Veduta dello stabilimento Verbano della S. C. I. a Laveno ed elementi caratteristici del Lago Maggiore
piatto fondo,
ca. 1931 - ca. 1931
Società Ceramica Italiana Laveno; Andlovitz Guido (1856/ 1965; 1900/ 1971)
1856/ 1965; 1900/ 1971
Piatto fondo di color avorio con tesa sagomata e profilata da filettatura verde scuro. Sul fondo e sulla tesa tre scorci lacustri in policromia.
- FONTE DEI DATI Regione Lombardia
- OGGETTO piatto fondo
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MATERIA E TECNICA
terraglia forte/ smaltatura/ pittura
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MISURE
Diametro: 25 cm
Altezza: 4 cm
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ATTRIBUZIONI
Società Ceramica Italiana Laveno; Andlovitz Guido (1856/ 1965; 1900/ 1971)
- LUOGO DI CONSERVAZIONE MIDeC - Museo Internazionale del Design Ceramico
- LOCALIZZAZIONE Palazzo Perabò
- INDIRIZZO Lungolago Perabò, 5, Laveno-mombello (VA)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il piatto, in serie con altri aventi decori diversi, fa parte di un servizio da tavola della forma "Vecchio Milano" con decoro "Lago Maggiore" n. 6641 (num. inv. 2051...3517). In questo esemplare è raffigurata, oltre ai soliti elementi caratteristici del lago, una veduta fortemente simbolica, attorno alla quale ruotano tutte le altre vedute presenti sul servizio: è la veduta dello stabilimento Verbano della "S.C.I". di Laveno, che fu inaugurato in quell'anno e che fu l'occasione per la realizzazione del servizio in oggetto. L'orgoglio per la produzione lavenese di vasellame e stoviglie, ricono"S.C.I."uta in quel momento tra le migliori d'Europa, è sottolineato anche dalla presenza di un vaso gigantesco adagiato sul prato antistante la fabbrica e di una zuppiera all'interno della barca da pesca sulla sinistra. In terraglia forte il servizio "Vecchio Milano" venne prodotto dalla "S.C.I." a partire dal 1923. Il fatto che il decoro "Lago Maggiore" non sia riportato sul catalogo del 1926 induce a pensare che sia stato creato dall'Andlovitz dopo questa data. La sua ideazione, pertanto, viene a collocarsi molto probabilmente tra il 1926 e il 1927, cioè tra il catalogo aziendale e la nascita della nuova forma per la III Biennale di Monza. Nel 1931 l'Andlovitz, che fin dalla sua nomina a direttore artistico si prefisse di rigenerare le forme tradizionali con decori nuovi, adattò alla forma "Vecchio Milano" il nuovissimo decoro "Lago Maggiore", a conferma che una decorazione nuova, se concepita organicamente, può conferire un aspetto attuale e "scattante" anche a una bella forma tradizionale. Nell'ambito dei repertori decorativi creati dall'Andlovitz il decoro "Lago Maggiore" rappresenta un modo frazionato di raffigurare il paesaggio, definito da Mario Munari a "scena spezzata". L'impianto decorativo di queste ceramiche rifugge dalla centralità e dalle strutturazioni lungo direttrici ortogonali, mentre vi predominano l'asimmetria e le fughe visuali sghembe che risentono del gusto per la cineseria e il giapponismo. La semplificazione geometrica degli elementi e il modo di sfumare i corpi nel'intento di suggerirne la volumetria ricorda le opere di Carlo Carrà degli anni venti. Nel decoro "Lago Maggiore" sono presenti espressioni diversificate di un tema molto caro a Guido Andlovitz: i "paesaggi d'acqua" con particolare ricorrenza delle 'barche' raffigurate in una vasta gamma di tipi, generalmente riprese da modelli reali e con divertenti variazioni fantastiche. Il decoro "Lago" fu applicato in un primo momento sulla forma "Vecchio Milano", poi sulla forma "Pomezia" (1936 ca.). Di tale decoro esistono diversi disegni originali a matita, pastello, inchiostro e acquerello su carta conservati nel fondo archivistico della "S.C.I.": alcuni di questi raffigurano il decoro proprio sulla forma "Vecchio Milano" con le rifiniture che compaiono sui pezzi finiti. Nel Museo sono conservati anche un servizio da tavola (num. inv. 2667...2911) e un servizio da caffè (num. inv. 2672...2900) forma "Vecchio Milano" con decoro "Lago Maggiore" con filettaura policroma. Negli anni '90 la Richard Ginori ha rimesso in produzione il servizio "Lago". Il servizio in esame è eseguito a colaggio, mentre i decori sono realizzati a decalcomania e dipinti a mano: si vedano a tal proposito le lastre in rame acciaiato conservate nel Midec e raffiguranti molti dei decori presenti nel servizio in combinazioni diversificate (nn. inv. 2480, 2483, 2484, 2485). Il piatto fa parte di una donazione di privati al Museo (Bellorini e Porta, 2003).
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente pubblico territoriale
- ENTE SCHEDATORE R03/ Museo Internazionale Design Ceramico
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0