statua - popolazione Kota (sec. XX)
statua
sec. XX
La scultura di legno è rivestita con lamine di metallo. Il volto leggermente concavo poggia su una struttura a losanga che termina con un pomello cilindrico. L'ovale del viso ripartito secondo uno schema cruciforme, è incorniciato da un'acconciatura tripartita che nella parte superiore ha forma di mezza luna. Gli occhi sono di forma ellittica, con chiodi a fare da pupilla e il naso è a sezione triangolare. La bocca è assente.
- FONTE DEI DATI Regione Lombardia
- OGGETTO statua
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MATERIA E TECNICA
cuoio
ferro
legno/ scultura
rame
- AMBITO CULTURALE Popolazione Kota
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Area Museo delle Culture, Progetti Interculturali e Arte nello Spazio Pubblico. Fondazione Passaré
- LOCALIZZAZIONE MUDEC - Museo delle Culture
- INDIRIZZO Via Tortona, 56, Milano (MI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Queste figure venivano piantate in panieri che contenevano i teschi le ossa degli antenati. La forma della parte inferiore era costruita per garantire un solido ancoraggio e quindi non era normalmente visibile.\nNella parte inferiore romboidale gli studiosi hanno generalmente visto una rappresentazione corporea stilizzata: spalle e braccia che terminano con le mani giunte oppure delle gambe. Il distacco dalle forme naturalistiche marca la differenza fra esseri umani e forme spirituali non umane.\nAlla luminosità del metallo con cui è rivestita la struttura lignea, veniva associato probabilmente il potere di attrarre e respingere forze esterne; il fatto che non fosse disponibile nella zona ne aumentava il prestigio.\nDiversi di questi reliquari appartenenti a uno stesso gruppo famigliare venivano custoditi in ripari allestiti lontano dalle abitazioni ed erano oggetto di offerte sacrificali; in occasione dei riti di iniziazione dei giovani, i teschi venivano estratti dai panieri e mostrati ai ragazzi presenti indicandoli per nome, mentre le sculture potevano essere manipolate come marionette a uso didattico e rituale. Talora l'uso di questi panieri era di tipo divinatorio e in tal caso non contenevano il teschio dell'antenato ma il corredo dell'indovino: denti di pantera, ossa di tartaruga, frammenti di noci di cocco ecc. .\nPer quanto il primo di questi reliquari sia giunto in Europa nel 1876, ancora oggi resta incerta l'esatta identificazione delle popolazioni cui appartenevano gli artisti che li hanno creati e lo stesso etnonimo di "Kota" ricopre in realtà un insieme di popolazioni fra loro distinte (ma culturalmente connesse) in ragione dalla forte stratificazione migratoria.\nIl culto e l'arte che gli è legata sono scomparsi nella prima metà del XX secolo sotto l'azione dell'amministrazione coloniale francese e dei missionari cristiani; si è segnalata tuttavia, all'indomani dell'indipendenza del Gabon, una parziale ripresa di queste pratiche nei villaggi più interni.
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
- ENTE SCHEDATORE R03/ Mudec - Museo delle Culture
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0