FIORI
disegno
1969 - 1969
Pochi e veloci tratti di colore acquoso delineano due garofani rossi su un lungo stelo verde; il segno aggrovigliato della matita raffigura la molteplicità dei petali del garofano sulla destra
- FONTE DEI DATI Regione Lombardia
- OGGETTO disegno
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MATERIA E TECNICA
matita/ acquerello su carta
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ATTRIBUZIONI
Treccani Ernesto (1920/)
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Fondazione Davide Lajolo
- LOCALIZZAZIONE Fondazione Davide Lajolo
- INDIRIZZO Via Giovanni Bellezza, 12, Milano (MI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il soggetto del fiore rientra in quell'attenzione che Treccani rivolge al mondo della natura e delle piccole cose soprattutto a partire dal 1956, quando gli eventi politici, e i fatti d'Ungheria in particolare, segnano nella sua evoluzione artistica il passaggio dai temi sociali e dai modi espressionistici ad un nuovo lirismo naturalista che si esprime con un linguaggio quasi informale, fatto di tratti veloci e pochi tocchi di colore. \nNumerose sono le raffigurazioni di fiori nel gruppo di acquarelli intitolato "Ricordo di un viaggio a Cuba", realizzato dopo un soggiorno dell'artista nell'isola. A questo proposito, scrive Lajolo in un articolo da lui dedicato a Treccani, pubblicato su "Il Mondo": " Qualcuno si attendeva di vedere dipinto il corrusco della rivoluzione. Treccani aveva portato soltanto visi di fanciulle e soprattutto fiori. Aveva ragione Mario Alicata a scrivere: anche la poesia fa parte della rivoluzione." (Lajolo 1975).\nSecondo De Micheli, l'interesse e la partecipazione di Treccani ai problemi e alla vita degli uomini, espliciti nella fase della pittura realista, non sarebbero scomparsi con l'emergere della sua sensibilità verso la realtà naturale: essa infatti "non è per lui un puro e innocente luogo d'evasione, in cui cercare riparo dalla brutalità della storia. Al contrario: nalla natura egli ritrova l'uomo e ne avverte l'aspirazione a un'esistenza non minacciata, a una condizione non oppressiva." (De Micheli 1989).\nTreccani stesso sostiene: "Vorrei che un giorno si potesse dire del mio lavoro: era in un tempo che andava verso la felicità malgrado le nubi e i flagelli. Di questi aveva coscienza, eppure ha dipinto un giardino splendente. Soltanto chi ha il cuore aperto alle sofferenze del mondo, chi conosce il significato di sfruttamento e servitù, chi risponde con la lotta, può aspirare ad esprimere la bellezza." (Treccani, 1966).\nLe tecniche più utilizzate da Treccani per esprimere il suo lirico sentimento della natura sono quelle, rapide, del disegno dell'acquerello.\nL'acquerello in particolare, secondo Raffaele De Grada è stato rilanciato da Treccani in un periodo in cui quasi tutti se ne erano allontanati: negli artisti migliori del '900 "l'acquarello si è accompagnato a una intenzione culturale, è un mezzo per studiare con la resa totale immediata il rapporto tra stato d'animo e visione, con la rapidità che non ammette pentimenti ma nel contempo la fluidità che trova un ordine inaspettato, poco consono alla fatica dell'elaborazione dell'olio e alla acidità del colore acrilico. Treccani acquarellista si colloca perfettamente in questa tradizione (...)." (De Grada 1989).\nTutto questo con un segno che "detesta la linea retta, ricama, insegue ellissi o labirinti (...) nel suo andamento appare spesso malcerto, ambiguo, elude le distinzioni nette, tradisce l'interno tremore di "un'invariazione simbolica", quasi un ritegno della mano nel prendere partito di fronte al reale." (De Santi 1989).
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà privata
- ENTE SCHEDATORE R03/ Fondazione Davide Lajolo
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0