carta topografica del Milanese e del Mantovano

1788 - 1796

Nel XVIII secolo lo sviluppo della cartografia fu un passo dettato da motivi pratici (navigazione, commercio, attività militari) e politici (definizione dei confini). Per questi motivi la "Carta topografica del Milanese e del Mantovano" fu preceduta da un'intensa produzione cartografica locale. Già dal 1773, su iniziativa del principe von Kaunitz, il Governo austriaco promosse la costruzione di una buona carta della Lombardia: le carte topografiche precedenti erano sommarie e spesso inesatte, i confini geografici e politici imprecisi, le forme dei laghi irreali, le distanze fra i centri abitati non rispettate. Inoltre, la Lombardia si trovava in uno stato di inferiorità rispetto alla Repubblica veneta e agli Stati del Re di Sardegna che potevano contare su una produzione cartografica pregevole. Fin dall'inizio, pur non essendo direttamente incaricati, gli astronomi di Brera collaborarono all'opera, per stabilire le rispondenze tra i punti riconosciuti sul terreno e i punti celesti esattamente determinati. Nel 1775, su proposta del direttore dell'Osservatorio di Parigi César François Cassini (1714-1785) di misurare in Italia un arco del parallelo di 45° che attraversa la Lombardia, fu affidata agli astronomi di Brera la determinazione delle latitudini di Pavia e Cremona, prossime al 45° parallelo e delle loro longitudini rispetto a Milano. Nel 1776 tali determinazioni vennero eseguite a Pavia da Francesco Reggio (1743-1804) e a Cremona da Angelo De Cesaris (1749-1832). Le differenze di longitudine furono dedotte con osservazioni simultanee dell'eclissi lunare del 30 luglio 1776 e con l'osservazione di segnali di fuoco sul Duomo di Milano, non visibili a Cremona. A Milano le osservazioni di longitudine furono condotte da Louis La Grange (1711-1783) e Anton Kronthal. La carta fu composta ma con risultati deludenti, come il Kaunitz espresse in una sua lettera del 8 dicembre 1777: il maggiore difetto consisteva nel non aver legato le misure geodetiche alle osservazioni celesti, così il Kaunitz suggerì l'esecuzione di una nuova carta che rimediasse le carenze della precedente. Nel 1777 il geografo padovano Giovanni Rizzi-Zannoni (1736-1814) propose, dunque, il suo piano di costruzione della carta: si trattava di stendere sulla Lombardia una rete di triangoli, sviluppata intorno ad una linea meridiana, da misurare, della lunghezza di due gradi di longitudine. Furono coinvolti gli astronomi di Brera e il matematico Frisi: il piano venne a lungo discusso ma non fu mai realizzato. All'inizio del 1786, a mezzo di una lettera, il Kaunitz incoraggiò gli astronomi a riprendere il lavoro sulla carta. A questo scopo il Kaunitz promise di sostenere le spese per un viaggio letterario in Europa di un giovane astronomo, che sarà Barnaba Oriani (1752-1832), per incontrare scienziati e raccogliere informazioni utili per la stesura della carta. Nel 1786, con il Regio Decreto n. 396 De Cesaris, Oriani e Reggio furono incaricati della compilazione della Carta di Lombardia e finalmente, dopo undici anni di discussioni, nel 1788 iniziarono i lavori per la costruzione della carta. Il piano dei lavori prevedeva: 1) la determinazione dei punti principali e fondamentali, 2) la collocazione dei luoghi intermedi, 3) la riduzione ed il disegno della carta, 4) l'incisione della medesima. Misurata la base geodetica tra il giugno e il luglio 1788 (si veda la scheda relativa alle "Aste per la misura delle basi geodetiche"), si provvide alla triangolazione di tutto il territorio: gli strumenti utilizzati furono un quadrante portatile costruito a Milano (si veda la scheda relativa al "Quadrante portatile di Megere" del 1784), due teodoliti inglesi di sei pollici in diametro, ed un terzo teodolite inglese di Edward Troughton (1753-1835). (...continua nella scheda catolografica completa in allegato).

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