Il Cavaliere in nero. ritratto maschile

dipinto, ca. 1567 - ca. 1567

Rappresentato a grandezza naturale, il gentiluomo raffigurato nel quadro si staglia contro uno sfondo grigio, caratterizzato soltanto da semplici elementi architettonici: la cornice superiore di una zoccolatura, che divide orizzontalmente la scena, e le basi e le parti inferiori di due grandi lesene che poggiano su di essa. L¿elegantissimo abito scuro indossato dal personaggio, da cui trae origine il titolo con cui l¿opera è conosciuta da oltre un secolo, è dipinto con straordinaria finezza, in particolare nelle pieghe del panneggio e nei delicati passaggi di luce e ombra che ne animano la superficie. Il bianchissimo orlo arricciato del colletto e dei polsini della camicia, la cosiddetta lattuga, crea un forte contrasto tonale con il colore nero del vestito. Il volto, incorniciato dalla barba e raffigurato di tre quarti, è colpito in pieno dalla luce che spiove da sinistra, mentre gli occhi sono puntati con intensità verso lo spettatore; l¿incarnato è molto chiaro, leggermente arrossato in corrispondenza dell¿orecchio, delle guance e del naso. La mano destra afferra un lembo della corta mantellina ornata con tre strisce di velluto, mentre la sinistra stringe l¿impugnatura della spada appesa alla cintura. La pelle delle mani è bianchissima, quasi trasparente e lievemente venata.

  • FONTE DEI DATI Regione Lombardia
  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tavola/ pittura a olio
  • MISURE Altezza: 190
    Larghezza: 101,5
  • ATTRIBUZIONI Moroni, Giovanni Battista (1520/1524-1579)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo Poldi Pezzoli. Collezione Secco Suardo Collezione conti Moroni di Bergamo Collezioni d'arte del Museo Poldi Pezzoli
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Poldi Pezzoli
  • INDIRIZZO Via Alessandro Manzoni 12-14, Milano (MI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'identità del personaggio, che mostra un'età apparente di circa trent'anni, è destinata, almeno per ora, a rimanere sconosciuta. Unanime è sempre stato il riconoscimento dell'altissima qualità del dipinto in esame, fin dalle sue prime citazioni nella letteratura critica, che ne ha sottolineato in particolare gli squisiti esiti coloristici e tonali, ottenuti con una tavolozza assai semplice e limitata, e lo straordinario grado di aderenza al vero.[...] L'opera è stata datata nel periodo medio dell'attività dell'artista vale a dire verso il settimo decennio: da Achille Locatelli Milesi (1922-1923), tra il 1560 e il 1565 da Antonio Morassi (1952) tra il 1563 e il 1565 da Gertrud Lendorff (1939) e, per considerazioni che si basano sullo stile, sul costume e sul clima che si esprime nell'eleganza spinta sotto l'apparenza austera, simile in questo al Secco Suardo [degli Uffizi] e al Vedovo di Dublino, da Mina Gregori (1979), tra il 1367 e il 1368 da Heinrich Merten (1928) dopo il 1570, sulla base del confronto con i coniugi Spini della Pinacoteca dell'Accademia Carrara, nella scheda del catalogo della mostra "I pittori della realtà in Lombardia", nel primo lustro dell'ottavo decennio da Paolo Plebani (2004), che considera il "Cavaliere in nero", i "Ritratti di Bernardo e Pace Rivola Spini" e il "Cavaliere di Boston" un piccolo ma compatto gruppo di opere eseguite nell'ultimo decennio di vita del pittore, che documenta, da parte dell'artista, una ripresa di quelle ricerche sulla tipologia del ritratto a figura intera, in cui Moroni si era cimentato con successo anche precedentemente, e nel quale il dipinto della collezione Stewart Gardner, datato 1576, rappresenta il momento più avanzato, cronologicamente parlando. Il fatto che il dipinto in esame, i due Spini e il Cavaliere di Boston siano tutti e quattro ritratti a figura intera caratterizzati da uno sfondo architettonico simile non implica, però, necessariamente che siano stati eseguiti negli stessi anni. La parete di sfondo grigia, caratterizzata dalla presenza di lesene o di semicolonne poggianti su una zoccolatura, ricorre infatti nella produzione ritrattistica di Moroni lungo tutto l'arco cronologico della sua attività, e non è tipica soltanto dell'ultimo periodo (si veda, ad esempio, il Ritratto di Gian Ludovico Madruzzo conservato all'Art Institute di Chicago, databile all'inizio del sesto decennio, in cui lo sfondo è assai simile). Il Cavaliere in nero fu con ogni probabilità eseguito verso il 1567, nell'ambito della cosiddetta seconda maniera argentea del pittore, come confermano i dati dello stile, quelli di storia della moda ricavabili dall'abito indossato dal personaggio e anche l'analisi della spada da lato appesa alla vita, così simile a quella del Museo Poldi Pezzoli (inv. 2575), che si data al 1560- 1565 circa. Questa cronologia è corroborata anche dal confronto con il Ritratto di un personaggio di casa Mosca (?) di Amsterdam, del 1565, e con il Ritratto di giovane uomo di Moroni conservato alla Carrara, datato 1567. In particolare in quest'ultimo sono rilevabili dettagli di moda vestimentaria coincidenti con quelli del dipinto in esame e un medesimo punto di stile: si noti in particolare come la lattuga della camicia sia praticamente sovrapponibile nei due dipinti. (Di Lorenzo, 2005)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà privata
  • ENTE SCHEDATORE R03/ Istituto per la Storia dell'Arte Lombarda
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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