San Sigismondo in viaggio verso Agauno. San Sigismondo in viaggio verso Agauno

lastra, post 1450 - ante 1452

Bassorilievo in marmo raffigurante una scena all'aperto, in un paesaggio collinare dominato a sinistra da una città, dove, nella pianura sottostante un gruppo di quattro cavalieri è sorpreso da una figura femminile panneggiata in una veste leggera che indica al cavaleire più anziano la strada da percorrere.

  • FONTE DEI DATI Regione Lombardia
  • OGGETTO lastra
  • MATERIA E TECNICA marmo
  • ATTRIBUZIONI Agostino Di Duccio (1418-1481)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Raccolte Artistiche del Castello Sforzesco
  • LOCALIZZAZIONE Castello Sforzesco - complesso
  • INDIRIZZO Piazza Castello, Milano (MI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Secondo le carte d'archivio la lastra sarebbe stata ritrovata a Covignano presso Rimini in un fondo appartenente ai padri olivetani, pare a seguito dello scavo per ampliare il monastero. Dopo la soppressione del monastero e a seguito di alcuni passaggi di proprietà l'opera viene acquistata dal Museo Patrio nel 1812. La scena rappresentata si svolge all'aperto, in un paesaggio in un paesaggio collinare dominato a sinistra da una città, nella pianura sottostante un gruppo di quattro cavalieri è sorpreso da una figura femminile panneggiata in una veste leggera che indica al cavaliere più anziano la strada da percorrere. L'interpretazione esatta della scena la riconduce alle vicende di San Sigismondo. Re cristiano dei Burgundi, su istigazione della seconda moglie aveva fatto uccidere il figlio di primo letto Sigerico, sospettandolo ingiustamente di volersi impadronire del suo regno. Pentito del delitto e volendo espiare l'imperdonabile colpa intraprende un pellegrinaggio, insieme alla moglie e ai due figli avuti da lei. Nel rilievo, dunque, l'angelo appare ai pellegrini ordinando di fermarsi sul luogo del martirio di San Maurizio e fondare il Monastero di Agauno nella Gallia Narbonese (oggi Saint-Maurice-en-Valais), dove il re avrebbe scontato la sua penitenza. Il rilievo si trovava in origine nella parete di fondo della cappella di San Sigismondo nel Tempio Malatestiano di Rimini, sotto il tabernacolo con la statua del santo. Nel 1581 il rilievo venne coperto da una tela di Roberto Longhi e così rimase per circa tre secoli. I Francescani lo cedettero poi agli Olivetani del Monastero di Scolca, sulla collina di Covignano, dove viene collocato sopra l'acquaio del refettorio. Nel 1786 passa nella stanza dell'abate. Nel 1797 con le soppressioni napoleoniche il monastero è ceduto dal demanio al signor Manzoni che lo vende al signor Levrini. La consacrazione della cappella di San Sigismondo avviene il 1° marzo 1452, termine ante quem per l'esecuzione della lastra da parte di Agostino di Duccio, documentato per la prima volta a Rimini nel 1449. La cappella fu la prima ad essere conclusa e la sua decorazione costituisce la prima prova riminese di Agostino dopo il soggiorno a Venezia. La datazione più probabile per la lastra in esame si pone tra il 1450 e il 1452. Il rilievo, bassissimo, si svolge tutto in superficie. Vi sono riferimenti al mondo cavalleresco di Pisanello, nel cavallo scorciato e visto di tergo. L'artista si mostra qui nel rigoglio della prima maturità, quando la formazione toscana tra Donatello e Ghiberti, si fonde in una cifra del tutto personale, dominata da un linearismo armonioso di rara eleganza. Recentemente si rileva l'importanza della sosta veneziana sulla scultura di Duccio. (Fiorio, 2013)
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • ENTE SCHEDATORE R03/ Istituto per la Storia dell'Arte Lombarda
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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