San Francesco in estasi. Estasi di San Francesco d'Assisi
dipinto,
ca. 1630 - ante 1635
Cairo Francesco (1607/1665)
1607/1665
San Francesco, rappresentato a mezzo busto e il capo reclinato all'indietro, è colto al culmine della sua visione soprannaturale. Unico dettaglio ambientale è l'arbusto sulla destra.
- FONTE DEI DATI Regione Lombardia
- OGGETTO dipinto
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MATERIA E TECNICA
OLIO SU TELA
- AMBITO CULTURALE Ambito Milanese
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ATTRIBUZIONI
Cairo Francesco (1607/1665)
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Raccolte Artistiche del Castello Sforzesco
- LOCALIZZAZIONE Castello Sforzesco - complesso
- INDIRIZZO Piazza Castello, Milano (MI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Donata nel 1905 alle Civiche Raccolte d'Arte da Giovanni Frova come tela del Cerano, l'opera venne successivamente riferita al Morazzone. L'opera è stata inoltre messa in relazione con l'attività milanese di Alessandro Magnasco. Il nome di Cairo viene fatto in termini dubitativi, per la prima volta, in occasione della mostra sull'arte lombarda tenutasi a Zurigo nel 1948, sulla base dei rapporti con il "Cristo dell'orto" nella Collezione Sabauda di Torino. La letteratura successiva è generalmente concorde con l'attribuzione a Francesco Cairo e nel proporre una datazione ai primi tempi di attività del pittore, tra la fine degli anni venti e i primi anni trenta del Seicento. Il dipinto presenta una stesura di grande intensità, giocata sulle impercettibili variazioni dei toni bruni che dal fondo si estendono sul saio rappezzato e sugli incarnati del santo, dando vita ad un'immagine quasi monocroma, ravvivata da vibranti riverberi di luce che colpiscono le mani annodate, il volto emaciato di Francesco e le nuvole che lo circondano. Lo sguardo è interamente incentrato sullo spasimo del santo determinando un'altissima tensione drammatica, propria dell'attività giovanile del Cairo. Le evidenti suggestioni del Cerano e del Morazzone appaiono tradotte in un linguaggio autonomo con l'eliminazione di ogni orpello narrativo e descrittivo che sembra tradire una profonda sintonia con gli esiti della letteratura mistica tardo-cinquecentesca e seicentesca, in particolare con i racconti di Santa Teresa d'Avila favorita dai cotanti rapporti con la committenza carmelitana. Sono inoltre da evidenziare le sostanziali corrispondenze che legano il dipinto alla pala raffigurante lo "Svenimento del Beato Andrea Avellino", Milano, Sant'Antonio abate. (Frangi, 1998)
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente pubblico territoriale
- ENTE SCHEDATORE R03/ Raccolte Artistiche del Castello Sforzesco
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DATA DI AGGIORNAMENTO
1997||2007||2014
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0