Gatto

dipinto 1973 - 1973

Testa di gatto dipinto con lunghe pennellate di colore sui toni del verde e del grigio-azzurro; sfondo con paesaggio notturno

  • FONTE DEI DATI Regione Lombardia
  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA OLIO SU TELA
  • ATTRIBUZIONI Maffi Ugo (1939/)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Fondazione Davide Lajolo
  • LOCALIZZAZIONE Fondazione Davide Lajolo
  • INDIRIZZO Via Giovanni Bellezza, 12, Milano (MI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Tra i numerosi dipinti di Maffi presenti nella collezione Lajolo, due raffigurano un gatto (NSK 69, 70). In entrambi i casi, il soggetto è stato realizzato su precisa richiesta di Angela Candiani, la quale voleva ricordare in questo modo l'appellativo di "micio" con cui il compagno Davide Lajolo era solito chiamarla e si rivolgeva a lei nelle lettere che le scriveva (2000, Candiani Angela, com. or.).\nSecondo la testimonianza del pittore Ugo Maffi, il soggetto del gatto non è infatti consueto per lui, e i due dipinti della collezione Lajolo sarebbero gli unici realizzati con tale raffigurazione (2002, Ugo Maffi, com. or.). \nLa scritta in verticale che compare sul retro del quadro ("Gli Animali N.") può far pensare però ad una serie di dipinti dell'artista su questo soggetto, oppure alla partecipazione ad una esposizione sul tema.\nIn quello stesso giro d'anni Maffi aveva cominciato a lavorare sul soggetto del cane come simbolo di fedeltà oltre la morte, in lavori che affondano le radici nel suo affetto per il padre, realizzati nel periodo successivo alla sua perdita ("Quando il padre ha chiuso occhi e labbra per sempre Maffi s'è rinchiuso nel dolore. E allora la sua fedeltà senza lacrime s'è riflessa nel quadro che fa monumento a un cane raffigurato scolpito su una lapide di pietra in un biancore di sole spento, il colore dell'eternità". Lajolo, 1973). \nQuesto soggetto verrà poi rielaborato fino alla serie "Le sentenze/ memorie di un cane", del 1975, ispirata ad un brutale episodio storico avvenuto nel '600, in tempo di peste: un eccidio di cani, voluto perché ritenuti portatori della malattia. Come nota Dino Carlesi, le bestie massacrate diventano, nel furore segnico del pittore, simbolo delle persecuzioni, delle torture, degli eccidi subiti dagli uomini (Lajolo/ Carlesi, 1976).\nQuando Angela Candiani riceve da Maffi questo quadro della collezione, il pittore le aveva già donato almeno un dipinto (nel Natale del 1972) raffigurante un cane (NSK 71) . Ecco il perchè della dedica scritta sul retro: "Alla cara Angela, da un pittore di cani, questo gatto lodigiano e spero di essere perdonato se non miagola abbastanza ".
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà privata
  • ENTE SCHEDATORE R03/ Fondazione Davide Lajolo
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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