paesaggio

dipinto 1972 - 1972

Paesaggio notturno con volto femminile nel cielo, nella parte alta del foglio

  • FONTE DEI DATI Regione Lombardia
  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tempera su carta
  • ATTRIBUZIONI Maffi Ugo (1939/)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Fondazione Davide Lajolo
  • LOCALIZZAZIONE Fondazione Davide Lajolo
  • INDIRIZZO Via Giovanni Bellezza, 12, Milano (MI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Con la fine degli anni '60, Maffi comincia a raffigurare in maniera nuova il paesaggio della sua terra lodigiana, avulso ora da tematiche letterarie e non più "abitato" dalle storie contadine che lo avevano precedentemente caratterizzato.\nLe rive dell'Adda divengono protagoniste della sua pittura, popolate o meno da presenze (umane, animali, provenienti dal passato e dal mondo dei ricordi) che, nella loro consistenza fantasmatica e larvale, rivelano legami con le figure realizzate in quegli anni da Giuseppe Ajmone (e potrebbero a loro volta essere una delle fonti cui s'ispirano artisti più giovani come Pizzi Cannella e i protagonisti della Transavanguardia).\nTali presenze umane, denominate prevalentemente, "mummia", "prigoniero", "ostaggio", "guerriero", sono simbolo della crudeltà insita nell'uomo-persecutore, ma anche dell'uomo-vittima sul quale si accanisce il fato. Esse, come scrive Davide Lajolo, " entrano nel paesaggio come una parte essenziale e paiono effondersi e navigare nei verdi, nei viola, con le loro armature leggere fatte di rossi, di bianchi, di colori che richiamano alla favola, al surreale perchè essendo fantasia dell'anima ricostruiscono la realtà reperendola dal sogno (...)." (Lajolo, 1974).\nQuanto al paesaggio, nota Giorgio Mascherpa nel 1969: "Il Lodigiano, una terra grassa, ricca di acque, fatta di sensuali verdi e di insondabili bruni (...). E' questo l'humus nativo e istintivo di Ugo Maffi (...)" (Lajolo/ Munari/ Carlesi, 1980).\nScrive Lajolo: "Questa fedeltà alla terra l'ha spinto a conoscerla in tutti i segreti colori, i sapori, i riflessi dell'acqua, i geroglifici della luna tra le piante nelle notti in cui anche il gracidare delle rane diventa armonia". (Lajolo, 1975).\nIn questo periodo d'attività le modalità espressive abbandonano i termini realistici ed espressionisti per un linguaggio di tipo informale e gestuale. \nScrive Carlo Munari: "(...) Maffi si confronta con la natura, specchio in cui il presente fuggevole si assorbe nell'abisso del passato, desumendone orme labili, tracce di trascorse esistenze, segni di eventi sospesi nel flusso implacabile degli anni, per ricondurli nel cerchio della propria esperienza, riconoscendoli agenti condizionatori del suo destino. Infine, nell'esigenza di approfondire ulteriormente quella immagine, e di decantarla all'estremo, su questa linea l'artista doveva accostarsi alla sfera dell'organico ed inquisirla sino a reperire tensioni e pulsioni che, per relazione analogica, riflettessero la dinamica della sua stessa interiorità." (Lajolo/ Munari/ Carlesi, 1980).
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà privata
  • ENTE SCHEDATORE R03/ Fondazione Davide Lajolo
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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