maschera - popolazione Wanana Kobewa (seconda metà sec. XX)
maschera
sec. XX seconda metà
Maschera antropomorfa realizzata in corteccia battuta che riveste l'intero corpo del danzatore fino alle ginocchia. Il volto é dipinto con tratti realistici, mentre il corpo è decorato con motivi geometrici rettangolari e triangolari a bande nere e gialle, che simulano il manto di un animale. Si noti il trattamento della capigliatura, che riprende l'antico costume degli uomini di portare i capelli raccolti in un muccio o chignon. Sul fondo sono cucite delle lunghe frange in fibra vegetale. Il tutto é mantenuto in forma da supporti circolari in legno inseriti all'altezza della vita e in fondo alle maniche.
- FONTE DEI DATI Regione Lombardia
- OGGETTO maschera
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MATERIA E TECNICA
corteccia/ taglio/ essiccatura/ pittura
fibra vegetale/ legatura
legno/ taglio/ sagomatura
pigmento nero/ pittura
- AMBITO CULTURALE Popolazione Wanana Kobewa
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Area Museo delle Culture, Progetti Interculturali e Arte nello Spazio Pubblico. Collezione Lo Curto
- LOCALIZZAZIONE MUDEC - Museo delle Culture
- INDIRIZZO Via Tortona, 56, Milano (MI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE oggetto prodotto all'interno di un gruppo di etnia Wanana Kobewa risiedente nel dipartimento di Caquetà in Colombia come appare nella documentazione di accompagnamento alla collezione. \nQuesto tipo di indumento è concepito come ricettacolo delle anime dei morti, incarnazione di essere mitici e spiriti creatori del mondo: compaiono dalla foresta verso le tre del pomeriggio, invadendo la maloca, per danzare fino alla mattina successiva, quando, nello spiazzo centrale dell'insediamento, queste maschere di corteccia vengono piantate su pali, annodate per mezzo delle maniche e bruciate. Solo alcune vengono conservate e riciclate come sacchi e contenitori, ma ad ogni festa dei morti ne devono essere confezionate di nuove. \nTutte le maschere rappresentano dei demoni, che hanno una grossa influenza sulla vita degli uomini: malattie e morte dipendono direttamente dalle azioni di questi spiriti buoni e cattivi. Per questo, alla fine dei rituali funerari, le maschere vengono bruciate, come avviene con le proprietà del defunto, in modo da garantire il non ritorno dello spirito che ha provocato la morte del consanguineo che si celebra. La maschera impersona i diversi demoni che nella simbologia indigena sono rappresentati da animali, della terra, dell'aria e dell'acqua, ciascuno con diverse caratteristiche e nomi e con la mimica che gli è propria. Al bruciare della maschera lo spirito se ne va nell' "aldilà delle maschere" (o Táku), sulle montagne o in un corso d'acqua.
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente pubblico territoriale
- ENTE SCHEDATORE R03/ Mudec - Museo delle Culture
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0