Naviglio Grande. Veduta del Naviglio Grande a Milano
disegno
(?) 1924 - 1932
Ferrari, Arturo (1861-1932)
1861-1932
disegno tracciato a grafite su carta bianca
- FONTE DEI DATI Regione Lombardia
- OGGETTO disegno
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MATERIA E TECNICA
carta/ grafite
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ATTRIBUZIONI
Ferrari, Arturo (1861-1932)
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Civiche Raccolte Grafiche e Fotografiche del Castello Sforzesco
- LOCALIZZAZIONE Castello Sforzesco - complesso
- INDIRIZZO Piazza Castello, Milano (MI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE L'artista ha definito il disegno "Naviglio Grande" nella pagina manoscritta che accompagna il decimo dei diciotto fascicoli della raccolta denominata "Vecchia Milano". Dai riscontri in loco si ipotizza che l'attuale ubicazione degli edifici scorciati dal Ferrari corrisponda all'Alzaia del Naviglio Grande approssimativamente al numero civico 66 e che il ponte visibile in lontananza sia quello all'imbocco dell'attuale via Valenza. Ulteriori vedute che inquadrano il medesimo luogo corrispondono ai disegni contrassegnati dai numeri di inventario 898, 939 e 985.\nIn origine il Naviglio Grande, il più esteso canale milanese, era chiamato "Tesinello" poiché riceveva le acque del Ticino nei pressi di Tornavento, e, dopo un percorso di cinquanta chilometri, confluiva in città nella Darsena di Porta Ticinese. Fu scavato alle origini, negli anni tra il 1179 e il 1209, come canale d'irrigazione e in funzione di difesa della città dalle truppe del Barbarossa. Nel 1267 fu chiamato Grande quando la sua sezione fu allargata per renderlo navigabile, assumendo la funzione di importante via commerciale. Tutto il marmo usato per la costruzione del Duomo, dalle cave dell'Ossola, scendendo lungo il fiume Toce, il Lago Maggiore, il Ticino ed il Naviglio Grande, arrivava in città fino al Laghetto di Santo Stefano, vicinissimo al cantiere. La rete fluviale venne completata in seguito con lo scavo di altri canali navigabili, come l'attuale Naviglio Pavese che collega Milano con Pavia e che venne definitivamente inaugurato solo nel 1819. \nI Navigli costituivano la fossa interna che assurgeva al compito di arteria urbana per il traffico natante e cingeva la parte più cospicua della città. Attualmente il termine "Navigli", a Milano, identifica i due tratti scoperti del Naviglio Grande (fra le odierne Ripa di Porta Ticinese e l'Alzaia Naviglio Grande, in direzione di via Lodovico il Moro per Buccinasco e Corsico) e del Naviglio Pavese (fra via Ascanio Sforza e l'Alzaia Naviglio Pavese lungo via Chiesa Rossa per raggiungere Rozzano e collegarsi alla Strada dei Giovi) che si insinuano in città fino all'altezza di piazza XXIV Maggio e in senso più generale l'area compresa fra i due Navigli.\nLa vedova di Ferrari, proponendo i disegni all'attenzione del Comune di Milano, riconduceva la loro realizzazione agli ultimi anni di vita del marito. Una delle opere reca la data 1926; inoltre presso il Museo di Milano si conserva un'altra serie di 16 analoghe vedute a matita di Ferrari, datate dal 1924 al 1931. Pertanto si ritiene che la serie del Civico Gabinetto dei Disegni sia stata eseguita nell'arco cronologico dal 1924 al 1932. \nIn quell'epoca Milano stava conoscendo notevoli trasformazioni urbanistiche e il pittore, per contrastare la perdita di memoria provocata dalle demolizioni, decise di fissare nei suoi disegni gli angoli e gli scorci destinati a un radicale cambiamento.
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente pubblico territoriale
- ENTE SCHEDATORE R03/ Gabinetto dei Disegni
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0