piviale - manfattura lombarda (fine/inizio secc. XV/ XVI)
piviale,
1490 - 1510
Il piviale, mantello liturgico utilizzato nelle celebrazioni solenni, nelle processioni e in altre funzioni particolari, è confezionato in tessuto laminato d'oro con ricami in oro filato e sete policrome. Lo stolone è formato da una teoria di riquadri ciascuno raffigurante un santo entro un edicola trabeata sostenuta da colonne scanalate. Al centro dello stolone è ricamata una raggiera con Cristo benedicente. Il capino, reminiscenza dell'antico cappuccio, è costituito da una porzione di tessuto a forma di scudo recante un ricamo raffigurante l'"Adorazione dei Magi". Il ricamo in oro filato è realizzato a fili stesi con punti di fermatura il seta. Gli incarnati delle figure sono resi in seta dipinta.
- FONTE DEI DATI Regione Lombardia
- OGGETTO piviale
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MATERIA E TECNICA
filo/ ricamo in oro/ ricamo in seta
seta/ pittura
tessuto/ laminato in oro
- AMBITO CULTURALE Manfattura Lombarda
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Fondazione Adriano Bernareggi - Museo Adriano Bernareggi
- LOCALIZZAZIONE Cattedrale di S. Alessandro
- INDIRIZZO Piazza Duomo, Bergamo (BG)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il piviale, citato negli inventari della Cattedrale a partire dal 1593, fu confezionato all'incirca un secolo prima con l'impiego di uno straordinario tessuto laminato in oro recante il motivo detto "a cammino", sviluppato in orizzontale con serie di grandi maglie ogivali disposte a scacchiera e includenti al centro la melagrana. Il soggetto della melagrana, simbolo di immortalità e fertilità di origine medio-orientale, fu impiegato nel Rinascimento nei tessuti sacri ma ancor di più in quelli profani come segno di distinzione sociale. L'ampiezza e la stilizzazione del modulo indicano una possibile datazione tra la seconda metà del Quttrocento e i primi decenni del secolo successivo. Guarniscono il mantello lo stolone e il capino, entrambi riccamente ricamati con profusione di fili d'oro stesi su sete policrome e su imbottiture con effetti geometrici tridimensionali, mentre gli incarnati delle tante figure sono affidati a frammenti di seta dipinta applicati. Le nicchie architettoniche entro cui sono disposti in prospettiva i santi lungo lo stolone ricordano quelle del polittico del Butinone e di Zenale a Treviglio (1485-1505) e del polittico di Santa Maria delle Grazie a Bergamo di Vincenzo Foppa, ora a Brera (1500-1510). Anche la scena dell'Adorazione dei Magi sembra avere il precendente nell'analoga rappresentazione, declinata in poche varianti, sui tramezzi di tante chiese francescane lombarde del tempo, tutte derivate dal perduto prototipo di Foppa in Sant'Angelo a Milano (S. Facchinetti). La presenza tra i santi raffigurati di San Vincenzo, Sant'Alessandro e San Marco confermano che lo straordinario paramento fu eseguito per la Cattedrale a gloria del Signore e dei santi patroni locali.
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- ENTE SCHEDATORE R03/ Provincia di Bergamo
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0