Martirio di san Giovanni vescovo di Bergamo

dipinto, 1745 - 1745

sacro

  • FONTE DEI DATI Regione Lombardia
  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • ATTRIBUZIONI Tiepolo Giovan Battista (1696-1770)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE
  • LOCALIZZAZIONE Cattedrale di S. Alessandro
  • INDIRIZZO Piazza Duomo, Bergamo (BG)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'iconografia di San Giovanni vescovo di Bergamo, vissuto nel VII secolo, si fonda unicamente su questa pala del veneziano Giovan Battista Tiepolo, senza dubbio l'opera più importante tra i dipinti che decorano l'abside del Duomo di Bergamo. La grande tela, collocata il 25 settembre 1745, chiude il ciclo decorativo dedicato ai Santi concittadini la cui lunga gestazione, durata più di mezzo secolo, coinvolse figure di diversa grandezza. La scena si svolge all'esterno di un tempio, identificabile nella Basilica Alessandrina a Bergamo, dove, secondo tradizione, il vescovo Giovanni venne martirizzato intorno al 683. Un gruppo animato di spettatori assiste all'episodio descritto con carica espressiva e teatrale. Il gesto del santo, la costruzione della quinta prospettica definita dalla balconata sullo sfondo, la posa avvitata e tortuosa dell'angelo che discende dall'alto e la rappresentazione variegata e dettagliata delle comparse, sembrano attualizzare l'episodio leggendario raccontato dal Tiepolo con toni melodrammatici. In tutti questi accorgimenti è evidente come nel pieno della sua maturità artistica giochi ancora un ruolo fondamentale la lezione di Paolo Veronese. Alcuni particolari, come la figura del giovane con aria sofferente alle spalle dei carnefici, ritratto mentre urla, e la donna di profilo a destra della colonna, proverebbero la partecipazione del figlio Giandomenico, già all'opera diciottenne nella bottega a fianco del padre. La lunga elaborazione della tela, commissionata dai canonici Albani e Pesenti nel 1743, è preceduta da un bozzetto preliminare, conservato all'Accademia Carrara, e da una serie di disegni preparatori. Il rapido bozzetto va riconosciuto nel modello descritto nell'inventario della raccolta del canonico Giovanni Pesenti, steso nel 1762. Alienato con ogni probabilità dopo il 1827 è stato acquistato prima dal collezionista Bonomi Cereda e successivamente da Francesco Baglioni, che per legato l'ha fatto pervenire alle collezioni dell'Accademia Carrara. E' stato eseguito intorno al 1743, in stretta coincidenza con il contratto stipulato il 31 luglio dello stesso anno. Il gruppo dei disegni preparatori è molto eterogeneo; oltre ad alcuni disegni attribuibili con certezza alla mano dello stesso Tiepolo, figurano prove del figlio Giandomenico ed un esemplare riferibile alla bottega.
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • ENTE SCHEDATORE R03/ Provincia di Bergamo
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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