuo reperti ossei
  • CLASSIFICAZIONE RESTI UMANI DA CONTESTO ARCHEOLOGICO
  • LOCALIZZAZIONE Altamura (BA)
  • INDIRIZZO Strada Comunale Esterna Vecchia di Bari, 70022, Altamura (BA)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Una riproduzione in scala reale dell’Uomo di Altamura, realizzata nel 2017 dai fratelli olandesi Kennis, è attualmente esposta all’interno del Museo Nazionale Archeologico di Altamura
  • TIPOLOGIA SCHEDA Scheda anagrafica
  • CONDIZIONE GIURIDICA nr (recupero pregresso)
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1600389927
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Segretariato Regionale del Ministero della Cultura per la Puglia
  • ENTE SCHEDATORE Segretariato Regionale del Ministero della Cultura per la Puglia
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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