S. Marco. Veduta della chiesa di S. Marco a Milano

disegno (?) 1924 - 1932

disegno tracciato a grafite su carta bianca

  • FONTE DEI DATI Regione Lombardia
  • OGGETTO disegno
  • MATERIA E TECNICA carta/ grafite
  • ATTRIBUZIONI Ferrari, Arturo (1861-1932)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Civiche Raccolte Grafiche e Fotografiche del Castello Sforzesco
  • LOCALIZZAZIONE Castello Sforzesco - complesso
  • INDIRIZZO Piazza Castello, Milano (MI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'artista ha definito il disegno "S. Marco" nella pagina manoscritta che accompagna il secondo dei diciotto fascicoli della raccolta denominata "Vecchia Milano". Al Santo Evangelista furono dedicate una via, una piazza e una basilica. Dove ora la via si allarga in una piazzetta, il canale alimentava uno di quei laghetti (quello qui ubicato detto "tombòn de San March" poichè in origine vi sorgeva un cimitero) che erano i porticcioli della navigazione fluviale. La prima pietra dell'attuale chiesa fu posta nel 1254, per iniziativa di Lanfranco Settala, sul luogo dove esisteva una chiesa romanica di minori dimensioni, fondata dai milanesi in onore di San Marco, come segno di riconoscenza verso la Repubblica di Venezia che aveva aiutato Milano nella sua lotta contro il Barbarossa (Latuada S., Descrizione di Milano..., Milano, 1737).\nL'architettura della basilica risalente al XIII secolo, compromesso tra lo stile gotico e romanico, rimase pressoché immutata finché, su disegno dell'architetto Francesco Castelli, venne applicata una mascheratura barocca con la costruzione di pilastri poligonali attorno a pili in cotto. \nA partire dal 1469, dopo che venne soppressa, per volere di Francesco Sforza, l'area del cimitero adiacente alla chiesa per la costruzione della conca del Naviglio della Martesana che versava le acque dell'Adda nella fossa interna, si affacciò l'esigenza per le famiglie patrizie, come i Foppa, di collocare all'interno della basilica le loro cappelle gentilizie, che vennero edificate sul fianco meridionale.\nLa facciata, ricca di terrecotte, sarebbe databile agli inizi del Quattrocento, ma nel 1871 Carlo Maciachini vi aggiunse alcuni elementi di sua creazione in stile gotico lombardo e ne modificò le proporzioni con l'innalzamento degli spioventi. Nel 1875 Giuseppe Mongeri disegnò la nuova loggia e la cuspide del campanile, che era stato innalzato intorno alla fine del Duecento. \nLe principali trasformazioni della zona risalgono al 1930 quando venne demolito parte dell'antico chiostro e venne interrato il Naviglio che vi scorreva.\nIn origine i Navigli costituivano la fossa interna che assurgeva al compito di arteria urbana per il traffico natante e cingeva la parte più cospicua della città. Nella seconda metà del XIX secolo, in seguito all'introduzione dei tram, si iniziò a ipotizzare la copertura dei tratti cittadini dei Navigli. Nel 1891 il primo segmento della fossa interna ad essere sacrificato fu quello occidentale, il cosiddetto Naviglio di San Gerolamo; a partire dal 1929 i lavori di copertura ripresero con sistematicità ininterrotta fino al 1930/1931. Attualmente il termine "Navigli", a Milano, identifica i due tratti scoperti del Naviglio Grande (fra le odierne Ripa di Porta Ticinese e l'Alzaia Naviglio Grande, in direzione di via Lodovico il Moro per Buccinasco e Corsico) e del Naviglio Pavese (fra via Ascanio Sforza e l'Alzaia Naviglio Pavese lungo via Chiesa Rossa per raggiungere Rozzano e collegarsi alla Strada dei Giovi) che si insinuano in città fino all'altezza di piazza XXIV Maggio e in senso più generale l'area compresa fra i due Navigli.\nLa vedova di Ferrari, proponendo i disegni all'attenzione del Comune di Milano, riconduceva la loro realizzazione agli ultimi anni di vita del marito. Una delle opere reca la data 1926; inoltre presso il Museo di Milano si conserva un'altra serie di 16 analoghe vedute a matita di Ferrari, datate dal 1924 al 1931. Pertanto si ritiene che la serie del Civico Gabinetto dei Disegni sia stata eseguita nell'arco cronologico dal 1924 al 1932. \nIn quell'epoca Milano stava conoscendo notevoli trasformazioni urbanistiche e il pittore, per contrastare la perdita di memoria provocata dalle demolizioni, decise di fissare nei suoi disegni gli angoli e gli scorci destinati a un radicale cambiamento.
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • ENTE SCHEDATORE R03/ Gabinetto dei Disegni
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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