Ritratto d'uomo
Ritratto virile, di un giovane gentiluomo, a mezzo busto, raffigurato di tre quarti, con il volto affilato leggermente ruotato rispetto alle spalle per dirigere lo sguardo verso l'osservatore. Indossa una veste rossa e un copricapo scuro a tronco di cono dal quale fuoriesce una frangia rada sulla fronte. Il ritratto vivo ed espressivo, dai contorni incisi e irregolari, affascina per la mimica e per il realismo nella resa dei particolari: il mezzo sorriso, le labbra sottili, le pieghe ai lati della bocca, le sopracciglia abbassate, la zazzera corta con un frangetta rada sulla fronte. La foggia del collo della giubba rossa appare anomala in Italia, ma usuale nella pittura provenzale, allo stesso modo l'alto copricapo nero a tronco di cono corrisponde alla moda in uso in area fiamminga nel 1460. Il giovane effigiato che risalta su di un fondo cupo, è in atto di affacciarsi ad un basso parapetto sul quale è dipinta la firma che simula di essere incisa, prassi anomala per il pittore siciliano che solitamente la dipinge in un cartiglio.
- FONTE DEI DATI Regione Lombardia
- OGGETTO dipinto
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MATERIA E TECNICA
LEGNO DI NOCE
tavola/ pittura a olio
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ATTRIBUZIONI
Antonello Da Messina (attribuito)
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Musei Civici di Pavia. Collezione Malaspina
- LOCALIZZAZIONE Castello Visconteo
- INDIRIZZO Viale XI febbraio, 35, Pavia (PV)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il Malaspina ha acquistato il dipinto da una patrizia famiglia veronese. Nel Testamento del 1833 il marchese lo attribuì ad Antonello da Messina, definendo l’opera “Ritratto in busto col nome unito al dipinto, ad olio. Pezzo assai raro […] il quadro di cui si tratta è un ritratto che credesi il suo, fatto da se medesimo”. L'attribuzione al pittore messinese è stata in seguito generalmente accettata. Nel 1997, dopo il restauro di Zanolini e Ravenna, si è scoperta la scritta “Carpacio” sul retro del supporto originale, la quale si riferisce a un'antica attribuzione probabilmente cinquecentesca.\nQuanto alla datazione, è creduta generalmente tra il 1470 e il 1473. L’originalità della firma “ANTONELLUS MESSANEUS PINXIT” è stata messa in discussione da alcuni studiosi come Lauts (1993) o Peroni (1981).\n\nSi ricorda il furto dell'opera dal 1970 al 1977.
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente pubblico territoriale
- ENTE SCHEDATORE R03/ Provincia di Pavia
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0