Animale fantastico
bracciolo,
post 1525 - ante 1532
Petengi, Domenico; Lucano Gaggio Da Imola; Belli, Giovanni; Belli, Alessandro; Alberti, Giacomo (notizie Sec. Xvi Prima Metà; 1490 Ca.-1566; 1482 Ca.-1530; 1508 Ca.-1582; Notizie Sec. Xvi Prima Metà)
notizie sec. XVI prima metà; 1490 ca.-1566; 1482 ca.-1530; 1508 ca.-1582; notizie sec. XVI prima metà
Bracciolo di stallo di coro costituito dalla figura scolpita di un animale fantastico avente la testa e il corpo di un delfino con pinne terminanti in foglie e la coda squamata e arrotolata di un serpente; una lunga foglia si sovrammette alla coda e al becco del pesce.
- FONTE DEI DATI Regione Lombardia
- OGGETTO bracciolo
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MATERIA E TECNICA
legno di noce/ scultura
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ATTRIBUZIONI
Petengi, Domenico; Lucano Gaggio Da Imola; Belli, Giovanni; Belli, Alessandro; Alberti, Giacomo (notizie Sec. Xvi Prima Metà; 1490 Ca.-1566; 1482 Ca.-1530; 1508 Ca.-1582; Notizie Sec. Xvi Prima Metà)
- LUOGO DI CONSERVAZIONE
- LOCALIZZAZIONE Basilica di S. Maria Maggiore
- INDIRIZZO Piazza Rosate, Bergamo (BG)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE I braccioli fanno parte dei sedili del coro commissionato nel 1522 dal Consorzio della Misericordia Maggiore di Bergamo al legnaiolo e intarsiatore loverese Giovanni Francesco Capoferri, al quale, alla fine di ottobre, fu affiancato il marangone Giovanni Belli di Ponteranica per i lavori di intaglio. Il progetto della struttura del coro fu messo a punto dallo stesso Capoferri che visitò varie città del Nord-Italia per vedere altri cori intarsiati e che nel luglio-agosto 1523 si recò più volte a Milano dal pittore e architetto trevigliese Bernardo Zenale per sottoporgli il modello del coro. I cartoni delle tarsie figurative che ornano il coro furono affidate in un primo momento (29 ottobre 1523) al poco noto pittore bergamasco Nicolino Cabrini che morì poco dopo: il 12 marzo 1524 fu incaricato al suo posto Lotto, a cui il 2 giugno 1524 il Consorzio richiese anche i pannelli intarsiati ("coperti") che dovevano proteggere le preziose tavolette, i cui soggetti dovevano essere indicati dal principale teologo della città, fra Girolamo Terzi. La struttura del coro è in legno di noce, salvo l'ossatura in legno di conifera. I primi acquisti di legname risalgono al 1523 (cfr. il "Liber fabrice Chori"): insieme al giovanissimo figlio Alessandro, l'intagliatore Giovanni Belli realizzò gran parte della struttura e molte delle decorazioni intagliate. I Belli furono coadiuvati da altri intagliatori, tra cui si annovera per l'esecuzione degli animali fantastici della cimasa negli anni 1525-1526 l'intagliatore Pietro Maffeis da Stabello, di cui si ha notizia di una sola altra opera, un'ancona per la chiesa di Sant'Antonio a Sedrina, andata perduta (1510). Anche il ben più noto scultore e intagliatore milanese Pietro Bussolo è documentato aver realizzato nel 1525-1526 "unum canem ligneum nucis" e "unum monstrum marinum ligneum cum facie leonis", nonché "aliud simile monstrum", che potrebbero essere riconosciuti nelle sculture della cimasa o nei mostri dei braccioli dei sedili. Per i braccioli risultano specifici pagamenti effettuati ad Alessandro Belli e a Giacomo Alberti negli anni 1531-1532. Come molti altri disegni per le decorazioni del coro, i disegni per i braccioli furono allogati nel dicembre 1524 al pittore Domenico Petengi d'Albano, ma risulta che anche il pittore Lucano da Imola fornì nove disegni per i braccioli (1532). Alla morte di Giovanni Belli nel 1530 i lavori strutturali e di intaglio erano sostanzialmente finiti, salvo alcuni ulteriori interventi di completamento che sarebbero stati ultimati nel gennaio 1532. Nel 1531 fu deciso di ampliare la struttura del coro, trasferendo le tarsie istoriate del coro degli ecclesiastici ai due bancali dei celebranti e dei Rettori e al coro dei laici nell'abside: nel coro degli ecclesiastici rimasero i soli 'coperti' di soggetto simbolico. Nell'ottobre del 1533, consegnati dal Capoferri gli ultimi pannelli intarsiati, risultano già collocate negli stalli del coro dei religiosi le tarsie 'simboliche' degli ex-coperti, mentre le altre tarsie istoriate sarebbero rimaste per vent'anni nei depositi della Misericordia Maggiore. Esiste un bracciolo molto simile a quello in oggetto sul braccio del coro a destra.
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà privata
- ENTE SCHEDATORE R03/ Congregazione della Misericordia Maggiore di Bergamo
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0